COSTANTINI, Francesco Maria
Nacque in Venarotta (Ascoli Piceno) il 19 febbr. 1639 da Giovan Domenico, patrizio di antica nobiltà marchigiana, e da Dea Massini, cugina del famoso giureconsulto ascolano Serafino Massini. Primogenito di dieci figli, ricevette in famiglia la sua prima educazione e frequentò poi le scuole secondarie nella vicina Ascoli. Nel 1658 fu ammesso al collegio Montalto di Bologna, ove compì brillantemente gli studi di diritto, manifestando subito la sua non comune perspicacia giuridica; nel 1661 si addottorò in utroque e ritornò ad Ascoli ove iniziò la pratica legale presso lo zio Francesco Costantini. Nel 1667 si trasferì a Roma ove si fece presto conoscere ed apprezzare per la qualità della sua oratoria forense, per la perizia nel diritto e per la limpida onestà professionale. Il C. infatti accoppiava alla profonda conoscenza delle dottrine legali un vivo senso della giustizia e una grande integrità d'animo, per cui spesso rifiutava di assumere la difesa di una causa che sentiva ingiusta; egli riteneva infatti che un avvocato non dovesse solo servire gli interessi del cliente ma soprattutto onorare la ragione e la giustizia; e sentenziò che se un avvocato intraprendeva una causa senza la convinzione di essere nella ragione e senza sufficienti probabilità di vederla riconosciuta, era tenuto poi, in caso di sentenza sfavorevole, alla restituzione delle spese e al pagamento dei danni (Vota decisiva, Bononiae 1759, IV, pp. 214 s.).
A questo principio il C. orientò sempre la sua attività, per cui difese indistintamente ricchi e poveri, potenti ed umili, col solo criterio di selezione della ragionevolezza ed equità delle questioni; spesso elargì consigli, compose controversie, pacificò litiganti per evitare gli inutili dispendi che sempre si accompagnano alle dispute legali.
Circondato dunque da una non comune fama di dottrina e di rettitudine, il C. non tardò ad ottenere riconoscimenti ed incarichi di prestigio: benvoluto da papa Innocenzo XI, fu eletto procuratore del Sacro Palazzo pontificio e nel 1676 luogotenente civile del governatore di Roma, nel 1678 procuratore generale dei Monti non vacabili della Curia romana, poi segretario della Congregazione economica del Sacro Palazzo apostolico e infine, nel 1685 primo collaterale della Curia capitolina. Cariche tutte da lui rivestite sino all'inizio del pontificato di Alessandro VIII (ottobre 1689), dal quale ne fu inaspettatamente sollevato "haud lubens et sine causa", come dice egli stesso con evidente amarezza.
Salito al pontificato Innocenzo XII, fu eletto agente delle Comunità dello Stato pontificio dalle città di Amandola e Matelica; infine nel 1705 fu chiamato da papa Clemente XI all'ufficio di procuratore generale del Fisco e della Camera capitolina, incarico che egli accettò peraltro senza entusiasmo. La memoria del C. è legata alla sua opera maggiore: Vota decisiva elucubrata in causis... (Urbini 1741-45).
L'opera, apprezzata anche fuori dei confini d'Italia, ebbe numerose edizioni, ad Urbino, Roma, Bologna; quella romana del 1756, arricchita di numerose ed utili note ed aggiunte, fu curata dal pronipote Cosimo Mattia, che la dedicò al pontefice Benedetto XIV. Divisa in quattro tomi, contiene cinquecento voti, ognuno dei quali è strutturato in quattro parti: un argumentum, o esposizione sommaria della questione, un summarium, in cui sono riassunti in ordine logico i vari aspetti della questione da dibattersi e da approfondire, il votum, o esposizione ampia e ragionata di questi aspetti, confortata da citazioni di autori di giurisprudenza e da sentenze dei tribunali, e infine una additio, contenente la bibliografia sull'argomento. La collezione dei voti, compilata con grande diligenza e lungo studio, è una esposizione di dottrine legali sui più disparati oggetti di controversie forensi, questioni patrimoniali, tutela dei figli, beni della Chiesa, indulti, legati, ecc., quasi un codice di giurisprudenza elaborato per la pubblica utilità. In essa è compendiata tutta la dottrina del C. e insieme la sua esperienza legale acquisita nei lunghi anni di pratica nel foro.Dopo una vita interamente dedicata agli studi e all'attività legale, carico di onori e circondato di stima e di amicizia, il C. si spense a Roma il 25 nov. 1713.
Il suo corpo fu sepolto nella chiesa nazionale dei Marchigiani a Roma, S. Salvatore in Lauro, ove il fratello Mattia Felice gli eresse un sepolcro con una bella epigrafe commemorativa.
Fra le opere del C. si ricordano anche Observationes Forenses practicabiles..., Romae 1701, ampio lavoro di esegesi degli statuti romani; Decisiones diversorum Sacrae Rotae Romanae Auditorum selectae..., ibid. 1702; De Officio Procuratoris Fiscalis Discursus unicus, pubblicato in appendice all'edizione urbinate dei Vota.
Nella famiglia del C. meritano di essere ricordati tre fratelli che esercitarono con lui la professione legale: Emidio, auditore del cardinale Federico Colonna, poi sacerdote e canonico della cattedrale di Ascoli; Giovan Battista, avvocato della Curia romana, coadiutore di G. Guaxardi, poi auditore generale della legazione di Bologna; Mattia Felice, procuratore del Sacro Palazzo in Roma. Anche fra i discendenti ve ne furono che si distinsero nella giurisprudenza: così il pronipote Cosimo Mattia, decano del Collegio dei ventiquattro procuratori, prefetto delle vacazioni per obitum nella Dataria apostolica, difensore d'ufficio del matrimonio presso la Sacra Congregazione del Concilio e avvocato del Sacro Palazzo apostolico; e il di lui figlio Carlo Luigi, avvocato concistoriale della Sacra Rota, fiscale della Fabbrica di S. Pietro, rettore dell'Archiginnasio romano della Sapienza.
Fonti e Bibl.: F. Vecchietti-T. Moro, Biblioteca picena o sia notizie istoriche delle opere e degli scrittori piceni, Osimo 1793, III, pp. 312 s.; A. Lombardi, Storia della lett. ital. nel sec. XVIII, Modena 1827, II, p. 317; G. Cantalamessa Carboni, Mem. intorno i letterati ed artisti della città di Ascoli Piceno, Ascoli 1830, pp. 170-173; Id., Biografia di F. M. C., in A. Hercolani, Biografie e ritratti di uomini ill. piceni, Forlì 1837, I, pp. 47-59; V. Forcella, Iscriz. nelle Chiese... di Roma…, VII, Roma 1976, p. 97; N. Del Re, F. M. C. magistrato e uomo di Curia Roma 1978 (in Miscellanea A. P. Frutay, Rola 1978, pp. 329-344).