NEGRI, Francesco (Francesco Buonamonte)
Nacque nel 1500 di famiglia nobile, a Bassano; probabilmente morì a Cracovia nel 1563. Fu benedettino, ma uscì dall'ordine nel 1525, e passò di là dalle Alpi "purioris religionis causa". Dal 1529 al 1537 vive a Strasburgo, salvo un breve ritorno in Italia nel 1530. Nel 1538 è a Chiavenna, dove tiene una scuola umanistica, e prende parte alle discussioni suscitate dagli eretici italiani, schierandosi dalla parte dell'anabattista radicale Camillo Renato. Del resto è annoverato fra i partecipanti ai leggendarî "Collegia Vicentina", ai quali fa capo la tradizione dell'anabattismo italiano del sec. XVI. Verso il 1555 il N. lascia Chiavenna per Tirano; e quando gl'Italiani non sono più tollerati nelle leghe retiche, per la situazione politica e per le dispute sollevate dal loro radicalismo, anche il N. si reca in Polonia, dove diviene pastore della congregazione antitrinitaria di Pińczów, membri della quale furono Giampaolo Alciati, Valentino Gentile, Giorgio Biandrata, Bernardino Ochino.
Il N. scrisse operette di devozione, un poemetto latino, Rhetia, sive de situ et moribus Rhetorum, e traduzioni, la più importante delle quali è quella del messaggio alla nobiltà tedesca di Lutero; ma la sua opera più importante è la tragedia Il libero arbitrio, dove dà sfogo alla sua indignazione anticlericale di tipo umanistico, raggiungendo a volte una certa efficacia di eloquenza. Il N. non prende in essa una posizione molto originale, né sembra difendere idee peculiarmente anabattistiche o antitrinitarie. Ebbe moglie e un figlio, Giorgio, che pare siano rimasti in Polonia alla sua morte.
Bibl.: G. Zonta, F. N. l'eretico e la sua tragedia del libero arbitrio, in Giorn. storico d. lett. ital., LXVII e LXVIII (1916), pp. 265-324, 108-160.