ZAGAR, Francesco
– Nacque a Pola il 30 novembre 1900, da Luigi, tecnico all’arsenale del porto di Pola, e da Caterina Udina, casalinga.
Compì gli studi secondari a Vienna e a Lubiana. Con l’annessione all’Italia, nel 1919 si immatricolò alla facoltà di ingegneria di Pisa; l’anno successivo si trasferì a quella di Torino, insegnando nelle scuole di Pinerolo. Trasferitosi a Padova, e mantenendosi con l’insegnamento a Pola, si laureò in matematica pura nel 1923 con la tesi Due studi sul problema dei tre corpi. Nel luglio 1925 venne nominato assistente volontario all’osservatorio di Padova e nell’ottobre dello stesso presso la cattedra di astronomia dell’Università di Padova, ricoperta da Giovanni Silva; tale incarico gli verrà confermato fino all’anno accademico 1930-31.
All’osservatorio di Padova Zagar svolse la prima parte della sua carriera scientifica. Il primo luglio 1926 venne nominato assistente effettivo, raggiungendo poi la stabilità con la nomina ad astronomo aggiunto dal 1° ottobre 1929. Nel medesimo anno venne dichiarato idoneo al posto di astronomo di seconda classe, che occuperà dal primo giugno 1934. Ottenne nel 1929 il premio Stambucchi-Astronomo bandito per l’anno 1927-28 e nel 1934 il premio reale dell’Accademia dei Lincei per l’astronomia.
Nel 1930 sposò Jolanda Cavoretti, dalla quale ebbe cinque figlie: Frida, Ilse, Alma, Marta e Dorotea.
Il 1° novembre 1931 conseguì la libera docenza in astronomia e continuò l’insegnamento universitario tenendo negli anni accademici 1932-33 e 1933-34 il corso libero di metodi di calcolo in astronomia e, nell’anno accademico 1934-35, il corso di analisi infinitesimale. Nel 1935 fu giudicato idoneo alla cattedra di astronomia teoretica all’Università di Napoli, che non andò a ricoprire.
Durante l’intera sua carriera Zagar si dedicò agli studi teorici di astronomia classica e di meccanica celeste, più che a quelli di astrofisica che, proprio a partire dagli anni Venti del Novecento, stavano diventando prevalenti nella comunità astronomica italiana. Durante gli anni padovani curò il servizio del tempo e intraprese ricerche relative al problema dei tre corpi, a calcoli di orbite di comete e pianeti (compresa, nel 1931, quella di Plutone, scoperto da appena un anno), e a sistemi di stelle doppie le cui perturbazioni potevano evidenziare la presenza di una terza componente; in particolare, nel 1932, studiò il problema dell’esistenza, all’epoca ritenuta realistica, di una terza stella nel sistema binario di Sirio. Durante una permanenza all’osservatorio di Arcetri, tra il luglio e il novembre 1933, elaborò delle tavole per ricavare dalle osservazioni spettroscopiche di velocità radiali stellari il moto peculiare del Sole nella nostra galassia. Eseguì anche osservazioni di comete, stelle di confronto, occultazioni stellari e fenomeni transienti. Nel maggio 1934 ottenne dal Consiglio nazionale delle ricerche una borsa di studio per recarsi presso gli osservatori di Babelsberg, dove studiò i metodi per la determinazione delle velocità radiali, e di Leiden, ove approfondì i moderni metodi di fotometria stellare e scoprì quattro nuove stelle variabili.
Nel 1936 lasciò Padova, in seguito alla nomina a professore straordinario di astronomia all’Università di Palermo e a direttore dell’osservatorio astronomico. All’osservatorio di Palermo Zagar continuò a occuparsi prevalentemente di questioni teoriche, allargando il campo dei suoi interessi anche alla statistica stellare; nel contempo, con un telescopio Merz-Cavignato, avviò un’attività osservativa, effettuando tra l’altro numerose osservazioni della cometa Finsler (1937 f). In questo periodo iniziò l’interesse di Zagar per la storia dell’astronomia e delle istituzioni astronomiche, con la pubblicazione della memoria Un secolo e mezzo di attività dell’osservatorio astronomico di Palermo (Bologna 1939). A Palermo rimase fino a quando fu chiamato a Bologna come direttore dell’istituto di astronomia e osservatorio astronomico universitario e come straordinario di astronomia. Dal 16 dicembre 1938 ricoprì le cariche che Guido Horn d’Arturo era stato costretto ad abbandonare dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste. Il 29 ottobre 1939 venne stabilizzato ordinario.
Durante gli anni della guerra Zagar potenziò la dotazione dell’osservatorio con l’acquisto di un fotometro Zeiss per lo studio delle immagini stellari fotografiche. Si dedicò allo studio delle varie ipotesi sulla formazione del sistema solare, sulle sue caratteristiche e sulla sua evoluzione e continuò gli studi sulle stelle doppie e multiple. Frutto del suo insegnamento universitario bolognese fu il volume Astronomia sferica e teorica (Bologna 1948), ristampato per oltre trent’anni.
A Bologna ebbe inoltre, per diversi anni accademici, gli incarichi di analisi matematica algebrica e infinitesimale e di meccanica superiore, nonché nel 1944 la direzione dell’istituto di matematica. Terminata la guerra e reinsediato Horn d’Arturo nelle sue posizioni accademiche, la direzione dell’istituto di astronomia venne divisa tra i due dal 1° gennaio 1944 al 31 ottobre 1946; la cattedra di astronomia fu sdoppiata con delibera del Senato accademico del 18 luglio 1945. Nell’anno accademico 1948-49 ebbe inoltre l’incarico di meccanica superiore. Zagar fu anche preside della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dal 19 giugno 1945 al 15 febbraio 1947. Dal 1945 al 1949 ebbe anche, a Ferrara, gli incarichi di analisi infinitesimale, analisi matematica e meccanica superiore. Il 31 ottobre 1948 lasciò Bologna e si trasferì a Milano. Ricoprì la cattedra di astronomia all’Università di Milano (dall’anno accademico 1949-50 al 1955-56 come professore incaricato e dal febbraio 1956 al 1971 come professore ordinario) e assunse anche la direzione dell’osservatorio di Brera (diviso nelle due sedi di Milano e di Merate) e quella del Centro di fisica stellare del Consiglio nazionale delle ricerche istituito a Merate nel 1947.
A Brera attuò un’imponente opera di ammodernamento degli strumenti e di ristrutturazione edilizia dell’osservatorio, seriamente danneggiato durante la guerra. In occasione dell’Anno geofisico internazionale del 1957, inaugurò la nuova cupola ‘a fiore’ (oggi cupola Zagar), dotata dei più moderni apparati scientifici, anche per l’inseguimento dei satelliti artificiali. Nel 1960 fondò il Centro di cronometria, equipaggiato con orologi al quarzo di alta precisione e con un impianto elettronico per la conservazione e la trasmissione del tempo. Dotò la sede di Merate, destinata alle osservazioni astrofisiche, di nuovi laboratori, strumenti accessori per i telescopi e di un nuovo telescopio riflettore a specchio metallico Ruths di 134 cm, installato nel 1968, il primo di questo genere in Europa.
L’attività scientifica negli anni milanesi riguardò la partecipazione alla campagna internazionale di longitudine, oltre a una serie di ricerche di astrometria sui movimenti degli ammassi stellari sferici, sull’espansione dell’universo e sulla dinamica della galassia, sulla rotazione della Terra e sul problema dell’orientamento dei piani orbitali delle stelle binarie in relazione alla loro velocità spaziale. Il lancio del primo satellite artificiale (lo Sputnik 1) nel 1957 spinse inoltre Zagar a intraprendere studi di astrodinamica. Tenendo viva una tradizione che a Brera risaliva a Giovanni Schiaparelli, si dedicò alla stesura di contributi dedicati ai grandi maestri dell’astronomia, ad astronomi a lui più vicini e alla storia dell’osservatorio, coinvolgendolo inoltre nella Mostra storica della scienza italiana che si tenne al Palazzo Reale di Milano nel 1957.
All’università fu anche professore incaricato di geodesia dall’anno accademico 1956-57 al 1958-59 e di meccanica superiore dal 1959-60 al 1970-71. Dall’anno accademico 1953-54 al 1955-56 era stato professore di astronomia all’Università di Pavia. Venne collocato a riposo il 1° novembre 1971. Nel 1962 gli era stata conferita la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte; nel 1973 venne insignito della laurea honoris causa dall’Università del Lussemburgo.
L’attività scientifica di Zagar continuò anche dopo il pensionamento, riprendendo questioni riguardanti la statistica stellare e l’orientamento dei piani orbitali nei sistemi binari, argomento della sua ultima pubblicazione nel 1975.
Fu segretario della Società astronomica italiana dal 1946 al 1954, vicepresidente dal 1954 al 1956, presidente dal 1956 al 1962, direttore responsabile delle Memorie della società astronomica italiana dal 1948 al 1965. Fece parte di numerose commissioni dell’International Astronomical Union, della Commissione geodetica italiana e fu presidente dell’International Academy for Astronautics. Fu socio nazionale dell’Accademia nazionale dei Lincei e membro dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, dell’Accademia delle scienze di Bologna e di quelle di Padova, Udine, Modena e Ferrara. Gli sono dedicati l’asteroide (6746) Zagar, scoperto nel 1994 e, dal 2001, una delle cupole dell’osservatorio di Brera.
Morì a Milano il 17 febbraio 1976.
Per un elenco completo delle pubblicazioni, si veda Accademia nazionale dei Lincei, Biografie e bibliografie degli accademici Lincei, Roma 1976, ad indicem.
Fonti e Bibl.: La gran parte del materiale documentario si trova presso l’Archivio storico dell’osservatorio astronomico di Brera, Fondo Francesco Zagar; altro materiale in Archivio storico dell’osservatorio astronomico di Padova, Fondo Francesco Zagar; Archivio storico dell’osservatorio astronomico di Palermo, Fondo Francesco Zagar; Archivio storico del dipartimento di astronomia dell’Università di Bologna, Serie storica specola, bb. 58-59; Archivi storici delle Università di Bologna e Milano, fascicoli personali. Informazioni biografiche sono state fornite dalla figlia Ilse.
F. Zagar, Notizie sulla carriera e sull’attività scientifica del prof. F. Z., maggio 1935, Padova 1935; un redazionale non firmato di G. Horn D’Arturo, in Coelum, VI (1936), 6, p. 79; E. Proverbio, F. Z., in Memorie della Società astronomica italiana, XLVII (1976), 1, pp. 5-10; L. Rosino, F. Z. (1900-1976), in Coelum, XXXXVI (1976), 44, pp. 164-167; M.G. Fracastoro, F. Z. Discorso commemorativo pronunciato nella seduta ordinaria del 16 aprile 1977, Roma 1977 (con elenco completo delle pubblicazioni); G. Setti, M. Rajna, F. Z. e G. Horn d’Arturo, in Figure di maestri che hanno operato nel corso del IX centenario dell’Università di Bologna, Bologna 1990, pp. 59-64; G. Foderà Serio - D. Randazzo, Astronomi italiani dall’Unità d’Italia ai nostri giorni: un primo elenco, Cremona 1997, pp. 113 s.; G. Foderà Serio, Dalla Società degli spettroscopisti italiani alla Società astronomica italiana, in L’Astronomia in Italia, a cura di F. Bònoli, Napoli 1998, pp. 44 s.; F. Bònoli - D. Piliarvu, I lettori di astronomia presso lo studio di Bologna dal XII al XX secolo, Bologna 2001, pp. 231-233; F. Z. nel centenario della nascita. Cerimonia organizzata dall’osservatorio di Brera il 29 marzo 2001, a cura di A. Manara - L. Buffoni, Milano 2001 (con elenco completo delle pubblicazioni); F. Bònoli - A. Mandrino, Il ‘secolo breve’ dell’osservatorio astronomico di Brera, in L’osservatorio astronomico di Brera nel XX secolo. Le persone, i luoghi, la scienza, a cura di G. Trinchieri - S. Sandrelli, Trieste 2015, pp. 15-59; M. Zuccoli, Guido Horn d’Arturo e Luigi Jacchia: sguardi da lontano, in Sotto lo stesso cielo? Le leggi razziali e gli astronomi in Italia. Atti del Convegno..., Bologna... 2015, a cura di F. Bònoli - A. Mandrino, Pisa-Roma 2015, pp. 10-15.