PATRIZI, Francesco
Letterato e politico, nato a Siena il 20 febbraio 1413 (data comune; 1412, data senese), morto a Gaeta nel 1492. Educato nello studio della città natale, amico di Enea Silvio Piccolomini, si fece notare per l'ampia cultura latina e greca. Partecipò alla vita pubblica, finché, implicato in una congiura, fu bandito nel 1457 da Siena e confinato a Verona. Per l'intervento del Piccolomini, divenuto papa Pio II, il provvedimento fu revocato e il P., frattanto ordinato ecclesiastico, di lì a poco venne eletto vescovo di Gaeta (1461) e incaricato del governo di Foligno. Una pubblica sommossa e ingiuste accuse di cattiva amministrazione lo restituirono alla cura della diocesi, ove trascorse i rimanenti anni della sua vita dedito agli studî, solo interrotti per qualche rara ambasceria in servizio degli aragonesi.
Autore di molte poesie e di alcune orazioni latine, che in gran parte giacciono inedite nelle biblioteche italiane (cfr. G. Morelli, Codices manuscripti latini bibliothecae nanianae, Venezia 1776, pp. 109, 113 segg., p. 124; G. B. Mittarelli, Bibliotheca codicum manuscriptorum monasterii S. Michaelis Venetiarum prope Murianum, Venezia 1779, c. 852-55), di un'epitome di Quintiliano (cfr. D. Bassi, L'epitome di Quintiliano di F. P. senese, in Rivista di filologia e d'istruzione classica, XXII, 1894, pp. 385-470), è soprattutto noto per due trattati politici, il De institutione reipublicae e il De regno, nel primo dei quali traccia le linee del governo libero, nel secondo esalta il reggimento monarchico, esempî tipici della pubblicistica umanistica nel momento in cui questa accanto all'influsso aristotelico rivela quello platonico. Non manca un senso della realtà contemporanea e forse senese, che in più d'un punto ha determinato il pensiero dell'autore, il quale tempera il classicismo con un'esigenza cristiana piuttosto esteriore che interiormente adesiva. Le due opere al loro tempo hanno avuto un influsso enorme, come dimostrano le numerose edizioni e traduzioni in tutte le lingue, ma dopo Machiavelli sono state condannate a un'ingiusta dimenticanza.
Bibl.: G. Ferrari, Corso sugli scrittori politici italiani, Milano 1862, pp. 167-170; C. Cavalli, La scienza politica in Italia, in Memorie dell'I. R. Ist. veneto, I (1864), p. 76 segg.; G. Chiarelli, Il "De regno" di F. P., in Rivista internazionale di filosofia del diritto, XII (1932), pp. 716-738; F. Battaglia, F. P. politico senese del Quattrocento, in Annuario della R. Università di Siena, anno acc. 1933-34, con ampia bibliografia.