PIAZZA, Francesco
PIAZZA, Francesco. – Nacque in una data ignota, agli inizi del Quattrocento, presumibilmente a Bologna dal giurista Giovanni di Matteo e da Peregrina di Domenico di Gerardo; sono noti il fratello Ludovico e la sorella Bartolomea (Piana, 1971, pp. 161 s.).
Dalla storiografia Piazza venne annoverato tra i dottori bolognesi in diritto canonico e civile (Pasquali Alidosi, 1620, p. 79; Id., 1623a, p. 24) e in teologia, filosofia, medicina e arti liberali (Pasquali Alidosi, 1623b, p. 57); testimoni manoscritti del suo Tractatus de debito coniugali (Parma, Biblioteca Palatina, Parmense 1375, cc. 131r-136r) e della Summula contractuum di Giovanni da Prato (Bruxelles, Bibliothèque Royale de Belgique, II. 2419, cc. 66r-81r) gli attribuiscono genericamente il titolo di dottore.
Nel 1432 vestì l’abito francescano ed entrò come novizio presumibilmente nel convento osservante di S. Paolo in Monte presso Bologna, dove ricevette la sua formazione religiosa e del quale fu guardiano prima della fine del 1439 (Piana, 1971, pp. 163 s., 225). Alla fine di quell’anno, nell’imminenza di un suo viaggio a Firenze, dove risiedeva Eugenio IV, fu pregato dal guardiano del convento di sottoporre al papa un caso di coscienza de ornatu mulierum occorso ai confratelli.
In un’udienza tenutasi a Firenze il 3 gennaio 1440 domandò a Eugenio IV l’interpretazione di un suo documento su quella materia e assieme al francescano Giacomo Primadizzi ottenne alcune gratiae dal papa (Van den Wyngaert, 1929, p. 545); il 14 gennaio seguente discusse il caso de ornatu mulierum con il futuro cardinale Juan de Mella e i teologi Gonzalo de Valbuena, Giovanni da Montenero e Antonino da Firenze, ai quali il vescovo di Rimini Cristoforo da S. Marcello ne aveva rimesso l’esame su mandato di Eugenio IV. Il 15 gennaio 1440 il papa deliberò sul caso in un’udienza cui furono presenti Francesco e altri frati (Piana, 1971, pp. 166-168).
Presumibilmente dopo il 1440, mentre era guardiano del convento di S. Maria delle Grazie a Rimini, ricorse alla Curia romana per la soluzione del quesito «an vigilia Pentecostes esset sub praecepto» e riguardo all’esistenza di privilegi papali, la cui concessione era affermata dagli ebrei; a tale scopo scrisse al vescovo di Rimini e uditore pontificio Cristoforo da S. Marcello, che gli trasmise i responsi di Eugenio IV (Piana, 1971, p. 169). Il 17 aprile 1444 esortò inoltre a Reggio Emilia le autorità comunali ad approvare norme dalle quali fossero vietate «frambe et caude que conducuntur ad vestes mulierum» (Campanini, 2002, p. 606).
Il 13 gennaio 1445 Eugenio IV lo incaricò di predicare la crociata contro i Turchi nel territorio di Ravenna e di raccogliere le relative offerte assieme al vescovo di Ferrara Giovanni da Tossignano, al vicario dei francescani osservanti nella provincia bolognese (identificato in Marco da Bologna) e ai frati Giacomo Primadizzi e Giacomo da Pisa; inoltre il papa estese alle altre regioni italiane le facoltà attribuite a Primadizzi e a Piazza, al quale il 22 aprile 1445 concesse di scegliere tre frati che lo assistessero nella missione di nunzio della crociata (Bullarium franciscanum, I, 1929, pp. 406 s., 438). La sua predicazione fu ostacolata dalle diffamazioni dei conventuali Baldo da Montenovo e Girolamo da Faenza, denunciate dal vescovo di Forlì Ludovico da Pirano a Eugenio IV, che il 22 aprile 1445 incaricò il vescovo di Ferrara Giovanni da Tossignano d’incarcerare i due frati finché non avessero riparato alle ingiurie e compensato il danno inferto alla crociata (Bullarium franciscanum, III, 1949, p. 970). La loro denigrazione fu ricordata dal cronista forlivese Giovanni di maestro Pedrino (1934, pp. 217 s.), che la riferì al 1444 e confuse i nomi dei religiosi coinvolti. Un altro oppositore di Piazza fu il conventuale Francesco da Rimini, che il 22 aprile 1445 Eugenio IV punì revocandogli la facoltà di ricevere un beneficio ecclesiastico (Bullarium franciscanum, I, 1929, p. 439); in un anonimo libello attribuito a Francesco da Rimini il defunto Francesco Piazza fu perciò maledetto come «falsarius» (Piana, I, 1929, 1978, p. 356).
Francesco, che il 7 maggio 1448 era vicario degli osservanti nella provincia di Bologna, morì nel 1460 presumibilmente nel convento di S. Paolo in Monte; nell’antica chiesa del convento, in cui fu sepolto, i pronipoti Ottavio Francesco e Giovanni Antonio posero una lapide in cui ne celebrarono la dottrina, la prudenza e la fama di santità (Fantuzzi, 1788, VI, p. 386). Nel Martyrologium franciscanum fu ricordato il 17 dicembre.
La cultura giuridica e teologica di Francesco, le cui opinioni furono citate nei sermoni di Giacomo della Marca (Lasić, 1970, p. 513), è esibita dalle sue opere, che ebbero larga diffusione. Il Tractatus de restitutionibus testimonia l’influsso di molti maestri francescani (tra cui Alessandro d’Alessandria e Giovanni Duns Scoto) ed ebbe nove edizioni entro il 1489 venendo stampato assieme ai suoi Tractatus de usuris e Tractatus de excommunicationibus; l’editio princeps è priva di note tipografiche, ma fu impressa entro il 1472. Il Tractatus de excommunicationibus fu edito inoltre nei Tractatus ex variis iuris interpretibus collecti (vol. XVI, Lione, Compagnie des libraires, 1548-1549, cc. 190v-206r) e nei Tractatus universi iuris (tom. XIV, Venezia, Società dell’Aquila, 1583-1584, cc. 347r-363r). Anche il suo Tractato delli defecti della messa fu stampato (Firenze, A. Tubini - A. Ghirlandi, 1503), mentre il Tractatus de debito coniugali è inedito; opinioni attribuite a Francesco confluirono nella Summula contractuum di Giovanni da Prato e in anonime compilazioni manoscritte aventi contenuto giuridico-morale (Piana, 1971, pp. 176-178; Id., 1982, pp. 276-278).
Fonti e Bibl.: L. Wadding, Scriptores Ordinis Minorum, Romae 1906, p. 91; G.G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, I, Romae 1908, p. 295; A. Van den Wyngaert, Statuta provincialia Fr. Minorum Observantium Ianuae an. 1487-1521, in Archivum franciscanum historicum, XXII (1929), p. 545; Bullarium franciscanum, n. s., I, a cura di U. Hüntemann, Ad Claras Aquas 1929, ad ind., III, a cura di J. Pou y Marti, Ad Claras Aquas 1949, p. 970; L. Wadding, Annales Minorum, I, Ad Claras Aquas 1931, p. 376, X, 1933, p. 141, XI, 1933, ad ind.; Giovanni di M° Pedrino, Cronica del suo tempo, II, a cura di G. Borghezio - M. Vattasso, Roma 1934, pp. 217 s.; Martyrologium franciscanum, a cura di I. Beschin - F. Palazzolo, Vicenza 1939, ad indicem.
G.N. Pasquali Alidosi, Li dottori bolognesi di legge canonica e civile, Bologna 1620, p. 79; Id., Appendice, dichiaratione, e correttione al Libro delli dottori bolognesi di legge canonica e civile, Bologna 1623a, p. 24; Id., I dottori bolognesi di teologia, filosofia, medicina, e d’arti liberali, Bologna 1623b, p. 57; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VI, Bologna 1788, ad ind., IX, 1794, p. 168; J.F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts von Gratian bis auf die Gegenwart, II, Stuttgart 1877, p. 446; Dictionnaire de théologie catholique, XII, 2, Paris 1935, col. 2252; D. Lasić, Sermones S. Iacobi de Marchia in cod. Vat. lat. 7780 et 7642 asservati, in Archivum franciscanum historicum, LXIII (1970), p. 513; G. Melloni, Atti o memorie degli uomini illustri in santità nati o morti in Bologna, a cura di A. Benati - M. Fanti, Roma 1971, ad ind.; C. Piana, Per la biografia del beato Marco da Bologna († 1479) e per la storia del suo convento di S. Paolo in Monte nel ’400, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, n.s., XXII (1971), ad ind.; Id., Scritti polemici fra Conventuali ed Osservanti a metà del ’400 con la partecipazione dei giuristi secolari, in Archivum franciscanum historicum, LXXI (1978), pp. 350, 352 s., 355 s.; Id., L’evoluzione degli studi nell’Osservanza francescana nella prima metà del ’400 e la polemica tra Guarino da Verona e fra Giovanni da Prato a Ferrara (1450), in Analecta Pomposiana, VII (1982), pp. 268 s., 276-278; A. Campanini, Reggio Emilia, in La legislazione suntuaria. Secoli XIII-XVI. Emilia-Romagna, a cura di M.G. Muzzarelli, Roma 2002, ad ind.; G. Todeschini, I mercanti e il tempio. La società cristiana e il circolo virtuoso della ricchezza fra medioevo ed età moderna, Bologna 2002, pp. 184 s., 428, 461, 482; Repertorium fontium historiae medii aevi, IX, Romae 2003, p. 222; C.A.L.M.A., III, Firenze 2011, p. 527; copie digitali di sei edizioni dei Tractatus de restitutionibus, usuris et excommunicationibus sono sul sito: http://istc.bl.uk/ search/index.html (consultato in data 31 marzo 2014 cui si rinvia per l’identificazione delle edizioni incunabole delle opere).