RONDANI, Francesco Maria
RONDANI, Francesco Maria. – Nacque a Parma il 15 luglio 1490 da Bernabeo de’ Rondani e fu battezzato il 19 dello stesso mese, con il nome di Giovan Francesco Maria, da Gabriele da Noceto e da una non meglio identificata «domina de Canossa» (Testi, 1912, p. 73).
Stando ai documenti trascritti (Parma, Biblioteca della Galleria nazionale, ms. 102, c. 359 rv) nel 1504 ricevette assieme ai suoi fratelli un’eredità da parte di uno zio, e sposò nel 1520 Francesca Olivieri, da cui ebbe tre figli (Caterina, Girolamo e Paolo). Nel 1512 fu nominato in un atto notarile con l’appellativo di maestro. Il 31 ottobre 1520 ricevette dagli Anziani del Comune di Parma l’importante incarico di affrescare nella cappella del Comune l’immagine della Madonna incoronata con i ss. Ilario e Giovanni Battista, protettori della città, accanto ai dodici ritratti e alle armi degli Anziani a capo del governo cittadino (Benassi, 1899, p. 125). Una vaga eco di tale opera e delle abilità ritrattistiche di Rondani si ravvisa nel Ritratto di gentiluomo innamorato con una palma in mano, in collezione privata (datato 1522 da Russel, 1976, p. 13, e 1518 da Lucco, 2004, p. 164), nel quale il pittore latinizza il proprio cognome in Hirundo e attraverso dei versi in latino descrive il quadro come pegno d’amore.
Il 21 novembre 1522 Rondani fu coinvolto accanto a Correggio, Parmigianino, Michelangelo Anselmi, Giorgio Gandini del Grano e Alessandro Araldi nel rinnovamento della cattedrale romanica di Parma, progetto voluto dal vescovo Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III. Rondani avrebbe dovuto dipingere (Archivio di Stato di Parma, Notaio Galeazzo Piazza, filza 939, 21 novembre 1522) le pareti est e ovest e l’abside del transetto settentrionale (compiute solo nel 1570 da Orazio Samacchini). Nel documento di ratifica del contratto scritto dagli stessi canonici della cattedrale il 28 novembre 1522, Rondani viene definito «cuidam Rondanis» (Dall’Acqua, 2002, p. 419).
Il 30 marzo 1523 testimoniò al contratto della casa presa in affitto da Correggio dai monaci di S. Giovanni Evangelista (Cecchinelli, 2009, p. 364). A questa data deve risalire la sua collaborazione con Allegri alla decorazione della stessa chiesa benedettina di S. Giovanni Evangelista a Parma, all’interno della quale gli vengono attribuiti – su disegni di Correggio – parte delle pitture della navata centrale con Profeti e sibille e scene di sacrifici pagani e gli affreschi del sottarco della cappella Del Bono con Dio Padre, la Conversione di s. Paolo e il Miracolo di s. Pietro che risana lo storpio con la propria ombra. Nella stessa chiesa dipinse anche La Madonna appare a s. Giovanni, primo abate, nella cappella Cornazzano (Fadda, 2004, pp. 178 s.).
Suoi affreschi perduti esistevano a S. Maria della Neve a Torrechiara (Parma), badia benedettina alle dipendenze di S. Giovanni Evangelista, menzionati da Girolamo Tiraboschi (1786) in «tre camere vagamente dipinte» (p. 50) e raffiguranti «fanciulletti che portano una capra al sacrificio» (Baistrocchi, 1788, 2002, p. 311). Visti ancora da Julius Meyer (1871, pp. 388 s.), essi andarono distrutti in un incendio il 18 settembre 1893 (Fadda, 2009, p. 154).
Il 25 maggio 1526 Rondani ricevette un pagamento dal monastero di S. Giovanni Evangelista «per avere rinfrescate alcune pitture del Refettorio» (Affò, 1784, p. 34), e, negli stessi mesi, per aver dipinto nell’orto dei novizi dello stesso monastero diversi affreschi rappresentanti i Miracoli di s. Benedetto (Baistrocchi, 1788, 2002, p. 310).
Il 19 ottobre 1528 ricevette un pagamento per un quadro raffigurante S. Giuseppe per l’altare omonimo della chiesa di S. Maria della Steccata a Parma (Parma, Archivio dell’Ordine costantiniano di S. Giorgio, Ordinazioni, vol. I, c. 13v).
Entro il febbraio 1531 concluse la decorazione ad affresco della cappella Centoni nel duomo di Parma, commissionata il 3 ottobre 1527 dal Consorzio dei vivi e dei morti della cattedrale, secondo le volontà testamentarie di Ludovico Centoni (Pelicelli, 1935, p. 186; Barocelli - Barbieri, 2006, p. 6; Ekserdjian, 2005, p. 91).
Non trova riscontro la notizia (Diana, 1988, p. 824; Sivieri, 1998, p. 32; Lasagni, 1999, p. 145) di suoi affreschi decorativi nel coro della chiesa di S. Alessandro a Parma, commissionati nel 1530, opera piuttosto di Francesco Maria Cornazzano (Parma, Biblioteca della Galleria nazionale, ms. 102, c. 138v).
Nel 1532 fu pagato dal Comune di Parma per alcune decorazioni realizzate per celebrare il passaggio in città dell’imperatore Carlo V.
Tra il 7 aprile 1532 e il 17 marzo 1534, in società con Michelangelo Anselmi, eseguì la decorazione pittorica della cappella della Concezione in S. Francesco al Prato a Parma. Nei documenti della confraternita che aveva sede nel suddetto oratorio, la sua presenza è indicata regolarmente negli anni dal 1539 al 1549 (Testi, 1912, p. 75).
Il 10 gennaio 1543, insieme a Damiano da Gonzate, fu nominato perito di parte per giudicare le pitture eseguite da Anselmi nella cappella maggiore della chiesa di S. Maria della Steccata a Parma (Parma, Archivio dell’Ordine costantiniano di S. Giorgio, Ordinazioni, vol. III, c. 78r).
Sebbene il primo documento noto che dia notizia della morte del pittore sia una testimonianza del figlio Girolamo del 20 dicembre 1557 (Lasagni, 1999, p. 145), una croce posta accanto al nome di Rondani alla data 15 settembre 1549 nel libro di spese della fabbrica dell’oratorio della Concezione fece supporre (Testi, 1912, p. 75 nota 8) che il pittore fosse deceduto in quell’anno. A smentire tale affermazione sono invece le diverse carte che tra il 1550 e il 1554 indicano che Rondani fu ancora attivo. Il 2 luglio 1550 fu infatti tra gli artisti coinvolti nella decorazione dei portali e degli archi trionfali eretti in occasione dell’ingresso a Parma di Margherita d’Austria, moglie di Ottavio Farnese (Dallasta, 2003, p. 587). Il 9 dicembre 1551, il 24 aprile e il 15 maggio 1554 stimò con Anselmi e Damiano da Gonzate i punzoni di Francesco Bonzagni per la Zecca di Parma (Coggiola, 1903, p. 80).
Lasciò la firma «Franc. M.a Rondani f.» (Sivieri, 1998, p. 30) nella pala con la Madonna con il Bambino e i ss. Agostino e Girolamo (Parma, Galleria nazionale) dipinta in origine nella cappella Sozzi in S. Luca degli Eremitani (Speculati, 2002, p. 86).
Il suo stemma gentilizio consisteva in «tre rondinelle in uno scudo rosso, così come appariva in un suo dipinto raffigurante il Giudizio Finale» un tempo a Parma, in casa di un certo Francesco Mauri Mori (Baistrocchi, 1788, 2002, p. 311).
Luigi Lanzi (1825, p. 413), classificando tra gli artisti della scuola di Parma gli imitatori di Correggio, a proposito di Rondani scrive che «non è però giunto alla grandiosità del caposcuola». A partire da Arthur E. Popham (1957) la critica ha evidenziato una matrice anticlassica nella sua opera, fortemente condizionata dalla grafica nordica, tedesca e fiamminga.
Come suo collaboratore, che «col Rondani fece il fregio di S. Giovanni Evangelista», veniva indicato un certo Maestro Torelli (Lanzi, 2000, p. 141). Le opere riferite dai documenti settecenteschi a questo nebuloso artefice coincidono con quelle di un artista stilisticamente prossimo a Rondani, ribattezzato con lo pseudonimo di Maestro di Sant’Uldarico (Fadda, 1999). Non è tuttavia da escludere che quest’ultimo sia lo stesso Rondani in uno dei diversi momenti sfuggenti della sua carriera, ancora da definire nella giusta scansione cronologica, così come implicitamente affermato in una postilla da Ireneo Affò (Parma, Biblioteca Palatina, Ms. Par. 1599, c. 508, voce 95).
La ricostruzione del catalogo grafico di Rondani ha come punto di partenza un disegno relativo alla Madonna con il Bambino, preparatorio per la pala firmata con la Madonna con il Bambino e i ss. Agostino e Girolamo, riconosciuto per primo in collezione privata inglese da David Ekserdjian (1994, p. 398).
Opere. Oltre a quelle già menzionate, si ricordano: Ritratto di gentiluomo innamorato con una palma in mano (olio su tavola), collezione privata; Assunzione della Vergine (olio su tavola), Madonna con il Bambino e i ss. Pietro, Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria (olio su tavola) e Ritratto di musico (olio su tavola), Napoli, Museo nazionale di Capodimonte; Madonna con il Bambino, s. Girolamo e il beato Bernardino da Feltre (olio su tavola), Parma, chiesa di S. Bartolomeo; Crocifissione, l’Evangelista Matteo, Profeti, Scene della Passione di Cristo, Sibille e Storie di s. Antonio abate (affreschi), Parma, duomo, cappella Centoni; Incontro alla Porta Aurea, Miracolo del diacono, Nascita della Vergine (affreschi), Parma, oratorio della Concezione.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Parma, Notaio Galeazzo Piazza, filza 939, 21 novembre 1522; Parma, Archivio dell’Ordine costantiniano di S. Giorgio, Ordinazioni, vol. I, c. 13v; vol. III, c. 78r; Biblioteca Palatina, Ms. Par. 1599: I. Affò - G. Ravazzoni, Notizie intorno agli artisti parmigiani, sec. XVIII, c. 508, voce 95; Biblioteca della Galleria nazionale, ms. 102: E. Scarabelli Zunti, Documenti e memorie di belle arti parmigiane, sec. XIX, vol. III, cc. 138r, 359-360.
I. Affò, Vita del graziosissimo pittore Francesco Mazzola detto il Parmigianino, Parma 1784, pp. 33 s.; G. Tiraboschi, Notizie de’ pittori, scultori, incisori e architetti nati negli Stati del Serenissimo Duca di Modena, Modena 1786, p. 50; R. Baistrocchi, Guida pei forastieri a riconoscere le opere più insigni di pittura, scultura ed architettura esistenti in Parma (1788), a cura di C. Prestianni, Parma 2002, pp. 310 s.; L. Lanzi, Storia pittorica dell’Italia, III, Ove si descrivono la scuola veneziana e le scuole lombarde di Mantova, Modena, Parma, Cremona e Milano, Milano 1825, p. 413; J. Meyer, Correggio, Leipzig 1871, pp. 388 s.; U. Benassi, Storia della città di Parma, III, Parma 1899, p. 125; G. Coggiola, La Zecca di Parma dal 1550 al 1560, in Atti e memorie della R. Deputazione di Storia patria per le provincie parmensi, IV (1903), 7, pp. 23 s., 77-82; L. Testi, Giovan Francesco Maria Rondani o Rondine (1490-1550), in Aurea Parma, I (1912), pp. 73-75; A. Venturi, Storia dell’arte italiana, IX, 2, La pittura del Cinquecento, parte II, Milano 1926, pp. 700-706; N. Pelicelli, F.M. R. e gli affreschi della cappella Centoni in cattedrale, in Crisopoli, III (1935), pp. 186-190; A.E. Popham, Correggio’s drawings, London 1957, pp. 102-107; S. Resta, Galleria portatile, in I disegni del codice Resta, a cura di G. Bora, Milano 1976, p. 272; F. Russel, R.’s masterpieces and neglected Correggio, in Apollo, 1976, vol. 103, n. 167, pp. 13-15; M.G. Diana, R., F.M., in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di G. Briganti, II, Milano 1988, p. 824; D. Ekserdjian, Letter on F.M. R. et al., in Master drawings, 1994, vol. 32, pp. 398 s.; N. Spinosa, Museo Nazionale di Capodimonte. La collezione Farnese. La Scuola emiliana. I dipinti. I disegni, Napoli 1994, pp. 228 s.; D. Ekserdjian, Correggio, Cinisello Balsamo 1997, pp. 118-120, 132; P. Sivieri, in Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere del Cinquecento e iconografia farnesiana, a cura di L. Fornari Schianchi, Parma 1998, pp. 30 ss.; E. Fadda, Un eccentrico nella Parma di Correggio: il Maestro di Sant’Uldarico, in Nuovi studi, IV (1999), 7, pp. 69-76; R. Lasagni, Rondani Giovanni Francesco Maria, in Id., Dizionario biografico dei parmigiani, IV, Parma 1999, pp. 145 s.; L. Lanzi, Il taccuino lombardo, a cura di P. Pastres, Udine 2000, pp. 135 s., 141, 279; M. Dall’Acqua, Regesto documentario. II. L’arte parmigiana dalla nascita di Filippo Mazzola alla morte di Girolamo Mazzola Bedoli: 1460-1569, in Parmigianino e il manierismo europeo. Atti del Convegno internazionale di studi..., Parma... 2002, a cura di L. Fornari Schianchi, Cinisello Balsamo 2002, p. 419; D. Gasparotto, Francesco Farnese collezionista e la dispersione dei dipinti già nella chiesa di S. Pietro Apostolo a Parma, in Aurea Parma, LXXXVI (2002), 1, pp. 15-36; F. Speculati, La chiesa di S. Luca degli Eremitani in Parma: studi e ricerche sul patrimonio artistico disperso, Parma 2002, pp. 86-94; F. Dallasta, Interventi del Comune di Parma per celebrare eventi ufficiali della dinastia farnesiana, in Archivio storico per le province parmensi, s. 4, 2003, vol. 55, p. 587; A. Loda, in Parmigianino e il Manierismo europeo (catal., Parma-Vienna), a cura di L. Fornari Schianchi - S. Ferino Pagden, Cinisello Balsamo 2003, pp. 162 s.; E. Fadda, Michelangelo Anselmi, Torino 2004, pp. 20, 61, 64 s., 68, 75, 101, 178 s. n. E2, 186-188; M. Lucco, in Le ceneri violette di Giorgione. Natura e Maniera tra Tiziano e Caravaggio (catal., Mantova), a cura di V. Sgarbi - M. Lucco, Milano 2004, pp. 162-165; D. Ekserdjian, F.M. R. e la cappella Centoni, in Basilica cattedrale di Parma. Novecento anni di arte, storia, fede, a cura di M. Pellegri, II, Parma 2005, pp. 89-94; F. Barocelli - C. Barbieri, La cappella Centoni nel duomo di Parma. Storia e restauri, Parma 2006; M. Vaccaro, Adrawing from the circle of Correggio in the Uffizi, in The Burlington Magazine, 2007, vol. 149, n. 1252, pp. 472-478; G. Cirillo, Dipinti e disegni del Cinquecento parmense nelle collezioni private (catal.), Parma 2008; E. Fadda, Michelangelo Anselmi alla Steccata: 1521-1554, in S. Maria della Steccata a Parma. Da chiesa civica a basilica magistrale dell’Ordine costantiniano, a cura di B. Adorni, Milano 2008, pp. 197-214; C. Cecchinelli, Il contratto della casa presa in affitto a Parma dal Correggio nel 1523 alla presenza del R., in Aurea Parma, XCIII (2009), 3, pp. 347-364; E. Fadda, Gli affreschi del Cinquecento e del Seicento: i pittori e il programma iconografico, in L’abbazia benedettina di S. Maria della Neve a Torrechiara, a cura di F. Tonelli - B. Zilocchi, Parma 2009, pp. 153-164; M. Vaccaro, Drawing in the School of Parma. New attribution for Alessandro Mazzola Bedoli, in Master drawings, 2011, vol. 49, pp. 17-32; M. Vaccaro, R. and the grotesque, in Apollo, 2011, vol. 174, n. 590, pp. 64-70; E. Fadda, Drawings by Michelangelo Anselmi for S. Giovanni Evangelista a Parma, in Master drawings, 2012, vol. 50, pp. 71-86; D. Ekserdjian, in Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento (catal., Roma), a cura di D. Ekserdjian, Cinisello Balsamo 2016, pp. 236-238.