PAGANO, Francesco Mario
Nato l'8 dicembre 1748 a Brienza (Lucania). Fece gli studî a Napoli presso lo zio prete Nicola ed ebbe a maestri lo Spena, il Gliuni, il Pelliccia, il Genovesi. Laureato in legge, in seguito a pubblico concorso fu nominato nel 1770 lettore straordinario di etica nell'università. Dagli studî di erudizione, letterarî, filosofici, il P. passò nel 1775 all'esercizio dell'avvocatura e acquistò fama di dotto e facondo oratore. Non perciò trascurò gli studî severi, frutto dei quali furono i Saggi politici, pubblicati negli anni 1783-85. Sull'esempio del Filangieri contribuì al rinnovamento del processo e della legislazione criminale con le sue Considerazioni sul processo criminale (1787), che gli diedero larga e meritata fama in Italia e fuori. Dal 1785 copriva la cattedra di diritto criminale nell'università e le sue lezioni furono pubblicate postume col titolo di Principii del Codice penale. Nel 1789 fu nominato avvocato dei poveri presso il Tribunale dell'ammiragliato e consolato del mare. La pubblicazione di alcuni drammi (Gerbino, Agamennone, Corradino, L'Emilia, 1787-92) gli procurò le critiche e poi gli odî di P. Napoli-Signorelli, gran dispensiere di fama letteraria a Napoli in quest'epoca. Lo spirito rivoluzionario francese penetrato in Napoli dopo il 1790, diffuso dalla visita della flotta francese alla fine del 1792, alimentato dalle società patriottiche e dalle logge massoniche, originò i primi processi politici del 1794, nei quali il P. fu difensore ufficioso. Nel novembre di quell'anno egli fu nominato giudice del Tribunale dell'ammiragliato e abbandonò l'attività forense. Per i suoi sentimenti notoriamente liberali, per la sua partecipazione alla società patriottica disciolta, per il suo interessamento ai processi del 1794 fu sospettato e denunziato alla Giunta d'inquisizione creata nel 1795. Imprigionato nel febbraio 1796, privato della cattedra e della toga, fu liberato per non provata reità nel luglio 1798. Emigrò a Roma, e nel novembre a Milano, per ritornare a Napoli, quando vi fu proclamata il 23 gennaio 1799 la repubblica. Fece parte del Governo provvisorio e del Comitato legislativo, di cui fu anche presidente. Preparò il disegno di costituzione della nuova repubblica. Il 5 giugno prendeva le armi a difesa della repubblica in pericolo; partecipò alle trattative per la resa. Firmata la capitolazione il 25 giugno, fu imbarcato sulla nave inglese Audax. Rotti i patti dal Nelson, fu internato a Castelnuovo. Il processo davanti la Giunta di stato si svolse nell'ottobre senza pubblicità, senza contraddittorio, anche per la notorietà dei fatti. Condannato a morte, fu impiccato il 29 ottobre sulla piazza del Carmine insieme con Cirillo, Ciaia, Pigliacelli.
In economia il P. fu liberista e credette con i fisiocrati in un ordine naturale di rapporti economici. Negli studî penali continuò l'opera iniziata da C. Beccaria e da G. Filangieri, propugnò la riforma del processo penale in senso accusatorio, volle derivati i principî informatori della legislazione penale dalle leggi eterne della natura, vagheggiando un codice comune a tutte le nazioni civili. In filosofia il P. non fu, come parve a molti, ripetitore d' idee attinte particolarmente al sensismo e all'enciclopedismo francese. Ispirandosi ad A. Genovesi, egli espresse tipicamente la mentalità degl'illuministi napoletani, nei quali il naturalismo fisio-psichico e l'entusiasmo per le applicazioni dei risultati scientifici all'ordine civile si associavano a una fede profonda nelle più alte idealità umane. Il culto platonico delle idee risorge nel P. in unione con il culto per la natura; ma non seppe né risolvere né superare il dualismo dei principî, pago di trarne criterî di riforma della vita civile. Gli avvenimenti eccezionali dell'ultimo decennio del secolo dovevano dare alle esigenze ideali del suo pensiero un drammatico rilievo. Le idealità, per le quali visse e affrontò serenamente la morte, furono le idealità di una generazione di martiri che prepararono con l'esempio i destini della nuova Italia.
Opere: Politicum universae romanorum nomothesiae examen, Napoli 1768; Disegno del sistema della scienza degli Uffizi, ivi 1769; Oratio ad comitem Alexium Orlow, ivi 1772; Allegazioni penali contro A. Gioia, 1777; contro Sabato Totaro, 1784; contro B. Capuano, 1777; per N. Corsino, 1778; Saggi politici, I, Napoli 1783; II, ivi 1785 (trad. tedesca, Lipsia 1796); 2ª ed. corretta e accresciuta, voll. 3, Napoli 1791-1792. Mancano in questa 2ª ediz. il discorso sulla poesia e il saggio sul gusto e le belle arti. Della 2ª ediz. esistono contraffazioni con data del 1792 e del 1799. La 2ª ediz. fu ripubblicata dal Dones, Milano 18001801, e da R. Giordano, Napoli 1806, con un'appendice contenente i discorsi sulla poesia e sul gusto; Considerazioni sul processo criminale, Napoli 1787 (trad. francese, Strasburgo 1789); In morte di G. Filangieri, Epicedio, Napoli 1788; Lettera ai censori ecclesiastici avverso le imputacioni fatte ai Saggi politici, ivi 1785; Ragionamento sulla libertà del commercio del pesce in Napoli, ivi 1789; rist. per cura di G. Solari, Torino 1917; Le dissertazioni sull'Antica Calvi, 1796-1798 (cfr. per l'autenticità G. Solari, Di un'opera poco nota di M. P., in Atti R. Acc. di Torino, LX, 1925); Sulla rel. dell'agricoltura, delle arti e del commercio allo spirito pubblico, Roma 1798; Prog. di costit. della Rep. Napol., Napoli 1799. Opere drammatiche: Gli Esuli Tebani, ivi 1782; Il Gerbino e l'Agamennone, ivi 1787; Corradino, ivi 1789; L'Emilia, commedia, ivi 1792.
Opere postume: Principii del Codice penale, Milano 1803; Logica dei probabili applicata ai giudizi criminali, ici 1806. Quest'opera era stata pubblicata dallo stesso editore Nobile in aggiunta all'ediz. cit. dei Principii, ecc., col titolo di Teoria delle prove in base a un diverso manoscritto. La prima collezione delle opere del P. è quella del Nobile, Milano 1800-1803. Essa servì di base alla raccolta del Ruggia, Lugano 1831-32 (2ª ediz. 1836-37), di Capolago 1837, di Bruxelles 1841, del Rondinella, Napoli 1848. Manca un'edizione decorosa delle opere del P.
Bibl.: Elogio storico di F. M. P. scritto da Fl. Massa in fine al vol. III (dell'ediz. dei Saggi politici, da lui curata, Milano 1800-1801; De Tommasi, in Biog. di uomini illustri, VII, Napoli 1819; G. B. Gamba, Notizie intorno alla vita e alle opere di F. M. P., premesse all'ed. dei saggi estetici, Venezia 1825; E. Rocco, Cenni sulla vita e sulle opere di F. M. P., introduttivi all'ediz. da lui curata del Processo criminale, Napoli 1833; G. V., M. P., nella biografia del Tibaldo, VII, Venezia 1840; C. Perrone, Storia della rep. partenopea, Napoli 1860, pp. 487-500; M. Kerbacker, M. P., ivi 1870; M. d'Ayala, Vite degli italiani, ecc., Roma 1883, p. 463-86; M. Lacava, M. P., Rionero 1889; id., Per l'inaugurazione del monumento a M. P. a Brienza, Potenza 1891. Notizie sulla vita del P. si trovano negli scritti di G. Fortunato, M. Rossi, L. Conforti, A. Simioni e soprattutto di B. Croce. Manca una monografia completa sulla vita e le opere del P. Cfr. per il suo pensiero: M. Finzi, P. criminalista, Torino 1915; G. Del Vecchio, Effetti morali del terremoto in Calabria secondo M. P., Bologna, 1914; G. Solari, Intorno agli scritti economici di M. P., in Riforma sociale, XXVIII; id., Vico e Pagano, in Rivista int. di filosofia del diritto, V; id., L'attività legislativa di M. P. nel governo repubblicano del 1799 a Napoli, in Annali dell'Istituto Sup. di magistero del Piemonte, VII, 1933; G. Gentile, Storia della filos. i Italia dal Genovesi al Galluppi, 2ª ed., Milano 1930.