PAVONE, Francesco
PAVONE, Francesco. – Nacque il 9 novembre 1568 a Catanzaro, da Massimiliano e da Sigismonda Talarico.
Degli altri figli avuti dalla coppia, quattro morirono in giovane età, tre vissero nel secolo – Caterina, Stefano e Pietro – e tre, oltre a Francesco, si diedero alla vita religiosa: Marcello (entrato anch’egli nella Compagnia di Gesù), Giovan Gregorio (sacerdote), Lucia (terziaria cappuccina).
Pavone entrò nella Compagnia di Gesù nel 1584, a soli 16 anni, e iniziò il noviziato a Nola l’11 novembre 1585 (Barone, 1700, p. 17, riporta erroneamente il 17), prese i primi voti a Napoli nel 1597 e quindi fece professione del quarto voto sempre a Napoli, dove sarebbe vissuto tutta la vita, il 30 settembre 1601 (Archivum Romanum Societatis Iesu (ARSI), Neap., 81, c. 102). Il suo primo desiderio sarebbe stato quello di partire missionario per le Indie, ma una certa debolezza nel fisico (registrata anche dai Catalogi triennali del Collegio di Napoli) sconsigliò i superiori dall’avviarlo a una simile carriera (Barone, 1700, pp. 27-31). Dopo aver studiato nel Collegio napoletano retorica, filosofia (due anni) e teologia (tre anni), nel 1601 per due anni insegnò umanità (un anno a Cosenza) e fu socio del maestro dei novizi per due anni (Catalogo triennale, 1603, ARSI, Neap., 81, c. 13v). Insegnò in seguito filosofia per tre anni, Sacra Scrittura e lingua ebraica (c. 102r). Nel catalogo segreto del 1615 – assente fino a quell’anno poiché il nuovo rettore non aveva voluto compilarlo accampando il motivo che non conosceva bene le persone – venne descritto di «bono ingenio, iud[icio], prud[enti]a et extra rerum mediocri. Perfectus in literis magnus aptus est ad docendum,et ad Missiones, Complex fleg[maticus]» (c. 197; cfr. anche il catalogo segreto del 1622, dove si sottolinea il «talentum docendi linguam hæbraicam, explicandi scripturam sacram», c. 325, n. 8).
Tra i suoi allievi nel Collegio di Napoli vi fu il futuro generale della Compagnia Vincenzo Carafa. In linea con il suo impegno nel Collegio si dedicò alla stesura di una Summa ethicæ intesa come introduzione al pensiero di Aristotele e divisa in tre Disputationes (De Natura Ethicæ, De Felicitate, De virtutibus moralibus).
Nel 1609 Pavone fondò a Napoli un’accademia di esegesi biblica (o Accademia di Sacra Scrittura) riservata ai chierici, che il 4 luglio 1611 – con il consenso del rettore Antonio Lisio e del provinciale Girolamo Barisone – si trasformò in congregazione per sacerdoti «eretta con il nome dell’Assunzione della Beata Vergine Maria» (Breve notizia…, in ARSI, Neap., 76 II, c. 349r) con il fine di «attendere con la divina gratia da dovero prima allo profitto spirituale proprio; e poi, quanto sarà possibile alla salute dei prossimi imparando i modi di aiutar anime, et essercitandosi in quelli secondo l’indirizzo del Padre» (Regole della Congregazione: Del fine, in Statuti e regole, 1614, p. 143).
Pavone in tal modo veniva incontro a una precisa richiesta del generale della Compagnia, Claudio Acquaviva, che aveva invitato i soci dell’Ordine ad aprire simili congregazioni presso i collegi. Sin dal 1615, su impulso dei provinciali spagnoli di passaggio per Napoli, la Congregazione si estese prima alla Spagna e poi ad altri Paesi europei per toccare anche l’India. Inizialmente contò circa trenta ecclesiastici appartenenti al clero regolare e a quello secolare, ma il loro numero crebbe rapidamente e arrivò intorno ai 400 membri.
Tra gli allievi più noti si possono ricordare Claudio Mangerio di S. Arsenio, morto in fama di santità a 33 anni; Gregorio Passaro di Cava; Tiberio Margherito di Napoli; Felice Antonio Salvino, dottore in legge, e soprattutto il confratello gesuita Marcello Mastrilli, uno dei martiri di Nagasaki morti nel 1637. Dopo un secolo contava 180 vescovi, dieci cardinali e due papi: Innocenzo XI e Benedetto XIII.
Al tempo dello stesso Pavone aderirono alla Congregazione fra Girolamo Bagnacavallo, maestro generale dei minori conventuali, il suo successore fra Prospero d’Itri, l’agostiniano scalzo Egidio di Gesù e Maria, quindi, in seguito, s. Francesco di Geronimo e s. Alfonso de’ Liguori. Quest’ultimo ebbe un rapporto molto stretto con i chierici dell’Assunta e l’edizione napoletana del 1854 delle Meditazioni per apparecchio alla Messa di Pavone riporta in appendice Della preparazione, e del rendimento di grazie pel S. Sacrifizio della Messa di S. Alfonso Mª de’ Liguori.
La Congregazione superò indenne l’abolizione della Compagnia di Gesù (1773), ma fu soppressa assieme a tante altre congregazioni nel 1860 con l’Unità d’Italia. Rinacque quindi con il nome di Conferenza delle Sante Missioni. Chiamata congregazione dei ‘preti sotto il titolo dell’Assunzione’ fu anche detta dei Pavoniani, dal nome del fondatore (Russo, 1980b, coll. 1297) e non deve essere confusa con la più tarda congregazione dei Figli di Maria Immacolata (1847) detti anch’essi Pavoniani dal nome del loro fondatore, Ludovico Pavoni.
Le regole della Congregazione – approvate dall’arcivescovo Ottavio Acquaviva – furono scritte da Francesco Pavone nel 1614 e prevedevano un programma dettagliato: «Orazione mentale, Orazione vocale, studio della Sacra Scrittura, studio di Teologia Morale lezione de Libro spirito, ed Esame di coscienza» (Breve notizia…, in ARSI, Neap., 76 II, c. 349r).
La Congregazione prendeva parte alla vita pubblica cittadina promuovendo una serie di processioni in occasione delle festività; ogni anno coloro che ne facevano parte erano tenuti alla pratica degli Esercizi Spirituali per otto giorni (Parte prima dell’Instruttioni, 1619, pp. 378-402: Instruttione decimoterza. Per la pratica del Ritiramento chiamato Esercitii spirituali) e fra i compiti principali vi era quello dell’aiuto del prossimo che prevedeva l’esercizio della dottrina cristiana anche per le donne (Istr. XVII: Per l’essercitio della Dottrina cristiana, pp. 586-606) e l’assistenza nelle carceri.
I confratelli inoltre ogni mercoledì partecipavano a una cosiddetta congregazione pubblica «nel qual tempo per mezz’ora si fa un’Accademia di teologia morale da uno di essi fratelli, e poi per un’hora discorre il Padre della Compagnia sopra diverse materie, cioè per un quarto d’hora sopra un precetto etico spirituale, per un altro quarto d’ora sopra qualche Regola comune, nel terzo quarto proponesi Punti da meditarse, e nel quarto e ultimo quarto esplica qualche libro ecclesiastico et alcuna delle Regole particolari delli officiali di detta congregazione» (Breve notizia…, in ARSI, Neap., 76 II, c. 349r). L’altro giorno in cui si riunivano i confratelli era la domenica, «quale si dice Congregazione Segreta, nel qual tempo per mezz’hora da uno de detti fratelli si fa un’Accademia di Teologia Dommatica, e poi con l’intervento del Padre di detta Compagnia da diversi fratelli per un’hora si fanno diverse prattiche, cioè per un quarto d’hora si attende all’erudizione delli sensi della Sacra Scrittura, per mezz’hora si fa una Instruttione pratica, o del modo di far missioni, o di confessare, e di fare la dottrina cristiana, o d’assistere ai moribondi, o del modo di esercitare devotamente le Hore Canoniche, o sopra li Sacri Riti del modo di celebrare la Santa Messa, o altre. E poi nell’ultimo quarto si ripete la meditatione pratticamente in Oratione mentale assegnata dal Padre nella […] passata Congregazione» (c. 349r).
Pavone scrisse gli Statuti e regole della Congregazione di Cherici (Napoli 1614), più volte rielaborati, e opere di teologia, ascetica, meditazioni. Fondò altre congregazioni per i maestri di scuola (1612), gli ortolani, i facchini, gli studenti e i soldati. Ebbe anche un’intensa attività missionaria non solo nella provincia di Napoli, ma in tutta la cosiddetta Terra di Lavoro (tra i luoghi visitati vi furono Nocera, Ischia, Amalfi, Pozzuoli, Avellino, Isernia, Nola), predicando con stile «piano, intelligibile, e tutto alla semplice; come quegli che professava apertamente nemicizia irreconciliabile colle prediche di stile culto, e fiorito» (Barone, 1700, p. 378), intervenendo anche da paciere laddove sorgevano inimicizie, pratica comune a molti dei predicatori gesuiti.
Pavone concepì inoltre di aprire delle case per la vita in comune dei chierici: parlò del suo progetto a papa Urbano VIII e riuscì ad aprire la prima di queste case a Nocera, affidandone la direzione al padre Mattia Spanò (1627 circa).
Fu in rapporti anche con Giuseppe Calasanzio, al quale, nell’ottobre 1634, scrisse una lettera lamentando la scarsa preparazione dell’Ordine dovuta alla proliferazione di case e suggerì l’apertura di un noviziato dove il primo anno si sarebbe dovuto dedicare alle conferenze spirituali (la lettera è in Epistulae ad S. Iosephum Calasanctium ex Hispania et Italia. 1616-1648, a cura di G. Sántha, II, Romae 1972, p. 1637, cit. da A. Tanturri, p. 834).
Visse al Gesù Vecchio a Napoli per tutta la sua vita. Aggravatesi le sue malferme condizioni di salute durante un’ultima missione a Nocera, morì a Napoli il 23 febbraio 1637 (Barone, 1700, p. 400).
Fu sepolto nella chiesa del Gesù Vecchio. L’orazione funebre fu recitata dal padre carmelitano Alberto Barone e il funerale celebrato con «tanta frequencia y aparato, que fué pública opinion que áninguno otro de la Compañía se le habian hecho honras semejantes» (Nieremberg, 1890, p. 388). Un suo ritratto a olio è conservato nella chiesa della Congregazione (riprodotto in Palladino, 1911, p. 8).
Opere. Manuale di alcuni ricordi spirituali. Con diverse meditationi, e instruttioni, Napoli 1602; Meditazioni della Beata Vergine, Napoli 1611; Meditatione del sacrificio incruento, o vero della Santa Messa…, Napoli 1614; Statuti e regole della Congregazione di Cherici [sic] eretta in Napoli sotto il titolo dell’Assuntione della beata Vergine nel Collegio della Compagnia di Giesù, Napoli 1614; Indulgenze delle congregazioni erette nelle case e nei collegi della Compagnia di Giesù, Napoli 1615; Summa ethicæ sive Introductio in Aristotelis et theologorum doctrinam moralem, Napoli 1617; Parte prima dell’instruttioni della congreg. De cherici dell’Assuntione in Napoli nel Collegio della Compagnia di Giesù, Napoli 1619; Meditationi del SS. Sacramento, Napoli 1622; Introductio ad Sacram Doctrinam, Napoli 1623; Apparecchio di noue meditationi per la santa festa della nascita del Saluatore. ouero Essercitii spirituali per la nouena…, Napoli 1623; Instruttioni per gli esercitii di congregationi…, Napoli 1631; Meditatione sopra l’Aue Maria. Stampata ad instanza della Congregazione de i cherici dell’Assunta in Napoli, Napoli 1634; Commentarius dogmaticus, sive theologica interpretatio in Pentatheucum; Napoli 1635; Commentarius dogmaticus sive theologica interpretatio in Evangelia, Napoli 1636. Restano manoscritti i suoi Commenti al Cantico dei cantici.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivum Romanum Societatis Iesu (ARSI), Neap., 76 II: Breve notizia dell’Istituto della Congregazione detta del Padre F. P.; 81, cc. 13v, 102, 197, 325, 367v; 175: Necrologia I 1587-1759, cc. 98r-99v: lettera di Francesco Caserta, Napoli, 26 gennaio 1638; 177: Piæ Sodalitates, 227r-228v: il principe di Bisignano e di Scilla al Preposito Generale della Compagnia di Gesù, 10 maggio 1642 (riferisce di un incontro a Roma con Muzio Vitelleschi nel 1624 alla presenza dei padri P. e Corcione per ottenere l’ampliamento e l’ammissione di nuovi membri nella Congregazione della Venerazione del Santissimo Sacramento di Napoli); A. Barone, Della vita del padre F. P. della Compagnia di Giesù, Napoli 1700; G.B. Baroni, Notizie storiche delle congregazioni ecclesiastiche istituite dal ven. p. F. P., Cosenza 1853, pp. 9-31; L. Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza 1877, p. 366; G.E. Nieremberg, P. F. P., in Varones ilustres de la Compañía de Jesus., Bilbao 1890, V, pp. 384-88; E. de Guilhermy, Ménologe de la Compagnie de Jésus, V, Paris 1893, pp. 246-49; C. Sommer-vogel, VI, Paris-Bruxelles 1895, coll. 390-95; Terzo centenario della conferenza delle SS. Missioni…, Napoli 1911, pp. 5-8 (Discorso di mons. Mario Palladino), 15-20 (Discorso di p. Alfredo Mazza), 28-33 (Discorso di mons. Luigi Finoia); E. Villaret, Les congrégations mariales des origines à la suppression de la Compagnie de Jésus (1540-1773), Paris 1947, passim; L. Aliquò Lenzi - F. Aliquò Taverriti, Gli scrittori calabresi. Dizionario bio-bibliografico, III, Reggio Calabria 1955, pp. 76 s.; F. Meduri, in Calabria letteraria, XIII (1965), 7, pp. 29 s.; F. Russo, F. P., in Enciclopedia Cattolica, IX, Città del Vaticano 1952, coll. 1009-1010; Id., F. P., in Dizionario degli istituti di Perfezione, a cura di G. Pelliccia - G. Rocca, VI, Roma 1980, coll. 1294 s.; Id., Pavoniani, in Dizionario degli istituti di Perfezione, a cura di G. Pelliccia - G. Rocca, VI, Roma 1980, coll. 1297 s.; Théodule Rey-Mermet, Il santo del secolo dei lumi: Alfonso de’ Liguori (1696-1787), Roma 1983 [ed. or. Paris 1982], pp. 169, 255, 665, 731; L. Chatellier, L’Europa dei devoti, Milano 1988, pp. 78-91 (ed. or. L’Europe des dévots, Paris 1987); A. Tanturri, I collegi delle Scuole Pie nel Mezzogiorno…, in Le forze del principe: recursos, instrumentos, y límites en la práctica del poder soberano en los territorios de la monarquía hispánica, a cura di M. Rizzo et al., Murcia 2004, pp. 834 s.