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FRANCESCUCCIO GHISSI

di E. Simi Varanelli - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1995)
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FRANCESCUCCIO GHISSI

E. Simi Varanelli

Pittore di Fabriano attivo nelle Marche nella seconda metà del 14° secolo. Di F., formatosi nella cerchia di Allegretto Nuzi (v.; 1320 ca.-1373), non si hanno altre notizie se non quella che lo segnala presente a Perugia nel 1389.La prima opera conosciuta di F. è la Madonna dell'Umiltà che allatta il Bambino, firmata e datata al 1359, proveniente dalla chiesa di S. Lucia (detta anche di S. Domenico) a Fabriano, il cui fondo - probabilmente in origine dorato - fu rimaneggiato nel Quattrocento (Fabriano, Pinacoteca Civ. e Mus. degli Arazzi).Datata al 1374 è la Madonna dell'Umiltà della chiesa di S. Andrea a Montegiorgio (Ascoli Piceno), qui trasferita dalla locale chiesa di S. Agostino; agli stessi anni vanno ricondotte anche la Madonna dell'Umiltà proveniente dalla chiesa fabrianese di S. Lucia (Fermo, Pinacoteca Civ.) e la Madonna dell'Umiltà di S. Agostino ad Ascoli Piceno, aventi quali caratteristiche primarie - pur conservando intatta la grazia delle figure di Allegretto Nuzi - una maggiore piattezza dell'immagine, una tangibile secchezza del modellato e anche un più insistito ornatismo.Queste immagini - eccettuata la tavola ritoccata di Fabriano - sono a evidenza un'imitazione della Madonna del Latte di Allegretto Nuzi del 1366, splendida nei suoi rossi e ori bruniti (San Severino Marche, Pinacoteca Com.); tuttavia il confronto non può che risolversi a svantaggio del collaboratore.Utilizzate come simbolo delle virtù dell'umiltà e della povertà praticate dai frati, le immagini della Madonna dell'Umiltà provenivano spesso da chiese degli Ordini mendicanti; ma sia le Madonne di F. sia quella autografa di Allegretto Nuzi presentano un'iconografia particolare - proveniente con ogni probabilità da Avignone e diffusa principalmente nel napoletano, nelle Marche e in Emilia -, che è da considerarsi un'immagine criptica della dottrina, già dibattuta nel Trecento, dell'Immacolata Concezione: la Vergine irradia luce e ha il capo cinto da dodici stelle, come la donna vestita di sole della visione dell'Apocalisse (Ap. 12, 1).Lo scarso catalogo del pittore e il fatto che esso fosse formato quasi esclusivamente da Madonne dell'Umiltà hanno costretto a lungo F. in una posizione marginale; la sua personalità è andata emergendo in anni più recenti, con i contorni definiti di primo collaboratore di Allegretto Nuzi e poi di prosecutore della fervida bottega del maestro. La longevità produttiva di F. è testimoniata da un'altra tarda Madonna dell'Umiltà, opera ormai priva di vigore espressivo, firmata e datata al 1395 (Milano, Coll. Carminati).Donnini (1973) diede inizio al processo di rivalutazione dell'operato del pittore, assegnando a F. la tavoletta con i temi sovrapposti della Pietà e della Natività (Roma, Mus. Vaticani, Pinacoteca). Un ulteriore ampliamento di orizzonte sulla figura dell'artista si deve a Zeri (1975), che, nel ricomporre idealmente il polittico dell'Incoronazione della Vergine attribuito ad Allegretto Nuzi (Southampton, Art Gall.) con i due pannelli di corrispondente dimensione di Houston (Mus. of Fine Arts), proponeva F. come esecutore delle sagome più gracili dei santi degli sportelli laterali. Con convincenti argomentazioni il critico supponeva che l'opera avesse avuto quale collocazione originaria l'altare maggiore della distrutta chiesa di S. Francesco di Fabriano e indicava F. come probabile autore, insieme al maestro, del dossale con Crocifissione e Storie di s. Giovanni Evangelista smembrato tra Washington (Nat. Gall. of Art), Chicago (Art Inst.) e New York (Murray-Crane Coll.), opera anch'essa attribuita ad Allegretto Nuzi, ma caratterizzata da una rigidità figurale in lui innaturale.Alle tesi che assegnavano a F. un ruolo più incisivo nella bottega del maestro ha fatto seguito la proposta di Zampetti (Zampetti, Donnini, 1992), che ha assegnato alla mano del pittore il polittico a cinque sportelli della Pinacoteca Civ. e Mus. degli Arazzi di Fabriano, genericamente attribuito alla scuola di Allegretto Nuzi; l'opera, originalmente eseguita per l'abbazia di Santa Maria dell'Appennino, ha come soggetto la Vergine con il Bambino e santi e presenta strette analogie con i gruppi di Madonna e Bambino autografi di F., quali quelli di Fermo e Montegiorgio.Queste persuasive attribuzioni - unite alla circostanza che rigidità del modellato e arcaismi, consonanti con quanto si conosce di F., sono presenti anche nella serie di affreschi attribuiti alla scuola di Allegretto Nuzi che ornano la sacrestia e le pareti dell'ex cappella di S. Orsola nella chiesa di S. Lucia di Fabriano - permettono di comprendere che F. operò a lungo dentro e fuori la bottega del maestro, prima e dopo la sua morte, e che realmente l'arcaicismo che domina le composizioni tarde di Allegretto Nuzi può essere la conseguenza, come già aveva intuito Zeri (1975), del crescente intervento della mano del collaboratore.

Bibl.: A. Colasanti, Note sull'antica pittura fabrianese. Allegretto Nuzi, Francesco di Cecco Ghissi, L'Arte 9, 1906, pp. 263-277; Van Marle, Development, V, 1925, pp. 172-175; L. Serra, L'arte nelle Marche, II, Pesaro-Roma 1934, pp. 293-294; G. Donnini, Un'aggiunta al Ghissi e alcune considerazioni sul pittore, Commentari 24, 1973, pp. 26-34; F. Zeri, Un'ipotesi sui rapporti tra Allegretto Nuzi e Francescuccio Ghissi, AV 14, 1975, 5, pp. 3-7; P. Zampetti, Pittura nelle Marche, I, Dalle origini al primo Rinascimento, Firenze 1988, pp. 119-121; P. Zampetti, G. Donnini, Gentile e i pittori di Fabriano, Firenze 1992, pp. 23-28; E. Simi Varanelli, L'Ordine agostiniano e la genesi e le metamorfosi della Madonna dell'Umiltà (in corso di stampa).E. Simi Varanelli

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