MARTELLI, Francesco
– Nacque a Firenze il 19 genn. 1633 da Marco e da Lucrezia di Francesco Ferdinando Franceschi, fratello del letterato Lorenzo. Il M. fu il primogenito di sette figli nati dall’unione; da un precedente matrimonio del padre con Maria di Baccio Martelli erano nate due figlie.
Il padre aveva svolto un importante ruolo nel riqualificare le finanze familiari, stipulando accordi e alleanze commerciali con altre importanti famiglie fiorentine come gli Acciaiuoli, i Salviati, i Corsini, e consolidando la posizione della compagnia familiare a Roma. Nel 1637 fu nominato senatore da Ferdinando II de’ Medici; fu anche membro dell’Ordine di S. Stefano e nel 1662 ne fu nominato cancelliere.
La preminente posizione della famiglia nel panorama del patriziato fiorentino assicurò al M. la nomina a canonico del capitolo della cattedrale di Firenze, nel quale risulta presente dal 1648. Compì studi di diritto presso l’ateneo pisano, addottorandosi in utroque iure nel 1656. Rinunciato al canonicato fiorentino in favore di Lorenzo Panciatichi, si trasferì durante il pontificato di Alessandro VII a Roma, dove fu referendario di entrambe le Segnature tra il 1661 e il 1701. Nel 1662 fu inviato come governatore a Faenza e l’anno successivo era a Ferrara in qualità di vicelegato. Nel 1666 ricoprì la carica di governatore a Spoleto. Dal 1668 fu ponente presso la congregazione del Buon Governo. Nel corso del 1673 negli ambienti curiali si parlò di una sua possibile promozione a nunzio in Francia, grazie al sostegno del cardinale Francesco Nerli, ma le manovre non andarono a buon fine.
Il M. fu designato nunzio in Polonia il 1° ag. 1675, in sostituzione di Francesco Buonvisi, passato alla nunziatura di Vienna. Subito dopo prese i voti: in rapida successione fu ordinato sottodiacono il 25 ag. 1675, diacono il 1° settembre e sacerdote l’8 sett. 1675. Il giorno dopo fu nominato vescovo di Corinto e il 20 settembre assistente al soglio pontificio. Lo stesso giorno ricevette le facultates per l’incarico di nunzio. Giunto a Cracovia il 24 dic. 1675, il M. protrasse la sua permanenza in Polonia fino ai primi mesi del 1681, essendo stato ufficialmente sostituito da Obizzo Pallavicini alla fine dell’anno precedente.
Durante il suo mandato si occupò delle questioni diplomatiche sorte tra il re di Polonia, Giovanni III Sobieski, e i Paesi vicini, soprattutto al fine di sollecitare alleanze in funzione antiturca. Si trattava di mediare in una situazione assai delicata a causa dei reciproci sospetti e diffidenze esistenti tra il re polacco, la corte di Vienna, lo zar. Il M. aggiornò costantemente le autorità romane, mantenendosi in stretto contatto con il cardinale segretario di Stato Alderano Cibo sugli sviluppi relativi ai paventati progetti del re polacco di muovere contro Mosca e il Brandeburgo, sugli aiuti forniti ai ribelli ungheresi o sull’influenza del partito francofilo alla corte di Giovanni III. La situazione sembrò avere una svolta positiva in seguito all’elezione al soglio pontificio di Innocenzo XI (21 sett. 1676), disponibile al riconoscimento del titolo di zar a Feodor (Teodoro) III Romanov in cambio dell’appoggio di quest’ultimo a una lega contro i Turchi. Nei primi mesi del 1677 si fornirono in tal senso istruzioni al M., che fu presente come padrino al battesimo del figlio di Giovanni III, Aleksander Benedykt. Ma il progetto fallì e anche negli anni successivi, fintanto che il M. continuò nel suo incarico, non si compirono sostanziali passi in avanti in direzione di un’alleanza contro i Turchi. Tuttavia il M. continuò nei suoi tentativi e nel 1679 pronunciò alla Dieta di Grodno un’orazione in latino per sostenere la necessità di un’alleanza con lo zar e l’imperatore contro gli Ottomani. L’orazione fu stampata a Varsavia, poi tradotta in italiano e pubblicata a Venezia. Richiamato a Roma, il M. stese una relazione sul suo viaggio di ritorno, rimasta manoscritta, nella quale annotò le peculiarità dei luoghi attraversati e fornì un ragguaglio sulle monete utilizzate in Polonia, che riprendeva idealmente quanto già esposto da Galeazzo Marescotti in una memoria sulla Polonia stesa al termine del suo mandato come nunzio nel 1670 (cit. in Ciampi, p. 325).
Al suo ritorno, il M. fu assegnato alla congregazione del Concistoro e nel 1686 fu nominato segretario della congregazione dell’Immunità ecclesiastica. Nel luglio 1691, divenuto papa Innocenzo XII, ricevette la nomina a segretario della Sacra Consulta; fu poi presente, almeno dal 1694, nella congregazione dei Confini e nella congregazione Fermana. Il 4 maggio 1691, il M. fu annoverato nell’Accademia dell’Arcadia, da poco fondata, con il nome di Melisseo Trochio e si distinse nella composizione di versi latini. Il 21 luglio 1698 gli fu conferito il titolo di patriarca di Gerusalemme.
Fu creato cardinale nel concistoro del 17 maggio 1706, e ricevette la berretta cardinalizia con il titolo di S. Eusebio il 25 giugno successivo. Continuò in seguito a essere presente nella congregazione dell’Immunità ecclesiastica e in quella dell’Indice. A causa dell’accentuarsi dei disturbi dovuti alla gotta, già manifestatisi durante la sua permanenza in Polonia, negli ultimi anni si ritirò a vita privata.
Il M. morì a Roma il 28 sett. 1717; il 30 settembre furono celebrate le esequie nella chiesa di S. Agostino, dove fu sepolto. La salma fu successivamente traslata a Firenze nella cappella di famiglia nella chiesa di S. Gaetano.
Tra i suoi familiari, va ricordato il fratello Niccolò, che seguì le orme paterne nel consolidare le finanze familiari, grazie anche al matrimonio con Teresa Cecilia, figlia del marchese Carlo Gerini; dai figli nati dall’unione si distinse Giuseppe Maria, che tra il 1722 e il 1740 fu arcivescovo di Firenze.
Fonti e Bibl.: Arch. segr. Vaticano, Segr. di Stato, Polonia, bb. 91-98; 183-184A; G.M. Crescimbeni, Notizie istoriche degli Arcadi morti…, I, Roma 1720, pp. 133-136; A. Theiner, Vetera monumenta Poloniae et Lithuaniae…, III, Romae 1863, pp. 635, 640-647, 669-671; F. de Bojani, Innocent XI. Sa correspondance avec ses nonces, I, Affaires politiques, 1676-1679, Rome 1910, passim; II, Affaires ecclésiastiques et le gouvernement de Rome, 1676-1679, ibid. 1910, ad nomen; III, Affaires politiques, 1680-1684, ibid. 1912, ad nomen; H.D. Wojtyska, Acta nuntiaturae Polonae, De fontibus eorumque investigatione et editionibus. Instructio ad editionem. Nuntiorum series chronologica, I, Romae 1990, pp. 275 s. e ad ind.; Acta nuntiaturae Polonae, XXXIV, 1-2, Opitius Pallavicini (1680-1688), a cura di M. Domin-Jačov, Romae 1995-97, ad indices; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali…, VIII, Roma 1794, p. 77; S. Ciampi, Bibliogr. critica delle antiche reciproche corrispondenze… dell’Italia colla Russia, colla Polonia ed altre parti settentrionali, I, Firenze 1834, p. 325; A.M. Trivellini, Il cardinale Francesco Buonvisi nunzio a Vienna (1675-1689), Firenze 1958, ad ind.; L. von Pastor, Storia dei papi, XIV, 1, Roma 1961, p. 651; XIV, 2, ibid. 1965, ad ind.; Gli Arcadi dal 1690 al 1800. Onomasticon, a cura di A.M. Giorgetti Vichi, Roma 1977, p. 176; R. Ago, Carriere e clientele nella Roma barocca, Bari 1990, pp. 83 s.; Chr. Weber, Die ältesten päpstlichen Staatshandbücher. Elenchus congregationum, tribunalium et collegiorum Urbis, 1629-1714, Roma 1991, p. 127; Legati e governatori dello Stato pontificio, 1550-1809, a cura di Chr. Weber, Roma 1994, pp. 763 s.; Genealogien zur Papstgeschichte, a cura di M. Becker - Chr. Weber, IV, Stuttgart 2001, p. 689; Die päpstlichen Referendare 1566-1809. Chronologie und Prosopographie, III, a cura di Chr. Weber, Stuttgart 2004, p. 724; Hierarchia catholica, V, pp. 24, 173, 220; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. v. Martelli di Firenze.