ROSI, Francesco
Regista del cinema italiano, nato a Napoli il 15 novembre 1922. Assistente prima di L. Visconti, poi di M. Antonioni, di L. Emmer e di M. Monicelli, si afferma come regista, dopo un'intensa attività di sceneggiatore, con due film, La sfida, 1957, e I magliari, 1959, in cui, a fianco di una rilettura in cifre liriche del neorealismo, si manifesta già quell'ardore nella denuncia sociale che doveva farne uno dei rappresentanti più validi del cinema italiano d'impegno civile. Questo ardore, accompagnato dall'asciuttezza dell'inchiesta storica e di cronaca, gli consente subito dopo di creare, con ispirato senso della rappresentazione, una delle sue opere maggiori, Salvatore Giuliano, 1961, seguita a pochi anni di distanza da altri due film di denuncia, Le mani sulla città, 1963, sulla speculazione edilizia a Napoli, e Il momento della verità, 1965, sulle tensioni e le lotte segrete dei toreri spagnoli. Tornato, dopo una pausa d'evasione (C'era una volta, 1967) al rigore delle sue indagini, realizza un aspro e impietoso film sulla Grande Guerra, Uomini contro, 1970, dal libro di E. Lussu Un anno sull'altopiano; una biografia fra il documento e la reinterpretazione politica di E. Mattei dell'ENI, Il caso Mattei, 1972; un appassionato studio lirico-polemico sul banditismo italo-americano, Lukcy Luciano, 1973, e, sulle orme del romanzo di L. Sciascia Il contesto, un suggestivo affresco in equilibrio tra realismo e barocco sui drammi e i misteri della vita pubblica italiana del 1970, Cadaveri eccellenti, 1975. Con ciò si ripropone, nell'ambito della sua costante e conseguente ricerca dei guasti del potere e delle sue collusioni con il crimine, come autore di salde qualità narrative e stilistiche, qualità che sono presenti nel Cristo si è fermato a Eboli (1979, dal celebre libro di C. Levi), lettura criticamente attenta della civiltà contadina del nostro Sud.
Bibl.: G. Ferrara, F. Rosi, Roma 1965; M. Ciment, Le dossier Rosi, Parigi 1976; S. Zambetti, F. Rosi, Firenze 1976, con filmografia e bibliografia.