MANARA, Francesco
Nacque intorno al 1520, probabilmente a Ferrara, città in cui fu attivo. Sebbene gli storici ferraresi dei secoli XVII e XVIII siano concordi nel definire il M. "musico virtuoso [(] e molto consumato in tal professione", e "musico di gran fama" (Bennati), scarse e a volte imprecise sono le notizie biografiche che si hanno su di lui; non trova conferma, per esempio, quanto riferito da Fétis, circa un incarico come cantore nella basilica di S. Antonio a Padova, e dubbi permangono sull'effettiva esistenza di alcune opere a lui attribuite. Nel 1620 A. Superbi attestava che il M. "fu musico ducale" della corte estense a Ferrara, ma finora non sono emersi documenti che possano comprovarlo. Tuttavia la prima rilevante traccia biografica del M., risalente al 1548, mette in evidenza gli stretti rapporti del musicista con l'ambiente musicale della corte ferrarese; infatti, 12 brani del M. furono inclusi nella raccolta dei Madrigali della fama a quattro voce composti novamente da diversi eccellentissimi musici con iudicio raccolti e con diligentia stampati (Venetiis, H. Scotto, 1548), insieme con quelli di ben più affermati compositori quali Cipriano de Rore e Francesco Dalla Viola, entrambi maestri di cappella della corte ferrarese. L'antologia fu ripubblicata nello stesso anno da Antonio Gardano di Venezia (Madrigali de la fama a quattro voci composti da l'infrascritti autori, novamente con diligentia stampati et corretti). Rispetto all'edizione precedente questa contiene 12 brani del M. anziché 11, in quanto aggiunge il madrigale Ma perch'ogn'hor.
Al "prencipe di Ferrara" Alfonso d'Este (poi duca Alfonso II), lo stampatore veneziano Antonio Gardano dedicò il Primo libro di madrigali a quattro voci (1555), prima raccolta del M., augurandosi - come scriveva nella dedica - "che l'arte loro [dei madrigali] rispondesse al soggetto ch'a vostra eccellenza conviene".
Altre tre raccolte stampate di madrigali a quattro voci del M. (Secondo, Terzo e Quarto libro di madrigali) pubblicate a Venezia da Gardano, rispettivamente nel 1557, 1558 e 1561, sono segnalate dall'Eitner presso la Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara. Tali libri, tuttavia, non compaiono nell'elenco delle opere musicali della biblioteca compilato nel 1917 e ulteriori controlli non hanno potuto confermarne la presenza. Inoltre, l'esistenza di questi libri di madrigali del M., forse perduti, non risulta confermata neppure dagli indici delle pubblicazioni dell'editore Gardano.
Molti anni dopo il M. pubblicò un'altra raccolta di Madrigali a sei voci (Venezia, Angelo Gardano, 1580) che condivide col Primo libro un prevalente interesse per i testi poetici di F. Petrarca (10 nella raccolta del 1555 e 10 in quella a sei voci del 1580).
Accanto al repertorio profano, il M. coltivò anche quello sacro. Sebbene incompleta, ci è pervenuta la raccolta dei suoi Psalmi ad vesperas cum Magnificat et Psalmi, quibus utuntur societates in officio B.M. Virginis, quatuor vocum (Venezia, Figliuoli di Antonio Gardano, 1574). A questa raccolta potrebbe far riferimento un nota di pagamento in data 20 maggio 1574 per una "spesa straordinaria per una copia de libri da cantare cioè li salmi del Manara" emersa dall'Archivio della Confraternita di S. Nicola da Tolentino a Ferrara, sodalizio legato alla chiesa dei padri eremitani agostiniani.
Il M. partecipò con alcune sue composizioni a importanti raccolte collettive di ambiente ferrarese. Nella seconda metà del Cinquecento, il forte interesse rivolto dal duca Alfonso II verso la musica aveva fatto di Ferrara un importante centro musicale. Il castello estense disponeva di una ricca e aggiornata biblioteca musicale, di camere per la musica e di valenti maestri che accordavano e fabbricavano strumenti di ogni tipo. Furono questi gli anni in cui si formò il "concerto delle dame", un ensemble di musiciste, in grado di cantare e suonare diversi strumenti, che lo stesso Alfonso II aveva voluto e sostenuto e che esibiva orgogliosamente agli ospiti di riguardo in occasione di importanti ricevimenti di corte. Laura Peperara, al liuto e Anna Guarini, alla viola da gamba, furono le prime due dame cui poeti e musicisti dedicarono, a gara, versi e intonazioni. Nel 1582 il M. partecipò con il madrigale Chi ama vive in core, all'antologia di madrigali intitolata Lauro secco, voluta dall'Accademia dei Rinnovati e dedicata alla Peperara, in cui la maggior parte dei testi trae ispirazione da quelli di T. Tasso.
Gli stessi musicisti del Lauro secco, a esclusione di L. Agostini - tanto che vien quasi da pensare a un unico progetto, forse una stessa commissione ducale -, figuravano già tra gli autori del manoscritto Mus., F.1358 della Biblioteca Estense e universitaria di Modena e databile, secondo Newcomb, alla metà degli anni Ottanta del Cinquecento. L'antologia raccoglie 36 madrigali, di cui ben 26 su testi di B. Guarini, suddivisi in parti uguali tra nove compositori. Il M. vi partecipa mettendo in musica quattro testi di Guarini.
Nel 1591 un madrigale del M., All'apparir d'una leggiadra dama, su testo adespoto, venne inserito nel Giardino dei musici ferraresi (Venezia, Giacomo Vincenti). Non sappiamo se all'epoca della pubblicazione il M. fosse ancora vivo, ma è certo che l'antologia fu oggetto di pesanti critiche, almeno a quanto leggiamo dalla lettera di risposta del musicista Alfonso Fontanelli all'amico Ridolfo Arlotti: "Rido vedendo che V.S. loda un madrigale del Giardino de' musici ferraresi credendo che sia mio. Voglio dir una parola arrogante, non ci è madrigale su quella copia ch'io mi compiacessi d'averlo fatto salvo uno del Luzzasco alla cui firma io però non potrei attingere" (Durante - Martellotti, pp. 85 s.).
Da M. Guarini (Compendio historico, 1621) si apprende che Paolo Isnardi, maestro di cappella del duomo di Ferrara, "hebbe per maestro Francesco Manarra [sic], musico famosissimo, e non sol poi benissimo l'imitò, ma vogliono, che l'aguagliasse, e lo superasse ancora" (cit. in Newcomb).
Il M. "morì carico d'anni in patria" (Superbi), vale a dire a Ferrara, probabilmente nell'ultimo decennio del Cinquecento.
Opere: oltre a quelle citate in precedenza, si ha notizia di composizioni del M. presenti in un libro di Mottetti di diversi autori e di una sua "Missa cum quinque vocibus, libri V" che, secondo N. Bennati, si troverebbero presso gli archivi della Confraternita di S. Nicola a Ferrara.
Fonti e Bibl.: Ferrara, Arch. storico diocesano, S. Nicola da Tolentino, 1/1, filze 1568/1577, 20 maggio 1574; A. Superbi, Apparato degli uomini illustri di Ferrara, Ferrara 1620, p. 130; M. Guarini, Compendio historico dell'origine( delle chiese( della città e della diocesi di Ferrara, Ferrara 1621; N. Bennati, Musicisti ferraresi, Ferrara 1901, p. 319; A. Newcomb, The madrigal at Ferrara, 1579-1597, Princeton 1981, I, p. 176; M.S. Lewis, A. Gardano, Venetian music printer, 1538-1569, New York 1997, II, pp. 43, 142 s., 152; J.A. Bernstein, Music printing in Renaissance Venice. The Scotto press (1539-1572), New York-Oxford 1998, p. 203; E. Durante - A. Martellotti, Madrigali segreti per le dame di Ferrara: il manoscritto musicale F.1358 della Biblioteca Estense di Modena, Firenze 2000, pp. 67, 70, 74, 86, 95, 117, 125-127, 145 s.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, V, p. 422; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VI, pp. 290 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 603; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, p. 721.