NITTI, Francesco Saverio (XXIV, p. 858)
Pochi uomini politici italiani sono giunti a ministeri tecnici preceduti da una preparazione più formidabile del N. Prima di essere ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio nel 1911-14, aveva pubblicato opere come Nord e Sud, Torino 1900; L'Italia all'alba del secolo XX, ivi 1901; La città di Napoli, Napoli 1902; Le forze idrauliche dell'Italia e la loro utilizzazione, ivi 1902; Nuove ricerche sulle forze idrauliche, ivi 1903; La conquista della forza, Torino 1906. Prima di essere ministro del Tesoro, nel 1917-19, era stato l'autore dei classici Principii di scienza delle finanze, Napoli 1903. Ma, come presidente del Consiglio (1919-20), non riuscì a dominare le enormi difficoltà interne del primo dopoguerra italiano e, forse, la sua opera più felice fu ancora un'opera tecnica: l'ultimo prestito nazionale, che ebbe successo notevole (7 miliardi). Al N. fallì pure il tentativo di creare una democrazia mediatrice tra le esigenze liberali e quelle socialiste, una democrazia aderente ai bisogni di quelle clientele piccolo-borghesi meridionali, sulle quali poggiava la sua forza politica (Gobetti), come prima della guerra era fallito, assorbito dal giolittismo, il suo sforzo di fare del radicalismo un partito organico (Il partito radicale e la nuova democrazia industriale, Torino 1907).
Avversatissimo dal nazionalfascismo per la sua politica estera propensa ad accordi con la Iugoslavia e per la sua politica interna socialisteggiante, il N. fu costretto ad esulare prima nella Svizzera (1924), poi a Parigi (fine del 1925). A Parigi visse della sua opera di pubblicista e tenne un salotto politico. Strenuo difensore dei vecchi ideali di libertà e di democrazia occidentali (La libertà, Torino 1926; La Démocratie, Parigi 1933), i suoi idoli polemici, oltre le dittature, erano il trattato di Versailles; la Società delle nazioni, concepita come Santa Alleanza dei vincitori; e soprattutto i "piani" economici (L'Europa senza pace, Firenze 1921; La decadenza dell'Europa, ivi 1922; La désagrégation de l'Europe, Parigi 1938; trad. ital., Roma 1945). Arrestato dai Tedeschi invasori il 30 agosto 1943, fu deportato prima ad Itter, poi ad Hirschegg e scrisse le sue Meditazioni dell'esilio (Napoli 1947). Tornato in Italia nel 1945, formò con V.E. Orlando, con B. Croce e con I. Bonomi l'Unione democratica nazionale (31 marzo 1946) per le elezioni all'Assemblea costituente, dove ha combattuto tra l'altro le autonomie regionali. Per le elezioni del 18 aprile 1948 ha capitanato il Blocco nazionale (liberali, qualunquisti di Giannini, ecc.). È senatore di diritto dal 22 aprile 1948.
Bibl.: E. Flores, Eredità di guerra. L'opera del primo ministero del dopo guerra, Napoli 1925, nuova ed., Roma 1947.