STELLUTI, Francesco
Naturalista e letterato, nato a Fabriano nel 1577, morto a Roma dopo il 1651. Fu uno dei quattro fondatori dell'Accademia dei Lincei (1603). Come i suoi compagni subì avversità e persecuzioni da parte dei familiari di Federico Cesi, e dovette lasciare per alcuni anni Roma per ridursi prima a Fabriano, poi a Parma presso il duca Farnese. Ritornato a Roma verso il 1609, lo S. ebbe parte attivissima nel rigoglioso sviluppo dell'accademia. Nel 1612 ne fu eletto procuratore generale. Nell'anno successivo fu a Napoli per fondarvi una sezione accademica, il "Liceo", che fu affidato a G. B. della Porta. Morto nel 1630 il Cesi, lo S. cercò in ogni modo di salvare dalla rovina l'accademia ma non vi riuscì. Poté soltanto completare nel 1651 la pubblicazione del Tesoro messicano, corredato dalle annotazioni di alcuni lincei e dalle venti Tabulae phytosophicae del Cesi.
Lo S. ridusse in tavole sinottiche i quattro libri Della fisonomia di tutto il corpo humano di G. B. Della Porta e in un Trattato del legno fossile minerale (Roma, 1637) illustrò il legno fossile di Acquasparta. La sua maggior fatica letteraria fu una traduzione di Persio in versi sciolti.
Bibl.: J. Plancus, Lyncaeorum notitia, in Fabii Columnae, ΦΥΤΟΒΑΣΑΝΟΣ, Firenze 1744; B. Odescalchi, Memorie istorico-critiche dell'Accademia dei Lincei, Roma 1806; D. Carutti, Breve storia dell'Accademia dei Lincei, Roma 1883; R. Sassi, F. S. da Fabriano, in Augustea, aprile 1935.