Scultore (Montevarchi 1580 - Roma 1654). A Firenze fece il suo apprendistato presso il pittore Santi di Tito e, trasferitosi a Roma, fu aiuto dello scultore vicentino C. Mariani, rivelandosi presto tra i più significativi innovatori della scultura del primo Seicento. La sua ricerca di effetti luministici e pittorici e l'interesse per il movimento e l'espressione psicologica mostrano l'integrazione di raffinati stilemi manieristici toscani e veneti con una forte sensibilità per il naturalismo di matrice caravaggesca. Dopo il giovanile gruppo dell'Annunciazione (1605-08, Orvieto, Opera del Duomo), eseguì, tra l'altro, la S. Marta (1612) per la cappella Barberini in S. Andrea della Valle e, a Piacenza, realizzò i monumenti equestri in bronzo a Ranuccio e ad Alessandro Farnese (1612-29). Dopo la Veronica (1635-40) per una nicchia dei piloni della cupola di S. Pietro, gli furono affidate altre importanti commissioni (Battesimo di Cristo, 1634-44, per S. Giovanni dei Fiorentini, ora a palazzo Braschi; S. Pietro e S. Paolo, 1638-52, per S. Paolo fuori le mura, ora sulla porta del Popolo) che però, non inserendosi nel gusto barocco allora dominante per una nuova asciuttezza ed essenzialità dell'esecuzione, gli vennero rifiutate.