Franchi
I fondatori della Francia
I Franchi erano un insieme di popolazioni germaniche stanziate lungo il confine dell'Impero Romano: sotto la guida dei sovrani della dinastia merovingia e poi carolingia finirono col diventare protagonisti della scena europea. La nascita dell'impero carolingio, infatti, costituì un passaggio decisivo nel processo di formazione dell'Europa
Il termine franco deriva da una parola altogermanica che significa "coraggioso". Col nome di Franchi vennero definite a partire dal 3° secolo d.C. varie popolazioni germaniche stanziate lungo il fiume Reno: gli Ampsivarii, i Brutteri, i Camavi, i Salii e altri. Prima nemici e poi alleati dell'Impero Romano, i Franchi, nella seconda metà del 5° secolo, con la definitiva crisi imperiale ripresero le loro conquiste e acquisirono il controllo di un'ampia area nel Nord della Gallia (regione che dai Franchi stessi prese poi il nome di Francia). A far ciò furono i Franchi Salii, che finirono per assumere il nome di Merovingi da Meroveo, capostipite (5° secolo) di una dinastia regnante che durò fino al secolo 8°.
Fu Clodoveo, il nipote di Meroveo, a consolidare la nuova monarchia. Riunì attorno a sé la maggior parte delle tribù franche, conquistò gran parte della Gallia e convertì la sua gente dal paganesimo al cristianesimo cattolico, mentre gli altri popoli germanici si erano legati all'arianesimo (eresia). Grazie a questa conversione i Franchi avrebbero finito con l'instaurare un rapporto privilegiato col papato. Alla morte di Clodoveo, nel 511, il dominio ‒ che nella tradizione dei Franchi era considerato patrimonio privato della dinastia ‒ venne spartito tra i quattro figli. Ne seguirono aspri contrasti, guerre, provvisorie riunioni delle varie parti del regno. Le divisioni tra i Merovingi provocarono la lenta, progressiva decadenza della monarchia, che un'affermata leggenda dipinge con l'immagine dei 're fannulloni'. La lunga età merovingia garantì comunque un lento ma sicuro processo di fusione della preesistente élite gallo-romana con quella franca.
La struttura di potere dei Merovingi si fondava sui conti, dal latino comites, ossia "compagni". I conti erano più precisamente compagni del re in guerra e i servizi da loro resi venivano remunerati con concessioni di terre, attribuite a titolo ereditario. Con ciò la monarchia finì con l'indebolirsi moltissimo e i primi Carolingi si adoperarono poi con fatica per recuperare le terre concesse con tanta generosità a titolo perpetuo.
Furono i maggiordomi o maestri di palazzo, altissimi funzionari del regno, a esautorare a mano a mano i Merovingi, prendendo già nella prima metà del 7° secolo il controllo effettivo sulle diverse aree del dominio. In ciò furono determinanti i maggiordomi Pipino di Héristal e suo figlio Carlo Martello, il quale nel 732 sconfisse a Poitiers le truppe musulmane che avevano varcato minacciose i Pirenei. Quando Carlo Martello morì, nel 741, gli subentrarono i figli Carlomanno e Pipino il Breve, sempre col titolo di maggiordomi. Nel 747, in seguito al ritiro di Carlomanno, che si fece monaco benedettino, Pipino concentrò su di sé un potere tale che gli consentì nel 751 di estromettere i Merovingi e di farsi proclamare re dall'assemblea dei grandi del popolo franco. Anche il papa applaudì la svolta.
Nel 753 papa Stefano II partì per la Francia e riuscì a convincere Pipino il Breve ad agire contro i Longobardi, cui i Franchi erano fino ad allora rimasti alleati. Pipino li sconfisse nel 754 e poi ancora nel 756. Dopo questo successo, il re franco impose ai vinti di consegnare a s. Pietro, e dunque al papa, molte città e territori, tra cui Ravenna, che avevano fatto parte dei domini bizantini.
Pipino il Breve morì nel 768, lasciando eredi i figli Carlo e Carlomanno. I due proseguirono nella politica del genitore e la stretta intesa col papato esaltò il ruolo dei Franchi nella scena europea. La nuova dinastia regia, fondata da Pipino il Breve, avrebbe però preso il nome di Carolingi da Carlo, che in virtù dei suoi successi, meritò l'appellativo di Magno (Carlomagno).