FRANCO, Francisco (App. I, p. 634)
I problemi di fronte ai quali, vittoriosamente conclusa la guerra civile (1° aprile 1939), F. venne a trovarsi non erano né pochi né semplici, anche perché la Spagna, straziata e impoverita dalla guerra, era tuttaltro che pacificata e perché, pochi mesi dopo l'inizio della difficile opera di ricostruzione, scoppiò la seconda Guerra mondiale.
Amico delle potenze dell'Asse, che fin dall'inizio dell'insurrezione gli avevano prestato il più valido aiuto, si riteneva che egli si sarebbe schierato dalla loro parte, anche perché aveva già dato la sua adesione al patto anticomintern (27 marzo 1939); ma seppe invece così abilmente destreggiarsi fra i suoi c0nsiglieri più avventati, che avrebbero voluto trascinarlo nel conflitto, e di fronte agli stessi dittatori d'Europa (convegni di Hendaye con Hitler nel 1940 e di Bordighera con Mussolini nel 1941), che, sia pure attraverso infinite difficoltà, riuscì a tener la Spagna lontana dalla guerra. E di questo gli Spagnoli, anche i molti che non sono favorevoli al suo regime dittatoriale, gli sono certamente grati.
Al termine della guerra cercò di dare al suo governo qualche parvenza di democrazia, togliendo ogni autorità alla Falange; e il 31 marzo 1947, promulgò una legge di successione, sottoposta poi a plebiscito il 6 luglio, secondo la quale la Spagna, "stato cattolico e sociale", si costituiva in regno, rimanendo capo dello stato il generale Franco assistito da un consiglio di reggenza (v. spagna, in questa App.).
Bibl.: I. Montanelli, Franco, caudillo senza vocazione, Milano 1948.