PAGLIA, Francesco
PAGLIA, Francesco. – Figlio di Antonio e di Laura, fu battezzato il 6 ottobre 1635 in S. Giovanni Evangelista a Brescia (Boselli, 1964, p. 124).
Pellegrino Antonio Orlandi (1704, p. 177) lo ricorda «scolaro del Guercino […] letterato, galante, compito, e virtuoso Pittore». Lo stesso Paglia, che si definì «Scrittore dell’Arte Pittoresca», dedicò al maestro emiliano un epitaffio (F. Paglia. Il Giardino della Pittura, 1967, pp. 821, 863). Leonardo Cozzando (1685, p. 127) cita «l’eccellenza del suo penello» e il volume «nel quale con vago, e curioso dialogo introduce egli interlocutori la Pittura, e Poesia».
Morto il Guercino nel 1666, Paglia lasciò Bologna e rientrò a Brescia recandosi spesso a Venezia: Marco Boschini (1674, p. 50) segnala che stava dipingendo sedici tele con Ss. benedettini in S. Nicolò al Lido (perdute) e in una lettera del 18 maggio 1675 a Leopoldo de’ Medici lo indica tra «quei pittori che in Venezia hanno grido [...] parte opera in Venezia e parte in Brescia» (L. Procacci - U. Procacci, 1965, p. 101). Tra le tele giovanili si ricordano: S. Francesca Romana (Verona, S. Maria in Organo; Guzzo, 1983, pp. 124-132) e S. Barbara (coll. priv.; Roio, 2004, pp. 47-49).
Il ruolo di scrittore è richiamato da Giulio Antonio Averoldo (1700, p. 255) e da Giovanni Battista Carboni (1760, pp. XVIII-XXI), che vide il manoscritto de Il Giardino della Pittura presso le eredi di Antonio Paglia, figlio di Francesco e descrisse l’opera: «la Pittura […] va guidando la Poesia per la Città, indicandole le insigni Pitture e Sculture, che esistono sì in pubblico, che nei privati Palazzi».
La Biblioteca Queriniana di Brescia ne conserva cinque manoscritti (si veda la pubblicazione a cura di C. Boselli: F. Paglia, Il Giardino della Pittura…, Supplemento ai ‘Commentari dell’Ateneo di Brescia’ per il 1967, Brescia, I-II; cfr. inoltre Boselli, 1960). I due autografi sono ricondotti agli anni 1660-75 e 1680-90; degli altri tre apografi, due, dedicati al «Territorio Bresciano» e alle «Città principali d’Italia, e dell’Europa», sono attribuiti alla seconda metà del sec. XVIII, il terzo è una copia ottocentesca cui seguono le pagine di un’edizione parziale a stampa (1708-13; Guzzo, 1990, pp. 23-25; Valotti, 1995, p. 127; Consadori, 2005, pp. 367-369).
Al settimo decennio sono assegnati i dipinti delle chiese di S. Michele Arcangelo a Cailina (1663-65) e di S. Maria in S. Lorenzo a Cogozzo (1665-70) (Stradiotti, 1994, pp. 106, 116) e al 1669 si datano gli affreschi di palazzo Fogaccia a Clusone realizzati con il quadraturista Pietro Antonio Sorisene (Id., 1987, p. 239). S. Antonio da Padova tra i ss. Sebastiano, Rocco e Nicola da Tolentino (Brescia, S. Maria della Carità), del 1672 (Massa, 1987, p. 93), citato da Lanzi (1795-96, p. 189), mostra come nella pittura di Paglia l’influsso del Guercino si innestasse sulla tradizione pittorica bresciana dei ‘palmeschi’ Francesco Giugno e soprattutto Antonio e Bernardino Gandino.
Altre opere databili con certezza sono: La nascita del Battista (1673, Telgate, S. Giovanni Battista), due Figure allegoriche femminili (1673, coll. priv.; Conforti, 1992, pp. 44-46), La Madonna del Rosario (1674; Roé Volciano; Loda, 2002, pp. 186-189), gli affreschi con Storie di s. Giuseppe realizzati con l’allievo Giovanni Battista Festa (1675, Berzo, Natività di Maria). Al 1675 circa è da assegnare anche La carità di s. Lucio con le ss. Caterina d’Alessandria e Lucia (Brescia, S. Giuseppe), il cui altare fu concesso il 14 giugno di quell’anno al «Paratico de’ Formaggiari» per «riporvi s. Lucio loro Protettore» (Prestini, 1989, pp. 90, 233 s.). A queste di accostano: La Madonna con il Bambino appare a s. Giorgio (1670 circa, Cellatica, S. Giorgio), Abramo e gli angeli (1670-75, Verona, Museo di Castelvecchio, già coll. Turco; Calabi, 1935, p. 58; Guzzo 1990, p. 31), Quattro figure allegoriche femminili (1670-75, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo; Dalerba, 2006, pp. 136-145), L’Assunzione della Vergine (1672-75, Brescia, S. Giovanni Evangelista), Il martirio di s. Caterina (1672-75, Zagabria, coll. Panajotov, già Brescia, S. Pace), La Vergine dell’Immacolata Concezione con i ss. Chiara, Agnese, Bonaventura e Polissena (1675 circa, Milano, Pinacoteca di Brera, già Brescia, S. Chiara; Olivari, 1989, pp. 127-129), La Madonna con il Bambino in gloria e i ss. Francesco d’Assisi, Rocco e Sebastiano (1675 circa, Roncadelle, S. Bernardino da Siena) e Cristo Redentore con i ss. Pietro e Paolo (1675-80, Travagliato, Ss. Pietro e Paolo). Al 1683 sono riferiti i disegni e due madrigali nel manoscritto I Tesori della Divina Provvidenza… (Brescia, Biblioteca Queriniana, I.I.6) redatto in occasione delle processioni che si svolsero a Brescia nell’aprile di quell’anno (Passamani, 1994, pp. 269-283; Passamani, 2001, pp. 177-182). Di quel periodo sono i ritratti di Fulvia Fenaroli Martinengo Cesaresco (1682-1685, coll. priv.), citato dal marito Bartolomeo Fenaroli nel 1685 (Lechi - Conconi Fedrigolli - Lechi, 2010, p. 153), Giovanni Marco Micheli (1685-1686) e Alberto Gozzi (1687), entrambi ad Asola (Anelli, 1999, pp. 343 s.), e il disegno per l’Allegoria delle vittorie di Leopoldo I d’Austria sui Turchi (1686, Monza, Villa Reale, Civica raccolta di incisioni). Negli anni Ottanta e Novanta si scalano: S. Antonio da Padova intercede presso la Madonna con il Bambino a favore del conte Ugoni (1683 circa, Pontevico, fraz. Bettegno, S. Maria Maddalena), Lo sposalizio mistico di s. Caterina e santi, commissionato da Giovanni Battista Aquisti (ante 1684, Gardone Val Trompia, S. Carlo), L’adorazione dei pastori (1685 circa, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo; Fisogni 2011, p. 47; il disegno è individuabile in un foglio dell’Accademia Carrara: (Ruggeri, 1975, s.p, AC 1378), La Madonna con il Bambino e i ss. Carlo Borromeo e Francesco di Sales e S. Maurizio (ante 1686, Brescia, S. Maria della Pace), tre dipinti nel duomo di Candiana (ante 1690; Fisogni, 2007, pp. 385-387), I ss. Carlo Borromeo, Francesco d’Assisi e Antonio da Padova intercedono per le anime del Purgatorio (1690 circa, Adro, S. Giovanni Battista), S. Gaetano Thiene riceve Gesù Bambino dalla Vergine (1690, Azzano Mella, fraz. Pontegatello; Piazza 2009, pp. 235-240), La Madonna del Carmelo con s. Giovannino appare ai ss. Ignazio di Loyola e Teresa d’Avila con il canonico Giovanni Battista Redoni (1690-92, Asola, duomo), S. Antonio da Padova (1690-95, Bardolino, S. Giorgio; Guzzo, 1990, pp. 32-34, 43), La nascita della Vergine (1692 circa, Brescia, S. Giovanni Evangelista), L’ascensione di Cristo (1692-94, Gardone Val Trompia, S. Marco; il disegno è forse quello in Corpus Graphicum…, 1969, p. 12, MF 45), Cristo Redentore (1692-94, Concesio, fraz. San Vigilio, S. Gregorio Magno), Lo Spirito Santo appare a s. Gaetano Thiene tra i ss. Caterina da Siena, Antonio da Padova, Fermo e Francesco Saverio (Urago Mella, Natività della Beata Vergine) e La Madonna intercede per le anime del Purgatorio (modificata nel sec. XVIII; ante 1695, Artogne, Ss. Cornelio e Cipriano).
L’Autoritratto degli Uffizi, citato da Fenaroli (1877, p. 194), è riconducibile al 1694 circa poiché entrò nella Galleria nel 1695 (Dalerba, 2006, p. 27), La Madonna del Carmelo appare ai ss. Felice di Valois e Diego di Alcalà (Brescia, S. Francesco d’Assisi) – già sull’altare voluto da Camillo Coradelli nel testamento del 1690 (Begni Redona, 1994, p. 193) – è detta «recente» da Averoldo (1700, p. 93), che segnala come «di fresco colorita» (p. 150) Brescia supplica la Vergine di intercedere per liberare la città dalla Peste (1695-1699, Brescia, duomo nuovo, già in S. Bartolomeo), la cui iconografia replica il gruppo scultoreo di Le Court in S. Maria della Salute a Venezia (Dugoni, 2011, pp. 307-311). La Madonna con il Bambino e s. Giuseppe appare ai ss. Benedetto, Bernardo e Romualdo (Ospitaletto, S. Giacomo Maggiore) è forse la pala che Paglia (1960, p. 102) descrisse nella chiesa dei Camaldolesi di Gussago. A cavallo dei due secoli sono: S. Nicola di Bari (1699, Bedizzole, fraz. Masciaga, Santuario), datato sotto il ritratto di Bartolomeo Landi, l’Assunzione della Vergine con le ss. Caterina d’Alessandria e Lucia (1699-1702, Bovegno, fraz. Piano, S. Maria Assunta; Loda, 2006 p. 66; Sabatti, 2006, pp. 190 s.), La Pietà con le anime del Purgatorio (1702, Capo di Ponte, S. Martino) e La Trinità(Lonato, Madonna del Corlo; ora duomo), la cui realizzazione fu deliberata nel 1703 (Piazzi, 1975, pp. 263-265). Il Ritratto della famiglia Fogaccia (Clusone, palazzo Fogaccia), commissionato dal conte Vittorio Maria, impegnò l’artista dal 1703 al 1711 (Stradiotti, 1987, p. 239) e S. Antonio da Padova in gloria tra i ss. Faustino e Giovita (post 1712, Villa Carcina, fraz. Pregno, S. Antonio da Padova), benché fosse indicato come pala di Francesco Paglia (Paglia, 1960, p. 134), è opera di collaborazione con il figlio Antonio (Valotti 1998, pp. 24 s.).
Paglia sposò Chiara Zola ed ebbe due figli: Carlo Antonio (Antonio) e Michel Angelo (Angelo), anch’essi pittori.
Morì a Brescia e fu sepolto in S. Giovanni Evangelista il 21 febbraio 1714 (Boselli, 1964, pp. 124 s.).
Fonti e Bibl.: M. Boschini, Le ricche minere…, Venezia 1674, p. 50; L. Cozzando, Della Libraria Bresciana…, Brescia 1685, pp. 127-128; Id., Vago e curioso ristretto…, Brescia 1694, ad ind.; G.A. Averoldo, Le scelte pitture di Brescia…, Brescia 1700, ad ind.; P.A. Orlandi, Abcedario pittorico, Bologna 1704, p. 177; G.B. Carboni, Le Pitture e Sculture di Brescia…, Brescia 1760, ad ind.; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, II, Bassano 1795-96, p. 189; S. Fenaroli, Dizionario degli artisti bresciani, Brescia 1887, pp. 193 s.; Allgemeines Lexikon …, XXVI, Leipzig, 1932, p. 142; E. Calabi, La pittura a Brescia… (catal.), Brescia 1935, pp. 56-58; F. P.: Il Giardino della Pittura…, a cura di C. Boselli, in Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1958, Brescia 1960, pp. 85-162; C. Boselli, La validità cronologica…, in Arte Lombarda, 1964, n. 2, pp. 124 s.; B. Passamani, La pittura dei secoli XVII-XVIII, in Storia di Brescia, III, Brescia 1964, pp. 609-611; L. Procacci - U. Procacci, Il carteggio di Marco Boschini…, in Saggi e memorie di storia dell’arte, IV (1965), pp. 100 s.; Corpus Graphicum Bergomense. Disegni inediti di Collezioni bergamasche, I, Collezioni private, Bergamo 1969, ad ind.; A. Piazzi, La Confraternita dei Disciplini e la chiesa del Corlo di Lonato, Verona 1975, pp. 263-265; U. Ruggeri, Disegni lombardi settecenteschi dell’Accademia Carrara di Bergamo, Bergamo 1975, pp. n.n., figg. 37-40, tavv. 1-4, 49; R. Stradiotti, F. P., in Brescia pittorica 1700-1760… (catal.), Brescia 1981, pp. 27-31; E. M. Guzzo, F. P. in S. Maria in Organo…, in Brixia Sacra, 1983, n. 3-4, pp. 124-134; R. Massa, Nuovi documenti …, in Brixia Sacra, 1987, n. 1-4, pp. 93, 101 s.; (R. Stradiotti) - M. Olivari, Presenza venete e bresciane, in I pittori bergamaschi…. Il Seicento, IV, Bergamo 1987, pp. 210, 239, 244, 247 s.; Id., in Pinacoteca di Brera. Scuole lombarda, ligure e piemontese 1535-1796, Milano 1989, pp. 127-129; R. Prestini, La chiesa e il convento…, in La chiesa e il convento di S. Giuseppe in Brescia, Brescia 1989, pp. 89 s., 233 s.; R. Stradiotti, P., F., in La pittura in Italia. Il Seicento, II, Milano 1989, pp. 833 s.; E.M. Guzzo, Il patrimonio artistico veronese …, in Civiltà Veronese, 1990, n. 6, pp. 23-43; L. Conforti, I moreschi, Brescia 1992, pp. 44-46; R. Stradiotti, La presenza dei pittori Paglia…, in Cultura, arte ed artisti in Franciacorta, Atti del convegno, a cura di G. Brentegani - C. Stella, Brescia 1993, pp. 151-154; P.V. Begni Redona, Pitture e sculture…, in La chiesa e il convento di S. Francesco d’Assisi in Brescia, Brescia 1994, p. 193; A. Fappani, in Enciclopedia Bresciana, XI, Brescia 1994, pp. 313-315; R. Stradiotti, in La pittura del ’600 in Valtrompia, (catal.), a cura di C. Sabatti, Brescia 1994, pp. 102-107, 110 s., 116 s., 120 s., 130 s., 150-153; B. Passamani, Un “reportage” grafico…, in Scritti in onore di Gaetano Panazza, Brescia 1994, pp. 269-283; P.V. Begni Redona, Pitture e Sculture…, in La chiesa di S. Maria della Pace in Brescia, Brescia 1995, pp. 165-168; A. Loda, Restituzioni ad Antonio Paglia, in Civiltà Bresciana, 1995, n. 4, p. 87, n. 1; M. Valotti, “Il Giardino della Pittura” ..., in Museo Bresciano, n. 5, Brescia 1995, pp. 126-133; Id., in La pittura del ‘700 in Valtrompia (catal.), a cura di C. Sabatti, San Zeno Naviglio 1998, pp. 24-25; L. Anelli, F. e Angelo Paglia ad Asola, in Studi di storia dell’arte in onore di Maria Luisa Gatti Perer, a cura di M. Rossi - A. Rovetta, Milano 1999, pp. 343-347; B. Passamani, Artisti, apparatori…, in Le ss. Croci. Devozione antica dei bresciani, Brescia 2001, pp. 177-182; A. Loda, in Dal Moretto al Ceruti… (catal.), a cura di C. Sabatti, Brescia 2002, pp. 186-189; N. Roio, Un allievo bresciano…, in La scuola del Guercino, a cura di E. Negro - M. Pirondini - N. Roio, Modena 2004, p. 48; M. Consadori, Il «Giardino della Pittura» …, in Brixia Sacra, 2005, n. 3-4, pp. 367-383; A. Dalerba, in Da Romanino e Moretto… (catal.), a cura di E. Lucchesi Ragni - R. Stradiotti, Brescia 2006, pp. 136-145; A. Dalerba, ibidem, pp. 27-28; E.M. Guzzo, La pittura del ’600…, in Valtrompia nell’arte, a cura di C. Sabatti, Roccafranca 2006, pp. 249-251; A. Loda, I dipinti, in Bovegno nell’Arte, a cura di C. Sabatti, Roccafranca 2006, p. 66; C. Sabatti, ibidem, pp. 190-192; F. Fisogni, La pittura dei Paglia, in Duemila anni di pittura a Brescia, a cura di C. Bertelli, II, Brescia 2007, pp. 385-399; F. Piazza, Un contributo al catalogo di F. P., in Civiltà Bresciana, 2009, n. 3-4, pp. 235-240; G. Lechi - A. Conconi Fedrigolli - P. Lechi, La grande collezione. Le Gallerie Avogadro, Fenaroli-Avogadro…, Brescia 2010, pp. 152-153; R. Dugoni, in Restituzioni 2011… (catal.), Venezia 2011, pp. 307-313; F. Fisogni, in Pinacoteca Tosio Martinengo…, a cura di M. Bona Castellotti - E. Lucchesi Ragni, Venezia 2011, pp. 39, 46-50.