ACCINELLI, Francesco Maria
Nacque a Genova il 23 apr. 1700 da padre oriundo di Varazze. Compiuti i primi studi letterari, si dedicò alla pittura e alla cartografia. Nel 1732 fu inviato dal governo genovese a disegnare la carta topografica della Corsica. Al ritorno dalla missione scrisse le Memorie istorico - geografiche - politiche della Corsica,che, corredate di una carta dell'isola e di numerosi, disegni, sono oggi conservate alla Biblioteca universitaria di Genova.
Durante la guerra di successione austriaca fu al servizio dell'esercito franco-spagnolo, disegnando numerose mappe delle strade della Liguria. Durante l'insurrezione di Genova del 1746 partecipò attivamente alla rivolta, e allorché l'anno seguente G.G. Rheinard sostenne in una Diatriba,pubblicata a Francoforte, i diritti dell'impero sulla Repubblica di Genova, intese confutarne le asserzioni. Così sul principio del 1751 a Massa Carrara, ma falsamente datati Lipsia 1750, egli pubblicò due volumetti dal titolo Compendio delle storie di Genova dalla sua fondazione all'anno 1750,e Continuazione del Compendio ecc.,che ebbero una certa fortuna, tanto da essere ristampati, anonimi come la prima volta, a Lucca nell'anno stesso. Un terzo volumetto, dedicato agli avvenimenti genovesi sino al 1777, e steso dopo il successo dei primi due, restò invece inedito per quasi cento anni, finché comparve in una ristampa (Genova 1851) del Compendio e della Continuazione curata dall'editore A. Lertora.
L'uscita del Compendio provocò notevoli proteste, e il governo genovese ordinò l'arresto del suo autore, riscontrando nell'opera accenni "alla viltà d'animo dei nobili ed esaltazione dei popolari".Inoltre, su pressione del ministro sabaudo a Genova, si lamentarono anche "i termini indecorosi et offensivi di principi stranieri", insiti nel giudizio che l'A. aveva dato dei Savoia nella narrazione della ribellione del 1746. Nel dicembre del 1751 la Repubblica condannò l'opera ad essere bruciata dal boia, mentre il suo autore fu costretto a riparare in Svizzera, dove attese per alcuni anni che il clima della sua città, se non propizio, tornasse tuttavia calmo nei suoi confronti.
Rientrato in patria, in data imprecisata, diede mano ad una nuova opera, la Cronologia dei Dogi di Genova,che condusse sino al 1777, anno in cui registrò l'elezione del doge G. Lomellini. Anche in questo suo ultimo lavoro l'esperienza decisiva dell'anno 1746 riappare con forza nelle accuse rivolte al doge M. Durazzo, per aver ceduto di fronte ai Savoia e agli Austriaci e per aver consegnata la Corsica alla Francia. La diffusione del lavoro lo costrinse nuovamente a fuggire dalla città, ed egli riparò nel monastero della Provvidenza, sulle alture genovesi. Di lì a poco, però, poté rientrare nella sua casa, dove la morte lo colse il 7 ottobre di quello stesso 1777.
Di lui restano ancora, nelle biblioteche genovesi Berio e universitaria, numerose opere manoscritte, tra cui un De nullo Imperatoris et Imperii in Rempublicam Genuensem Iure,anch'esso in risposta al Rheinard, scritto attorno al 1767; La verità risvegliata (sempre a difesa della libertà di Genova contro le pretese imperiali); un Dizionario ecclesiastico di Genova e uno Stato presente della Metropolitana di Genova,assieme ad una Cronologia dei Pontefici, Dogi, Vescovi ed Arcivescovi di Genova,un Atlante ligustico,una Storia della Corsica;uno studio sulle Famiglie nobili Genovesi.Alla Bibliothèque Nationale di Parigi si conserva inoltre una sua Liguria sacra, o sia storia ecclesiastica, continuata fino al 1775 (ne esiste copia nella Biblioteca Berio), di cui la parte iniziale vide la luce, anonima e senza indicazioni tipografiche, nel 1772, col titolo di Memorie istoriche sacro-profane di Genova.Postumo venne pubblicato infine a Genova, nel 1797, l'Artifizio con cui il Governo democratico di Genova passò all'aristocratico,opera che per il suo carattere di rivendicazione dell'iniziativa popolare trovò facile ristampa, sempre a Genova, nel 1849.
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