COLLINA, Francesco Saverio
Nacque a Roma il 10 febbr. 1854 da Giuseppe e da Ginevra Palmieri.
Scarse le notizie di una vita abbastanza povera di avvenimenti esterni, che si svolse, molto probabilmente, sempre nella città natale. Sappiamo comunque che studiò musica sotto la guida di certo maestro Salesi e che cominciò presto a farsi notare dal pubblico della capitale quale autore di romanze da camera. Il 13febbr. 1876 esordi come compositore melodrammatico facendo eseguire al teatro del Circolo filodrammatico di Roma l'opera Maria Properzia de' Rossi. Nel 1880 entrò a far parte del neonato liceo musicale di S. Cecilia come professore di solfeggio e vi rimase fino al 1917, alternando l'attività di didatta a quella di compositore, principalmente di romanze, e divenendo nel frattempo anche "socio" dell'Accademia di S. Cecilia. Una Messa a 4 parti da lui dedicata a San Marino gli fruttò un'onorificenza dei reggenti della repubblica.
In seguito fu insegnante di canto corale nelle scuole normali femminili di Roma, incarico che mantenne forse fino alla morte avvenuta a Roma il 18 luglio 1935.
Compositore versatile, il C. manifestò il suo talento in generi musicali diversi; tra le sue opere teatrali merita innanzi tutto di essere ricordata la già citata Maria Properzia de' Rossi (1876, libretto di A. Capannari) che, scritta inizialmente come "scene liriche" a soli quattro personaggi per un piccolo teatro, fu in seguito ampliata e rinnovata con l'aggiunta di cori e di un finale e rappresentata al Politeama romano il 30 giugno 1877 sotto la direzione di L. Mancinelli, ottenendo un caloroso successo.
I critici furono concordi nel riconoscere al C. una reale cultura musicale e un sentimento consumato dell'arte. G. P. Zuliani (cfr. L'Italie, 2 luglio 1877) lodò in generale l'armonizzazione e l'eleganza dell'orchestrazione e in particolare il primo atto "digne d'un compositeur du renom", notando tuttavia nel C. la tendenza a giustapporre le melodie piuttosto che a svilupparle per raggiungere un'unità organica.La seconda opera, La Fornarina, melodramma in un atto composto nel 1895 su libretto di I. M. Palmarini e rappresentato al teatro Nazionale di Roma il 12 ag. 1899 con ripetute repliche, fu accolta invece freddamente.
A. Tonizzo (cfr. Boll. musicale romano, [1899], pp. 127 s.) elargì al C. lodi garbatamente ironiche, dipingendolo come un "melodista deciso" ma terribilmente anacronistico, che non aveva voluto accorgersi dei progressi stilistici apportati al melodramma dai suoi contemporanei, si chiamassero essi Verdi, Puccini o Mascagni.
In quanto alle altre opere citate dal De Angelis (p. 145) Jefte (libretto di C. Lotti), Tusnelda (libretto di A. Capannari), Quovadis? (libretto di V. Ridederelli, 1907), non se ne hanno ulteriori notizie né risulta che esse abbiano mai avuto esecuzione. Che il C. fosse principalmente un melodista appare chiaramente provato del resto dalla quantità notevole di pezzi da camera che ci restano, conservati quasi esclusivamente alla Biblioteca di S. Cecilia. Sono soprattutto liriche per voce e pianoforte: In riva alGange e Serenata da H. Heine, Vissiedamai su parole di F. Schiller (tutte edite a Roma s. d.), Carmela su testo di E. De Amicis (Firenze s. d.), Je me souviens (Roma s. d.), Me vojo marità! in dialetto romanesco (Firenze s. d.), Povera Rita! (Roma s. d.), L'orfanella (Milano s. d.), Mi fai morir (Firenze s. d.), Mare azzurro (Milano 1890) e molte altre. L'esecuzione di tali musiche aveva reso assai noto il C. tanto che il popolare editore romano Edoardo Perino gli aveva affidato la direzione di una sua pubblicazione periodica, La Musica per tutti, che usciva settimanalmente recando brevi composizioni da camera di professionisti e dilettanti della musica.
Il C. si cimentò inoltre nel genere sacro, lasciando opere come: Miserere mei et exaudi, quartetto a canone con accompagnamento d'organo (Bibl. di S. Cecilia, ms. non autogr., coll. AMS 1537), Kyrie per 4 voci e organo (ibid., AMS 1937), Venite filii per basso solo e orchestra (ibid., AMS 1936), Ave Maria per coro di soprani e pianoforte (Roma s. d.) e uno Ioachim composto nel 1887 per solo, coro e orchestra e conservato manoscritto nella Bibl. Ap. Vaticana. Come didatta compose una Raccolta di canti corali a sole voci per le scuole femminili (Firenze S. d.) e curò una revisione del celebre Metodo completo per la divisione di P. Bona tuttora ristampata (v. ediz. aggiornata da G. Farina, Milano 1963).
Fonti e Bibl.: Notizie ined. fornite da C. Sartori, direttore dell'Ufficio ricerca fondi musicali, Milano; [G. P. Zuliani], Théâtres et concerts, in L'Italie, 2 luglio 1977, p. 3; Gli spettacoli del Politeama romano, in Gazzetta musicale di Milano, XXXII (1877), p. 225; Corriere teatrale, in Il Pirata, XLIV (1877), p. 70; A. Tonizzo, La Fornarina, in Boll. musicale romano, I(1899), pp. 127 s.; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accademia di S. Cecilia, Roma 1970, II, p. 438; A. De Angelis, L'Italia musicale d'oggi. Diz. dei musicisti, Roma 1928, pp. 145 s.; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, p. 265; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, Suppl. I, p. 192; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 358.