PERRI, Francesco
Scrittore, nato a Careri (Reggio Calabria) il 15 luglio 1885; nel 1908 si impiegò nell'amministrazione postale, dove rimase anche dopo essersi laureato in legge (1914); tuttavia per un ventennio (1926-46) fu messo in pensione perché antifascista. Dopo la Liberazione diresse, a Genova (1945), la Tribuna del popolo, e, a Roma (1946), La Voce repubblicana.
Dalle sue esperienze della guerra 1915-18 trasse motivo per un poemetto, La tragedia di Caporetto (Milano 1919); al quale fece seguire un romanzo, I conquistatori (Roma 1926), che gli procurò, appunto, le persecuzioni politiche; ma come narratore doveva affermarsi col romanzo (vincitore del Premio Mondadori) Emigranti (Milano 1928): storia di una famiglia e di un paese della Calabria sullo sfondo della lotta per la terra e del dramma dell'emigrazione, raccontata con modi che, se evidentemente si riallacciano alla tradizione meridionale, hanno però una loro particolare e delicata vibrazione morale. E in questo ambito rimane, più o meno, anche la sua successiva, ma un po' saltuaria, produzione: fra la quale va ricordato il romanzo L'amante di zia Amalietta (Milano 1958). Ha scritto inoltre un racconto storico, Il discepolo ignoto (ivi 1940), e alcuni libri per ragazzi.
Bibl.: G. Titta Rosa, in La Fiera lettearria, 10 giugno 1928; A. Gramsci, Letteratura e vita nazionale, Torino 1950, pp. 147-148; A. Bocelli, in Il Mondo, 25 agosto 1959.