MAGNI, Francesco
Nacque in una famiglia di modeste origini, da Giosuè e da Francesca Chiappelli, a Spedaletto, presso Pistoia, il 15 luglio 1828. Completati gli studi secondari presso il liceo Forteguerri di Pistoia, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Pisa.
Nel corso della guerra di indipendenza del 1848, arruolatosi nel battaglione universitario toscano, prese parte col grado di caporale alla battaglia di Curtatone. Ripresi gli studi, e conseguita la laurea il 26 giugno 1851, iniziò a frequentare l'istituto di anatomia e istologia patologica dell'Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze diretto da F. Pacini, dove dal 6 febbr. 1854 al 29 dic. 1860 esercitò le funzioni di dissettore. Ebbe così modo, tra l'altro, di allestire i preparati istopatologici per le ricerche condotte dal Pacini sull'intestino dei soggetti deceduti per colera, culminate nell'individuazione del vibrione agente patogeno della malattia, la cui scoperta, circa 30 anni più tardi, sarebbe stata attribuita a R. Koch (A. Pazzini, Storia dell'arte sanitaria dalle origini a oggi, II, Torino 1874, pp. 1332 s., 1402 s.): molti anni dopo il M. avrebbe rivendicato la priorità dell'osservazione del maestro in una lettera aperta sul colera indirizzata al giornale La Patria (cit. in Il colera, in Riv. clinica di Bologna, s. 3, IV [1884], pp. 827-830).
Orientatosi verso lo studio dell'oculistica, tra il 1855 e il 1856 il M. visitò le principali scuole europee della specialità e, maturata una notevole perizia nella chirurgia oculare, di ritorno a Firenze aprì un ambulatorio oftalmoiatrico che ebbe un rapido successo, come egli stesso rese noto in due pubblicazioni: Saggio statistico di operazioni di cataratta e considerazioni relative ai metodi operatori, in Il Tempo, I (1858), 1, pp. 21-35; Osservazioni pratiche di chirurgia oftalmojatrica, ibid., II [ma III] (1860), 4, pp. 174-184. Dello stesso periodo è il saggio di fisiopatologia della visione L'adattamento (accomodazione) dell'occhio umano alla visione distinta, ibid., II (1859), 3, pp. 335-343. Ormai affermato in campo clinico, il 29 dic. 1860 fu chiamato dal governatore provvisorio dell'Emilia L.C. Farini all'insegnamento di oculistica teorico-pratica e alla direzione della clinica oculistica dell'Università di Bologna. Il 18 giugno 1863 fu nominato professore ordinario di oftalmoiatria e clinica oculistica. In quel primo periodo del suo magistero, il M. fece dono all'Università bolognese dell'intera collezione di preparati anatomici e anatomo-istopatologici che aveva allestito alla scuola del Pacini, raccolta andata perduta a causa dei bombardamenti nella seconda guerra mondiale.
Il M. iniziò un'intensa attività clinico-scientifica. Importanti furono i suoi studi sul glaucoma, che riteneva causato da un'atrofia primitiva e progressiva dei nervi ciliari e per il cui trattamento indicava nell'iridectomia (proposta nel 1857 da Albrecht von Graefe) l'intervento, sia pure sintomatico, più efficace (Il processo glaucomatoso, in Ebdomadario medico di Bologna, I [1862], pp. 12-19; Di una coroidite acuta ad essudato sieroso, presa come occasione ad ulteriori considerazioni sul glaucoma, ibid., II [1863], pp. 361-366); alcuni anni più tardi, rifacendosi a una puntualizzazione del Graefe, sarebbe tornato sull'argomento confermando di considerare l'escissione dell'iride l'intervento di elezione per il trattamento di tutte le forme di glaucoma (Contribuzione allo studio del glaucoma, in Riv. clinica di Bologna, s. 2, I [1871], pp. 50-55). Lo studio dei numerosi pazienti che giungevano alla sua osservazione fornì al M. l'opportunità di descrivere accuratamente le varie forme di patologia oculare: Vascolarizzazione del segmento anteriore della capsula del cristallino in seguito a ciclite, in Ebdomadario medico di Bologna, I (1862), pp. 41-43; Coroidite ad essudato sieroso, ibid., pp. 60 s.; Della cataratta piramidale, ibid., pp. 91-95; Cherato congiuntivite gommosa, ibid., pp. 140-143; Cheratite parenchimatosa a processo flemmonoso, ulcera posteriore, leucoma posteriore, ibid., pp. 177-181; Ambliopia centrale destra da apoplessia nella regione della macchia del Soemmerring, ibid., pp. 241-245; Placche mucose sulla cute palpebrale o blefarite ciliare da sifilide ereditaria, ibid., pp. 457-459; Di una cheratite a processo vascolare, ibid., pp. 489-491. Di particolare interesse sono l'osservazione di una rara neoplasia oculare in una donna di 60 anni (Sarcoma della cornea, ibid., III [1864], pp. 633-636), l'accurato studio delle anomalie di sviluppo del cristallino (Sopra alcune anomalie di forma della lente dell'occhio umano, in Riv. clinica di Bologna, VII [1868], pp. 129-132) e lo studio dello strabismo, nel quale mise in rilievo l'inesattezza della descrizione della capsula di Tenone fornita da R. Liebreich (Descrizione della capsula di Tenone, ibid., pp. 19-22) e indicò come probabile causa dello strabismo convergente simmetrico alterazioni a carico dei seni cavernosi (Contribuzione all'anatomia patologica dello strabismo, ibid., pp. 82-85). Curò inoltre l'attività didattica pubblicando lezioni nell'Ebdomadario medico: Sulle congiuntiviti (III [1864], pp. 649-652, 673-678, 682-685) e Sulle cheratiti (ibid., pp. 787-790, 811-813, 825-828, 835-838, 849-852, 865-868, 873-876, 913-915); l'intero corso fu raccolto in forma organica dai suoi allievi in un volume, Lezioni teoriche di oftalmojatria, uscito a Bologna nel 1864 (altre edizioni aggiornate, ibid. 1865; 1867), che furono il testo oftalmoiatrico di elezione fin quasi agli inizi del Novecento.
Nel 1869 una paziente residente a Caxamalca, in Perù, gli chiese di essere da lui operata; il M. si pose in aspettativa e la raggiunse. Dopo avere concluso l'intervento fece una lunga visita nell'America Latina, fornendo dimostrazioni della sua perizia operatoria, tanto da essere nominato honoris causa professore della facoltà di medicina di Santiago del Cile. Tornato in Italia nell'autunno 1870, riprese l'insegnamento universitario; il 27 ag. 1872 fu nominato professore ordinario di clinica oculistica dell'Università di Roma, ma per la carenza di adeguate strutture nella nuova sede preferì rifiutare la nomina e rimanere a Bologna. Nel 1874 fece un viaggio di studio in Egitto, dove raccolse preziose osservazioni sulle patologie stagionali più frequenti nel Paese (gli appunti sono andati perduti).
A Bologna il M. fu nominato direttore dell'ospedale S. Orsola, sede degli insegnamenti clinici universitari.
Curò il miglioramento dell'assetto edilizio dell'ateneo, in particolare reperì nuovi spazi per la biblioteca universitaria, dopo aver disposto il trasferimento delle importanti collezioni archeologiche e mineralogiche, promosse la costruzione di un nuovo edificio destinato a ospitare gli istituti di fisiologia e di patologia generale e rinnovò completamente quello di clinica oculistica (L'inaugurazione della nuova clinica oftalmoiatrica, in Riv. clinica di Bologna, s. 3, I [1881], pp. 3-12).
Eletto rettore nell'anno accademico 1877-78, rimase in carica fino al 1884-85, quando fu promulgata la legge che ne attribuiva la nomina al ministero.
Intervenne nella politica universitaria e nell'ordinamento degli studi medici, proponendo come punti cardine del corso di laurea gli insegnamenti di anatomia normale e patologica, di fisiologia generale e di patologia generale e quelli clinici, questi ultimi connotati da una maggiore integrazione così da rendere "le diverse cliniche parti di un medesimo tutto" (Sull'ordinamento della facoltà di medicina: lettera aperta all'on. prof. Ferdinando Palasciano, in Bull. delle scienze mediche, s. 6, IV [1879], pp. 153-183). Il suo progetto, e segnatamente l'istituzione della cattedra di anatomia normale microscopica ed embriologia, non trovò adesione unanime tra i colleghi, alcuni dei quali lo accusavano di scarsa sensibilità alle istanze dei vari gruppi politici per aver aderito alla massoneria (fu infatti iscritto a Bologna alla loggia Felsinea, e dal 25 dic. 1885 a quella romana denominata Propaganda massonica): tra quanti lo criticarono si distinse il geologo G. Capellini che, in seguito a nomina ministeriale, gli succedette nel rettorato.
Tra i contributi che ancora recò all'oftalmoiatria si ricordano: l'inquadramento anatomo-clinico delle coroiditi e la puntualizzazione della loro terapia (Sugli effetti del processo flogistico della coroide: considerazioni anatomo-cliniche, in Riv. clinica di Bologna, s. 2, II [1872], pp. 65-74, 101-110); lo studio fisiopatologico degli effetti dell'infiammazione su diversi segmenti dell'occhio, quali la congiuntiva, il sacco lacrimale, le ghiandole di Meibom, la cornea, l'iride (Il processo flogistico considerato in alcuni tessuti dell'organo visivo, ibid., VI [1876], pp. 9-14, 68-76, 105-112, 134-140, 340-347; VII [1877], pp. 9-13, 112-117); l'esecuzione dell'intervento di blefaroplastica con lembi cutanei liberi (Relativamente ad una blefaroplastica praticata e riuscita con l'innesto cutaneo, ibid., IX [1879], pp. 52-57); la prescrizione di un galenico per la cura della flogosi congiuntivale, senza tuttavia cadere in facili entusiasmi (Sull'uso dell'infuso di jequirity, ibid., s. 3, III [1883], pp. 561-571).
Nella città di Bologna, per la quale auspicò l'istituzione del nuovo Museo civico, il M. fu presidente della Società medica chirurgica nel 1863. Il 24 dic. 1865 fu nominato cavaliere dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Membro per molti anni del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, il 16 nov. 1876 fu nominato senatore del Regno.
Il M. morì a Sanremo il 2 febbr. 1887.
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. stor. dell'Università, fascicoli personali, ad nomen; necr., in Annuario dell'Università di Bologna, a.a. 1887-1888, Bologna 1887, pp. 139-141; in Annali di ottalmologia, XVI (1887), pp. 7-12; in Riv. clinica di Bologna, s. 3, VII (1887), pp. 1-8; V. Capponi, Biografia pistoiese. Appendice, Pistoia 1878, p. 51; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 669 s.; F. Orlando, F. M., Firenze 1881; V. Gotti, La prima scuola di oculistica all'Università di Bologna: ricordi del comm. prof. F. M., Bologna 1889; G. Ovio, Storia dell'oculistica, II, Cuneo 1950, p. 25; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Roma 1896, p. 301; G. Capellini, Ricordi, II, Bologna 1914, pp. 258 s.; Enc. biogr. e bibliografica "Italiana", F. Ercole, Gli uomini politici, II, p. 238; ibid., A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, p. 131; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, IV, p. 97.