MAUROLICO, Francesco
Figlio di un medico bizantino, che, sfuggendo ai Turchi, si era rifugiato in Sicilia, nacque a Messina il 19 novembre 1494 e ivi morì il 21 luglio 1575. Fu benedettino; con le opere, col consiglio, nei pubblici uffici, partecipò attivamente al governo dello stato.
Dottissimo in ogni ramo dello scibile del suo tempo, scrisse opere di matematica, di astronomia, di ottica, di musica, di architettura, di geografia, di storia naturale, di storia civile e religiosa e anche di poesia. Ideò e descrisse strumenti ottici e astronomici, disegnò carte geografiche, diresse costruzioni di chiese, di fontane, di fortificazioni.
Gran parte dei suoi scritti, rimasta inedita, andò dispersa. Delle opere a stampa hanno particolare importanza per la storia del pensiero scientifico le traduzioni dal greco dei Fenomeni di Euclide, delle Sferiche di Teodosio e di Menelao, del libro di Autolico sulla sfera mobile (Messina 1558), e la parafrasi delle ricerche di Archimede sui centri di gravità (Palermo 1685). Negli Arithmeticorum libri duo (Venezia 1575) M. applicò - sembra, per primo - il cosiddetto principio d'induzione (v. induzione). E, a quanto pare, egli osservò tre giorni prima di T. Brahe la Nova, apparsa nel 1572 in Cassiopea.