NASELLI, Francesco
– Nacque, con ogni probabilità a Ferrara, attorno al 1570, di «molto antica famiglia di Ferrara» (Baruffaldi, 1846, p. 37); fu figlio del pittore Ippolito (al quale potrebbe spettare un disegno conservato a Oxford: J. Byam Shaw, Drawings by old masters at Christ Church, Oxford 1976, p. 241 n. 912).
È attestato per la prima volta nel 1590 (Cittadella, 1864, p. 616). Le fonti lo dicono allievo di Giuseppe Mazzuoli, il Bastarolo, morto nel 1589, ma non si può escludere un discepolato presso il padre. Una lettera del 1598 documenta un viaggio compiuto a Roma e una certa fama raggiunta dall’artista, il quale visse forse sempre in patria e si formò sugli esempi di Ludovico Carracci e Carlo Bononi, da cui trasse una pennellata opaca e larga. Frequentò nel 1615 l’Accademia del nudo del concittadino Jacopo Bambini.
Attorno al 1600 dipinse alcune tele, oggi perdute, per l’oratorio della Scala a Ferrara. Nel 1604 si recò a Reggio Emilia per copiare in S. Prospero – su commissione di Margherita Gonzaga, vedova di Alfonso II d’Este – la Notte del Correggio (Dresda, Gemäldegalerie) e, probabilmente, un Compianto su Cristo morto di Annibale Carracci (oggi disperso). Le due tele, destinate alla chiesa di S. Orsola di Mantova, si conservano oggi rispettivamente nel Museo di Palazzo ducale e nella Biblioteca comunale (L’Occaso, 2005).
Risulta difficile scalare cronologicamente le opere dell’artista, mai provviste di data o firma, e la sequenza proposta da Girolamo Baruffaldi (1846) è inattendibile. La S. Francesca Romana in S. Giorgio a Ferrara non è infatti prova degli esordi ma risale al1612 (Ghelfi, 2011, p. 102). Per la stessa chiesa e nello stesso anno Naselli dipinse due copie da affreschi di Ludovico Carracci e Guido Reni in S. Michele in Bosco; identiche copie, pure riferite a Naselli, sono in S. Bartolomeo a Rovigo (Romagnolo, 2000). In S. Giorgio si assegnano a Naselli anche l’Adorazione dei magi e la Circoncisione nel presbiterio, da perduti originali dello Scarsellino e di Ludovico Carracci (Riccomini, 1969, p. 29). L’attività di copista fu comune a tutti gli artisti ferraresi della generazione di Naselli, che replicavano le pale d’altare asportate dalle chiese cittadine dopo la devoluzione della città allo Stato pontificio. Tra le molte copie da opere celebri riferite a Naselli, alcune risultano dipinte – come ha già notato Ghelfi (2011, p. 133) – con stili e modi diversi, sì da far dubitare dell’effettiva unità di mano. Al pittore si attribuiscono copie da Reni, Ludovico e Agostino Carracci, Dosso Dossi, Garofalo, Ortolano, Francesco Vanni e persino Jacopo Bassano (la Fuga in Egitto nella sagrestia di S. Maria in Vado a Ferrara, dall’originale del Toledo Museum of Art di Toledo, Ohio; L’Occaso, 2011). Numerose sono poi le copie da Guercino.
Nella certosa di S. Cristoforo a Ferrara sono di mano di Naselli un S. Sebastiano curato da Irene, dall’originale oggi nella Pinacoteca nazionale di Bologna; un David e Abigail, dal quadro appena emerso sul mercato antiquario (Vienna, Dorotheum, 13 ottobre 2010, lotto 370); un S. Girolamo scrivente, da un particolare della pala del duomo di Reggio Emilia, del 1626; un Pentimento di s. Pietro del quale si ignora il prototipo. Talvolta i prestiti da altri artisti sono meno palesi: nell’Adorazione dei pastori della Pinacoteca civica di Cento (Giovannucci Vigi, 1988) il pastore seduto deriva dal Giove allattato dalla capra Amaltea di Giulio Romano (Hampton Court, The Royal Collection) attraverso l’incisione di Giulio Bonasone. La Madonna con il Bambino tra s. Francesco e s. Rocco nella cappella del Sacramento del duomo ferrarese, riferita a Naselli alla data 1620 (Giovannucci Vigi, 1992), cita il Giorno del Correggio (Dresda, Gemäldegalerie).
Tra le opere d’invenzione vi sono soprattutto pale d’altare di taglio post-tridentino e rigidamente devozionale, ma i documenti d’archivio riferiscono a Naselli anche soggetti mitologici e allegorici. Talvolta le fonti ferraresi sette e ottocentesche esitano tra il suo nome e quelli del Bastarolo e di Antonio Bonfanti, accomunati da un simile fare pittorico. Il catalogo dell’artista, impostato da Eugenio Riccomini (1969), è stato rivisto da Barbara Ghelfi (2011, pp. 218 s.). Tra altre, sono creazioni proprie di Naselli, in chiese ferraresi la citata S. Francesca Romana, un S. Girolamo in S. Giuseppe e una Madonna col Bambino e i ss. Giovanni Battista, Bonaventura e Sebastiano in S. Francesco. Di buona qualità è una Salomè passata sul mercato antiquario (Genova, Boetto, 31 maggio 2010, lotto 105) e a lui riferita.
Tra le molte opere attribuite, alcune delle quali discusse o poco convincenti: nella chiesa del seminario a Finale Emilia una Madonna con il Bambino e i ss. Rocco e Sebastiano (Frabetti, 1972, pp. 69 s.); in S. Maurelio a Ferrara un S.Girolamo, un’Adorazione dei magi e un’Annunciazione (Lombardi, 1974); la S. Monica che veste s. Agostino nell’abbazia benedettina di Saint Meinrad (Indiana; Frabetti, 1972, p. 70 n. 126); due copie da un perduto S. Giovanni a Patmos dell’Ortolano, nella Fondazione Cini di Venezia (Bacchi, 1990) e nel Musée des beaux-arts di Nantes (Sarrazin, 1994); un S. Giovanni Evangelista di collezione privata (Fioravanti Baraldi, 1981); il S. Sebastiano e un manigoldo della Pinacoteca di Brera (De Marchi, 1996).
Numerosissime le opere non rintracciate, quasi tutte già a Ferrara. Un primo elenco redatto da Riccomini (1969, p. 68 nn. 1-45) è integrato da Ghelfi (2011, pp. 219 s.); perduti sono anche una «Sfida di Apollo, e Marsia – in tela» già nell’Ateneo civico (Cittadella, 1844), un Cristo in Emmaus in S. Rocco, un Presepe in S. Caterina Martire e un «sotto in sù, che rappresenta la B.V. Assunta» pressola chiesa deiteatini (Giumanini, 1998, pp. 199, 212, 215). Per la Pinacoteca civica (nazionale dal 1958) transitarono anche due pale d’altare provenienti da S. Andrea: una Madonna con s. Agostino e due monache, della quale si tentò la vendita nel 1927 ma che fu depositata due anni dopo in S. Giustina, e un S. Girolamo oggi non rintracciato ma documentato da una fotografia presso la Fondazione Zeri di Bologna.
Nel 1622 Naselli fu a Modena, dove copiò per il duca Cesare d’Este la Madonna di s. Giorgio del Correggio (Ghelfi, 2011, p. 218), e nel 1626 dipinse alcune tele, disperse, forse Storie del Battista, per l’oratorio dell’Invenzione della Croce di Reggio Emilia (Ceschi Lavagetto, 1999).
Sono ignoti il luogo e la data di morte dell’artista. Infatti non morì attorno al 1630, come sinora creduto, ma fece testamento nel 1635 dichiarando di essere «di mente, senso, e buono intelletto, ed anco del corpo» (Ghelfi, 2011, p. 255 doc. 56).
Fonti e Bibl.: C. Brisighella, Descrizione delle pitture e sculture della città di Ferrara (sec. XVIII), a cura di M.A. Novelli, Ferrara 1991, ad ind.; L.N. Cittadella, Indice manuale delle cose più rimarcabili...della città e borghi di Ferrara, Ferrara 1844, p. 101; G. Baruffaldi, Vite de’ pittori e scultori ferraresi, II, Ferrara 1846, pp. 37-43; L.N. Cittadella, Notizie relative a Ferrara, Ferrara 1864, pp. 616 s.; E. Riccomini, Il Seicento ferrarese, Milano 1969, pp. 28-31, nn. 13-24, 68, nn. 1-45 (con bibl.); G. Frabetti, Manieristi a Ferrara, Ferrara 1972, pp. 69 s., nn. 125-126; T. Lombardi, I francescani a Ferrara, III, Bologna 1974, pp. 36 s., 40; A.M. Fioravanti Baraldi, La pittura a Ferrara nel secolo XVII, in La chiesa di S. Giovanni Battista..., Milano 1981, p. 119; A. Mezzetti - E. Mattaliano, Indice ragionato delle «Vite de’ pittori e scultori ferraresi» di Gerolamo Baruffaldi, III, Ferrara 1983, pp. 80 s.; B. Giovannucci Vigi, in La «candida rosa»... (catal., Cento), Bologna 1988, pp. 136 s. n. 28; A. Bacchi, Dipinti ferraresi dalla collezione Vittorio Cini (catal., Venezia), Vicenza 1990, pp. 92-95 n. 14; B. Giovannucci Vigi, La cattedrale di Ferrara, Milano 1992, p. 32; B. Sarrazin, Catalogue raisonné des peintures italiennes du Musée des beaux-arts de Nantes: XIIIe-XVIIIe siècle, Paris 1994, pp. 150 s. n. 91; A.G. De Marchi, in Pinacoteca di Brera. Addendae apparati generali, Milano 1996, p. 180 n. 135; M.L. Giumanini, Le soppressioni a Ferrara nell’età napoleonica (1797-1814), in Atti e memorie della Deputazione provinciale ferrarese di storia patria, s. 4, XV (1998), ad ind.; P. Ceschi Lavagetto, Un percorso per immagini: l’oratorio dell’Invenzione della S. Croce, in Il Seicento a Reggio. La storia, la città, gli artisti, a cura di P. Ceschi Lavagetto, Milano 1999, p. 106; A. Romagnolo, Rovigo, in Lapittura nel Veneto. Il Seicento, I, Milano 2000, p. 424; S. L’Occaso, Margherita Gonzaga d’Este: pitture tra Mantova e Ferrara intorno al 1600, in Atti e memorie dell’Accademia nazionale virgiliana, n.s., LXXIII (2005), pp. 100-114; B. Ghelfi, Pittura a Ferrara nel primo Seicento..., Ferrara 2011, pp. 217-221 (con bibl.) e ad ind.; S. L’Occaso, Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Catalogo generale delle collezioni inventariate. Dipinti fino al XIX secolo, Mantova 2011, p. 253 n. 293.