HUTCHESON, Francis
Filosofo inglese, nato a Drumalig (Irlanda) l'8 agosto 1694, morto a Glasgow nel 1746. Dopo avere studiato dal 1710 al 1716 all'Università di Glasgow, si stabilì a Dublino: ma tornò nel 1729 a Glasgow come professore di filosofia morale in quell'università, e non se ne allontanò più.
Gli scritti più notevoli del H. sono: An Inquiry into the Original of our Ideas of Beauty and Virtue (Londra 1725, comprendente i due trattati: Inquiry concerning Beauty, Order, Harmony, Design, e Inquiry concerning Moral Good and Evil, titoli che apparvero nella 2a ed., del 1726); Essay on the Nature and Conduct of the Passions and Affections, seguito dalle Illustrations upon the Moral Sense (Londra 1728); Philosophiae moralis institutio compendiaria, ethices et jurisprudentiae naturalis elementa continens (Glasgow 1742); System of Moral Philosophy (voll. 2, Glasgow 1755: postumo, e con introduzione sulla vita e le opere del H. a cura di W. Leechman). Le opere complete del H. furono raccolte in 5 volumi a Glasgow nel 1772.
La filosofia del H., che è considerato come fondatore della cosiddetta "scuola scozzese" poi rappresentata principalmente di Th. Reid, ha importanza specialmente in quanto sistemazione delle dottrine etiche ed estetiche dello Shaftesbury, il cui nome è infatti, già nel sottotitolo del primo saggio, posto a segnacolo in vessillo contro l'utilitarismo egoistico di Bernardo di Mandeville. Dello Shaftesbury H. sviluppa tanto l'idea generale della connessione dei valori etici con quelli estetici quanto la particolare concezione dell'attività morale come condizionata da uno speciale sentimento, il moral sense: e considera quest'ultimo come una funzione di gusto (in sé superiore all'interesse, e quindi analoga alla contemplativa, non passionale, esperienza estetica), capace di discriminare e giudicare quelle azioni morali, che hanno d'altronde il loro primo movente nel sentimento di benevolenza verso il prossimo. Si comprende così come questa filosofia, che non solo influì su D. Hume e su Adamo Smith, ma presto, attraverso traduzioni, si diffuse in Germania, abbia potuto meritare tanta attenzione da parte di Kant, il quale, se combatté la morale del sentimento del H. come uno dei tipi più raffinati di etica empiristica, si accostò invece sotto alcuni aspetti alle sue concezioni nella dottrina dell'arte.
Bibl.: Th. Fowler, Shaftesbury and H., Londra 1882; R. Rampendal, Eine Würdigung d. Ethik H.s, Lipsia 1892, W. R. Scott, F. H., Londra 1900; J. J. Martin, Shaftesburys und H.s Verhältnis zu Hume, Halle 1915; L. Bandini, Shaftesbury: etica e religione, Bari 1930.