MANFREDINI, Francesco Onofrio
Francesco Onofrio Figlio primogenito di Domenico Maria e Maria Spampani, nacque a Pistoia il 22 giugno 1684 e fu battezzato presso la parrocchia di S. Pietro Maggiore. Il padre ricoprì dal 1684 l'incarico di suonatore di trombone presso la cappella musicale del duomo di Pistoia. Il M. ricevette fin da giovanissimo lezioni di violino, probabilmente da Sebastiano Cherici, maestro di cappella del duomo cittadino; quest'ultimo avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella formazione del giovane, favorendo in particolare i contatti con l'ambiente musicale di Bologna. Qui il M. approfondì la pratica del violino con G. Torelli e lo studio del contrappunto con G.A. Perti e anche con un componente della famiglia Laurenti (probabilmente Bartolomeo Girolamo). Nelle memorie cittadine compilate da Cosimo Rossi-Melocchi, infatti, il M. viene indicato, oltre che come allievo di Torelli, anche come "bravo Sonatore di violino e [(] compositore al primo Professore di Bolognia [sic] che si chiama il sig[no]re Laurenti".
Lo scioglimento dell'orchestra di S. Petronio, avvenuto nel 1696, indusse il M. a lasciare Bologna per Ferrara, dove ricoprì l'incarico di primo violino presso l'Accademia dello Spirito Santo fino al 1704. In seguito ritornò a Bologna per far parte della ricostituita orchestra di S. Petronio, dapprima come violinista occasionale e quindi, dal 1709 al 1711, come violinista stabile. Risulta aggregato, inoltre, in data 20 giugno 1704, in qualità di "suonatore di violino" all'Accademia filarmonica di Bologna. Nello stesso anno il M. licenziò la sua prima opera a stampa, una raccolta di Concertini per camera, dedicata al "Signor Cavaliere Camillo Campiglia Gentiluomo di Camera dell'Altezza Reale di Toscana".
Si tratta di dodici sonate da camera articolate in quattro movimenti (a eccezione della IX e X, in tre movimenti) strutturati prevalentemente secondo l'alternanza lento-veloce. Definite nella dedica come "primi parti dei miei poveri studi", tali sonate mostrano una scrittura strumentale misurata ma efficace, che ricerca una certa affettività e dimensione espressiva, soprattutto negli adagi, conservando nello stesso tempo quel carattere di essenzialità e facilità d'ascolto tipiche di una forma sonatistica intesa sostanzialmente come intrattenimento musicale da camera.
Qualche anno più tardi, nel 1706, una sonata a tre del M. comparve in una antologia strumentale edita sempre a Bologna, segno inequivocabile del suo inserimento nel mondo musicale ed editoriale della città. Fanno parte della raccolta, infatti, sonate a tre di altri compositori, tutti esponenti di primo piano dell'ambiente bolognese, tra i quali P.P. Laurenti, G. Prandi, T. Vitali, G. Torelli.
Nel 1707 si ha notizia indiretta di un viaggio del M. alla volta di Venezia (Ricci) ma non si hanno riscontri documentari circa la sua presenza nella città lagunare.
Due anni dopo, nel 1709, il M. diede alle stampe la sua seconda opera, una raccolta di dodici sonate da chiesa per due violini e basso continuo con viola "a beneplacito".
La scrittura violinistica adottata in questa raccolta mostra una certa propensione ad accentuare il protagonismo virtuosistico dei violini, particolarmente in evidenza in alcuni passaggi solistici, caratterizzati dall'indicazione "Solo" o "Soli". La raccolta si chiude con una "Pastorale per il Santissimo Natale", una soluzione che il M. adotterà anche nell'op. 3. L'inserimento di una pastorale a conclusione di una raccolta strumentale di musica d'assieme era prassi molto diffusa in ambiente bolognese; si ritrova anche nei Concerti grossi op. 8 (1709) di Torelli, compositore che influenzò molto le scelte compositive del Manfredini.
L'esperienza bolognese del M. si concluse nel 1711, quando fu chiamato a ricoprire l'incarico di violinista e compositore presso la corte del principe Antonio (I) Grimaldi di Monaco. Al suo nuovo mecenate il compositore dedicò i concerti dell'op. 3.
La raccolta, sicuramente la più celebre del M., comprende dodici concerti, di cui quattro per violino solo, quattro per due violini e quattro concerti di gruppo. Come già accennato, l'ultimo concerto della raccolta è intitolato "Pastorale per il Santissimo Natale". I concerti dell'op. 3 presentano per la maggior parte un'articolazione formale in tre movimenti, in qualche caso preceduti da una introduzione lenta in stile da chiesa.
Nel 1724, terminato il suo servizio presso il principe Antonio, il M. ritornò a Pistoia, dove rimase per il resto della vita ricoprendo il ruolo di maestro di cappella presso il duomo della città. Qui si trovò ad affrontare nel corso degli anni lunghe e complesse dispute che lo opposero ad alcuni membri del capitolo della cattedrale e agli stessi componenti della cappella musicale. Il più delle volte le controversie riguardavano problemi inerenti la ripartizione del denaro e l'entità dei pagamenti dovuti ai musici della cappella, oppure vertevano su questioni relative alla disciplina o ai criteri utilizzati dal M. nel reclutamento dei musici, in particolare per quelli "forastieri", chiamati in occasione di festività particolari.
Sul piano strettamente compositivo, gli anni del ritorno nella città natale coincisero con un periodo di grande attività: il M., oltre a ricoprire l'incarico di maestro di cappella, era spesso chiamato a comporre musiche in occasione di festività e celebrazioni patrocinate da alcune confraternite cittadine o da eminenti personaggi del clero. Relativamente alla documentazione finora emersa, gli anni trascorsi a Pistoia furono dedicati dal M. soprattutto alla produzione oratoriale. Sebbene anche in questo caso le musiche non siano sopravvissute - un destino che accomuna tali opere con gran parte della produzione sacra del compositore - abbiamo notizia, tramite i libretti a stampa, di un numero significativo di oratori composti su commissione di alcune fra le più importanti istituzioni religiose cittadine. In particolare, l'oratorio di S. Prospero, attiguo all'omonima chiesa della Congregazione filippina, fu molto attivo, soprattutto nei decenni tra il 1720 e il 1750, nella produzione di spettacoli oratoriali, tra i quali figurano molti lavori del Manfredini. Questi, inoltre, fu spesso chiamato a comporre musiche per le celebrazioni in onore di S. Cecilia, celebrazioni patrocinate regolarmente dai gesuiti. Nel 1726, tale festività fu celebrata con particolare fasto nella chiesa di S. Ignazio. Per l'occasione fu eseguito un oratorio del M., Il discacciamento d'Adamo e d'Eva dal paradiso terrestre, cui presero parte cantanti e strumentisti provenienti da Firenze e da fuori Toscana. A questo periodo risale anche la composizione di due cantate di cui però la musica non è sopravvissuta: Il doppio sacrificio del Calvario (1725), cantata sacra a tre voci commissionata dal cardinale Carlo Agostino Fabbroni, e una "cantata pastorale" intitolata Ombrone festeggiante (1728), composta per commemorare, come si legge nel frontespizio del libretto, la "solenne adunanza degli signori Accademici Risvegliati di Pistoia [(] in segno di congratulazione, [(] all'eminentiss. e reverendiss. Sig. card. Antonio Banchieri per la sua promozione alla sacra porpora".
Nel 1730 il M. fu presente tra i violinisti dell'orchestra che prese parte alla messa in scena del Sirbace nel teatro dei Risvegliati di Pistoia, nel cui cast figurava anche il celebre cantante Caffarelli (G. Majorano). Dagli anni Trenta gli incarichi del M. che esulavano dal suo ruolo di maestro di cappella divennero meno numerosi. Nel 1752, oltre all'incarico presso il duomo, il M. fu nominato maestro di cappella della chiesa della Madonna dell'Umiltà, ma l'anno successivo fu costretto, per problemi di salute, a rinunciare all'incarico, che fu occupato per un breve periodo dal figlio Antonio. Al 1754 risalgono le ultime composizioni del M. di cui abbiamo notizia, ma di cui non è rimasta la musica: una messa e un Te Deum composti per l'elevazione al cardinalato di Giovanni Francesco Banchieri.
Il M. morì a Pistoia il 6 ott. 1762.
Dal suo matrimonio con Rosa degli Antonii nacquero complessivamente undici figli e, fra questi, molti intrapresero la carriera di musicista. Il più celebre fu sicuramente Vincenzo, teorico e compositore.
Considerata l'attuale situazione delle fonti e l'ingente quantità di musica andata perduta, soprattutto per quanto riguarda il repertorio vocale, una valutazione dell'attività compositiva del M. può essere compiuta solamente tenendo conto della sua produzione strumentale. Essa comprende, oltre alle tre raccolte stampate a Bologna, anche una raccolta di sonate apparsa postuma a Londra nel 1764, che M. Talbot (The New Grove Dict.) considera tra i frutti più interessanti della sua produzione strumentale, soprattutto per quanto riguarda l'impianto formale, in cui convivono caratteristiche tipiche dello stile da chiesa con elementi che invece sono riconducibili al repertorio da camera, come l'inserimento di movimenti di danza.
A tali opere si aggiungono anche quattro lavori inediti: uno Stabat Mater a 4 voci con violini, un Concerto a 4 con oboe e violini, un Concerto per violino solo, due violini, viola, violoncello e clavicembalo e un Concerto con una o due trombe, archi e continuo risalente al 1711. In quest'ultimo è evidente, non solo nella scelta dell'organico, ma anche nel tipo di scrittura strumentale adottata, l'influsso di Torelli. In senso più generale, l'intera produzione strumentale del M. può essere inquadrata nella tradizione stilistica e compositiva di area bolognese, sebbene sia stata notata - soprattutto nei concerti dell'op. 3 - la presenza di frequenti passaggi all'unisono che denotano una certa familiarità con i modelli strumentali di ambito veneziano.
Composizioni strumentali a stampa: Concertini per camera a violino e violoncello o tiorba, op. 1, Bologna 1704; una sonata in Corona di dodici fiori armonici tessuta da altretanti [sic] ingegni sonori A tre strumenti, ibid. 1706; Sinfonie da chiesa a due violini, col basso per l'organo & una viola a beneplacito, op. 2, ibid. 1709; Concerti a due violini, e basso continuo obbligati, e due altri violini, viola e basso di rinforzo ad arbitrio, op. 3, ibid. 1718; Six sonatas for two violins and violoncello with a through bass for the harpsichord, London 1764.
Oratori (tutti eseguiti presso l'oratorio di S. Prospero a Pistoia se non diversamente specificato): S. Filippo Neri trionfante nelle grotte di S. Sebastiano di Roma (G.B. Neri), Bologna 1719 e Pistoia 1725; Tomaso Moro (Neri), Bologna 1720 circa e Pistoia, Compagnia di S. Giuseppe in S. Andrea, 19 marzo 1727; La profezia d'Eliseo nell'assedio di Samaria (Neri), 1725; Salomone, assicurato nel soglio (D. Canavese), 1725; Discacciamento d'Adamo e d'Eva dal paradiso terrestre, Pistoia, palazzo pubblico, 1726; Il sacrificio di Gefte (Neri), Pistoia 1728; Il core umano combattuto da due amori, divino e profano (Neri), Pistoia 1729; Golia ucciso da Davide, Pistoia 1734.
Cantate: Il doppio sacrificio del Calvario, a tre voci, Pistoia, oratorio di S. Prospero, 1725; Ombrone festeggiante, Pistoia 1728.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Mss. Rossi-Cassigoli, 192: C. Rossi-Melocchi, Memorie antiche, c. 135r; G. Rospigliosi, Notizie dei maestri e artisti di musica pistoiesi, Pistoia 1878, p. 13; C. Ricci, I teatri nei secoli XVII e XVIII, Bologna 1888, p. 386; L. Fagni, Vicende della vita pistoiese di F. M., 1724-1762, tesi di laurea, Università di Firenze, 1967; U. Pineschi, Precisazioni biografiche su F. M., in Bull. stor. pistoiese, s. 3, LXX (1968), 2, pp. 135 s.; G. Favre, Un prince mélomane au XVIIIe siècle: la vie musicale à la cour d'Antoine Ier, prince de Monaco (1661-1731), in Revue de musicologie, LVII (1971), pp. 134-149; M. Bartolozzi, Le musiche strumentali di F. M., Pistoia 1980; P. Santini, F. M. e L. Giustini musicisti pistoiesi, Pistoia 1986; J. Grundy Fanelli, La musica per la chiesa e l'oratorio di S. Prospero nel Sei-Settecento, in Bull. stor. pistoiese, s. 3, XCII (1990), pp. 59-76; Id., The Manfredini family of musicians of Pistoia, 1684-1803, in Studi musicali, XXVI (1997), pp. 187-232; Id., A chronology of operas, oratorios, operettas, cantatas and miscellaneous stage works with music performed in Pistoia 1606-1943, Bologna 1998, ad ind.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, pp. 608 s. (s.v. Manfredini); The New Grove Dict. of music and musicians, XV, pp. 752 s.