BIANCHI, Francesco Saverio
Nacque a Piacenza il 24 nov. 1827. Compì gli studi giuridici all'università di Parma, dove si laureò l'8 luglio 1848 e dove, nel 1856, fu nominato professore di diritto civile (ordinario nel 1863) e preside della facoltà di giurisprudenza dal 1868 al 1873. A Parma il B. ricoprì anche numerose cariche pubbliche: fu eletto consigliere comunale e quindi sindaco nel 1869; fu per molti anni presidente del Consiglio provinciale e presidente degli ospizi civici, nella qual carica si distinse in modo particolare per l'opera di radicale riordinamento che riuscì ad avviare ed in parte a condurre a termine. Nel 1873 il B. fu chiamato alla cattedra di diritto civile dell'università di Siena, dove nel 1878 fu eletto preside della facoltà di giurisprudenza e nel 1879 nominato rettore. Anche a Siena fu eletto consigliere comunale e quindi assessore all'Istruzione; fu fondatore e animatore del circolo giuridico presso l'università e socio di una Società di esecutori di pie disposizioni.
L'opera del B. si mostra agli inizi essenzialmente legata ad intenti didattici, come attestano i suoi corsi di lezioni, raccolti in una serie di dispense litografate ed usciti a Parma tra il 1861 ed il 1862 sotto il titolo generale di Teoria del codice civile. Fin dal 1869, tuttavia, con la pubblicazione del primo volume del Corso elementare di codice civile, essa acquista un orizzonte più largo, in cui la ricostruzione istituzionale e la ricerca esegetica si fondono nel commento analitico del codice civile del 1865. Il Corso elementare, infatti, prelude già al trattato sui Principi generali delle leggi che, uscito a Torino nel 1888, doveva introdurre la seconda edizione del Corso di diritto civile.
La prima edizione, infatti, si componeva di cinque volumi, pubblicati a Torino, a partire dal 1869fino al 1877, e copriva soltanto i primi otto titoli del primo libro del codice. La seconda edizione ebbe come titolo Corso di diritto civile italiano e prese a uscire sempre a Torino nel 1888col citato volume intorno ai Principi generali sulle leggi, cui seguì l'anno dopo un altro volume sulla Retroattività delle leggi, riedito poi nel 1922(ancora a Torino) da Donato Faggella; lavori ambedue originali rispetto all'edizione precedente.
La seconda edizione del Corso rappresenta una più matura fase del Bianchi. Più ricchi di riferimenti giurisprudenziali, questi volumi mostrano già un attento spoglio della dottrina tedesca, di cui sono riferiti i punti di vista, e qui e là è utilizzato qualche strumento interpretativo. L'influenza, però, del Cours de droit civil français dell'Aubry e del Rau continua a essere determinante nella concezione sistematica dell'opera. Ne risulta modificato, e parzialmente, solo il prevalente tecnicismo se non nell'impostazione, nella recezione di motivi esegetici diversi, dottrinali e giurisprudenziali. Ma, come i suoi di poco anteriori modelli francesi, l'opera del B. palesa d'altra parte una sostanziale impermeabilità alle più generali correnti culturali e sociali dell'epoca sua.
Ai primi due volumi citati seguirono altri sette (divisi in tredici tomi complessivi), di cui il settimo e l'ottavo uscirono dopo la morte del B., rispettivamente nel 1909 e 1911. Non ne uscì tuttavia un'analisi completa del codice civile. Al commento dei primi otto titoli del primo libro, già svolto nella prima edizione, il B. poté aggiungere il commento al titolo IX dello stesso libro, nonché quello ai titoli I, II e IV del secondo libro. In compenso, la ristampa del primo commento risultava largamente ampliata e in molti punti largamente rinnovata. In quest'ambito non vanno dimenticati i due tomi del quinto volume del Corso,Della parentela,dell'affinità e del matrimonio,spiegazione ai titoli IV e V del I libro, usciti rispettivamente nel 1893 e nel 1901, a cura del figlio del B., il giurista Ferdinando Bianchi.
Nel 1880 il B. lasciò l'insegnamento per trasferirsi in magistratura, quale consigliere della Corte di cassazione di Torino fino al 1882, e quindi di quella di Roma. Ma qui rimase per breve tempo, giacché l'8 luglio 1883 fu nominato consigliere di stato. Creato senatore del Regno nel 1892, divenne presidente di sezione del Consiglio di stato nel 1896, e fu poi nominato presidente dello stesso Consiglio il 29 gennaio 1903; fu collocato a riposo il 31 marzo 1907.
Tra le varie cariche pubbliche ricoperte dal B. è da ricordare la sua partecipazione al Consiglio superiore della Pubblica Istruizione, al Consiglio delle miniere e al Consiglio del fondo per il culto. Appartenne al Tribunale supremo di guerra e marina e fu membro della Commissione di studio per la legge sullo stato giuridico degli impiegati, ai cui lavori (seguiti nel 1908 dall'emanazione della legge) fornì un notevole apporto di dottrina e di specifica esperienza giurisprudenziale. La sua opera di studioso fu largamente apprezzata, procurandogli in Italia il conferimento del gran cordone della Corona d'Italia, ed una notevole fama all'estero, come dimostra, tra l'altro, il fatto che il governo inglese si rivolse ripetutamente a lui per avere il suo parere in merito ad importanti e delicati problemi giuridici.
Il B. morì a Civitavecchia il 20 luglio del 1908.
Bibl.: D. Zanichelli, F. S. B., in Giornale d'Italia, 23 luglio 1908; Atti Parlamentari. Senato, Discussioni, legislatura XXII, tornata del 28nov. 1908, pp. 9963-9970; P. Rossi, F. S. B., in Studi senesi, XXV (1908), p. 306; L. Tartufari, F. S. B., in Annuario della R. Univ. di Parma, 1908-1909, Parma 1909, pp. 159-162; C. Manenti, F. S. B., in Annuario della R. Univ. di Siena, 1908-1909, Siena 1909, pp.139-154; Il Consiglio di Stato. Studi in occasione del centenario, Roma 1932, III, p. 79dell'App.