NOVATI, Francesco
Filologo, nato a Cremona il 10 gennaio 1859, morto a San Remo il 27 dicembre 1915. Fu allievo a Pisa di Alessandro D'Ancona. Insegnò storia comparata delle letterature neolatine nella R. Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove esordì come incaricato (1883-86) e ritornò poi come professore titolare (1890-1915), dopo un breve intervallo trascorso nelle università di Palermo e di Genova.
Fu uno dei maggiori e migliori rappresentanti di quel cosiddetto metodo storico, che, da poco introdotto in Italia, mirava a rinnovarvi gli studî letterarî. Fondò anzi nel 1883 con A. Graf e con R. Renier il Giornale storico della letteratura italiana, che fu e rimase l'organo massimo di quell'indirizzo. E vi tenne fede in tutta la sua molteplice e indefessa attività d'indagatore e di critico, salvandosi dai pericoli della cieca erudizione col suo innato e via via affinato buon gusto. Certo la sua vivace curiosità si disperse in molti campi sì che la bibliografia dei suoi scritti comincia con Aristofane e finisce con Stendhal, toccando le letterature antiche e le moderne, la storia generale e la locale, quella delle scienze e quella delle arti, la glottologia, l'archeologia, il folklore. E si distrasse non di rado dietro argomenti minuscoli. Ma riuscì a lumeggiare spesso, con felici scoperte e con sagaci interpretazioni, notevoli problemi particolari, come appare in molti dei saggi che lasciò sparsi nei periodici e nelle miscellanee, o che, mirando ad attivare l'interesse d'un più largo pubblico, raccolse nei volumi Attraverso il medio evo (Bari 1905), A ricolta (Bergamo 1907), Freschi e minii del dugento (Milano 1908; 2ª ediz., 1925). Ma ebbe anche l'ambizione e la capacità di opere sintetiche, come provò degnamente con L'influsso del pensiero latino sopra la civiltà italiana del medio evo (2ª ediz., Milano 1899), e con quella poderosa rappresentazione della cultura medievale ch'egli scrisse per la vallardiana Storia letteraria d'Italia: Le origini (Milano 1926), lasciata incompiuta ma condotta sin verso la fine del sec. XI da A. Monteverdi. Al Medioevo il N. diede il più e il meglio di sé, anticipando genialmente molte idee che ora prevalgono nella concezione di quell'età e nella valutazione delle sue manifestazioni intellettuali, e offrendo ai medievisti un'opportuna palestra nella ben ideata e ben diretta rivista Studi medievali (1904-13). Un altro campo in cui il N. primeggiò fu quello delle indagini intorno al primo umanesimo italiano, alle quali portò un importante contributo col suo studio su La giovinezza di Coluccio Salutati (Torino 1888) e specialmente coi quattro volumi dell'Epistolario di Coluccio Salutati (Roma 1891-1911). Non va taciuto infine l'impulso che il N. diede agli studî folkloristici con varî e notevoli saggi, specialmente con quelli riguardanti le stampe popolari.
Bibl.: Cfr. il vol. miscellaneo F. N., Milano 1917, dov'è anche continuata e compiuta la Bibliografia degli scritti di F. N., Milano 1908.