Novati, Francesco
Erudito e filologo (Cremona 1859 - Sanremo 1915), scolaro a Pisa di A. D'Ancona; insegnò per un trentennio (1883-1915) storia comparata delle letterature neolatine nella R. Accademia scientifico letteraria di Milano, con brevi intervalli nelle università di Palermo e Genova. Fondò nel 1883, con A. Graf e R. Renier, il " Giornale storico della letteratura italiana "; fu presidente della Società storica lombarda, cui diede nuovo impulso valorizzando l' " Archivio storico lombardo ", nonché della Società bibliografica italiana; ideò e diresse (1904-1913) " Studi medievali ". La morte interruppe due opere di capitale importanza: l'edizione critica delle Epistole dantesche e il volume su Le origini per la collezione vallardiana, continuato e compiuto da A. Monteverdi (1926).
L'esegesi dantesca, pur non costituendo il centro maggiore dei suoi interessi di studioso, fu continuamente implicata nel vastissimo raggio delle sue attenzioni erudite, cosicché già tra i primi suoi scritti troviamo una signorile e documentatissima polemica con A. Borgognoni a proposito di Dante da Maiano (Ancona 1883); più tardi, fondato a Milano con G. Negri il Comitato lombardo della Società dantesca (1896), offrì contributi danteschi sempre più frequenti, soprattutto usando la propria erudizione per sciogliere particolari quesiti storico-ermeneutici: per esempio, negando valore di testimonianza cronachistica all'accenno biografico di Ubaldo Bastiani da cui si era indotto un pubblico insegnamento di D. in Umbria (in " Bibl. - Scuole ital. " vici [1890] 17-18), oppure fornendo lumi all'esatta interpretazione di luoghi come Pg VIII 8 e 80-81. Del lavoro preparatorio all'edizione critica delle Epistole poté giovarsi soltanto per la lettera a Moroello Malaspina, pubblicata nel volume miscellaneo D. e la Lunigiana (1909): ma è soprattutto per merito suo che rimase acquisita agli studiosi successivi l'autenticità di codici fondamentali, come il Vaticano Palatino 1729.
I contributi danteschi più personali e preziosi del N. furono raccolti nel volume Freschi e mini del Dugento (Milano 1908), che fin dal titolo rivela il gusto sottile dei suoi restauri, i quali pur nell'assoluta probabilità erudita conservano un sapore quasi di aristocratico collezionismo.
Bibl. - K. Vossler, in " Literaturblatt fúr Germanische und Romanische Philologie " XXVIII (1907) 3-4; A. Sepulcri, Bibl. - gli scritti di F.N. fino a tutto il 1908, con un medaglione di H. Cochin, Milano 1908; F.N., vol. miscellaneo commemorativo con aggiornamento della bibliogr. del Sepulcri, ibid. 1917; V. CIAN, in " Bull. " VIII (1896) 165-175; ID., in " Nuova Antol. " CLVII (1916) 345-351; E. Gorra, Riprendendo il cammino, in " Giorn. stor. " LXVII (1916) 1-16; M. Scherillo, F.N. e gli studi danteschi in Italia, Milano 1918; P. Hazard, Un historien du genie latin, in " Études italiennes " ott. 1919; V. Rossi, in Scritti di critica letteraria, III, Firenze 1930.