SIMONETTA, Francesco
Patriota e soldato, nato a Milano nel gennaio del 1813, morto ivi il 19 settembre 1863. Era nipote dei fratelli Ciani, esuli nel Canton Ticino dal 1821. Studente d'ingegneria all'università di Pavia, nel 1844 soffrì sette mesi di carcere per causa politica. Subito dopo intraprese un viaggio a Parigi, dove ebbe intimità con gli esuli colà riparati, ed ebbe relazione epistolare col Mazzini da Londra. Tornato a Milano, continuò a cospirare, e nel 1847 dovette fuggire in Piemonte per scampare a un nuovo arresto; ma alla notizia delle Cinque Giornate (18-22 marzo 1848) accorse ai confini della Lombardia, e di là, insieme con G. Borromeo ed E. Besana, s'impadronì d'un battello a vapore sul Lago Maggiore, raccogliendo volontarî sulla riva piemontese per gettarsi su Livino e Varese. Andato di nuovo in esilio in Piemonte dopo lo sfortunato esito della guerra, vi esercitò la professione d'ingegnere e fu eletto deputato al parlamento subalpino per la II, III e IV legislatura. Partecipò alla guerra del 1859 fra i Cacciatori delle Alpi, col grado di luogotenente, poi di capitano delle guide, compiendo atti di grande valore; e l'anno dopo partì per la Sicilia con la spedizione Medici, del quale fu uno dei più audaci e valorosi colonnelli brigadieri, segnalandosi alla battaglia del Volturno. Dimessosi dopo la campagna dell'Italia meridionale, fu l'anima delle Società di tiro a segno di Milano.
Bibl.: N. M. Campolieti, Il diario di F. S. nella campagna del 1859 (in Rivista di cavalleria, anno 1909); G. Castellini, Eroi garibaldini (2ª ediz., a cura di C. Agrati), Milano 1931.