Pizarro, Francisco
Conquistatore spagnolo (Trujillo, Estremadura, 1475 ca.-Lima 1541). Di umili natali, si recò giovane in America e da Santo Domingo prese parte a spedizioni nel Golfo di Darién (1508) e nel Mare del Sud (1513); al seguito di Pedrarias Dávila, si stabilì poi a Panamá. Qui le notizie riportate da Pascual de Andagoya, reduce dalla spedizione (1522) sulle coste del Pacifico, intorno all’esistenza di un potente e ricchissimo regno del Birú o Pirú lo indussero a tentarne la conquista, associandosi a tale scopo con D. de Almagro e con F. de Luque. Un primo tentativo ebbe luogo nel nov. 1524; P. partì da Panamá con una prima nave, sbarcò sulla costa ecuadoriana a Puerto de la Hambre, sostenne scontri con gli indios e ritornò quindi a Panamá, dove si riunì con Almagro, che a sua volta aveva seguito lo stesso itinerario. Rinnovata nel marzo 1526 l’associazione coi due compagni e avuto, con promesse di parte del bottino, il consenso del governatore Dávila, P. diede inizio alla seconda spedizione. Toccata la foce del fiume San Juan, la Baia di San Mateo e il porto di Tacámez, P. sostò nell’Isola del Gallo, poi passò nell’Isola della Gorgona in attesa di rinforzi. Insieme con Almagro visitò poi l’Isola di Santa Clara e Túmbez nel Golfo di Guayaquil e raggiunse il porto di Santa, donde, raccolte ulteriori notizie sulle ricchezze degli incas, ritornò a Panamá (1527). Recatosi quindi in Spagna (1528), ottenne dal re le «capitolazioni» (1529) che regolavano la conquista delle nuove terre e lo nominavano capitano generale e governatore di queste (denominate ufficialmente Nuova Castiglia). Preparata una terza spedizione, nel genn. 1531 P. partì da Panamá, sbarcò nella Baia di San Mateo e giunse a Túmbez, dove ebbe conferma della situazione caotica dell’impero incaico, diviso tra i partigiani di Huáscar e quelli di Atahualpa, e seppe della presenza di quest’ultimo nella vicina città di Cajamarca. Senza attendere l’arrivo di Almagro, P. raggiunse rapidamente la città, e con meno di 200 uomini fece prigioniero a tradimento Atahualpa (15 nov. 1532), malgrado i suoi 40.000 soldati. L’impero incaico cadde così in un giorno; Atahualpa restò qualche mese prigioniero, fece consegnare un enorme riscatto, ma non evitò la condanna a morte (agosto 1533). L’entrata di P. a Cuzco (15 nov. 1533) e il saccheggio della città furono seguiti dalla nomina a imperatore di Manco Cápac II e dal consolidamento della conquista: Almagro partì alla conquista del Cile, mentre P. fondò Lima (genn. 1535), Trujillo e altri minori stabilimenti di coloni in vari punti dell’impero. Gli indios frattanto si sollevarono e assediarono Cuzco (1536); il ritorno di Almagro, che, pur liberando la città, catturò due fratellastri di P. (1537) e sostenne che la città era compresa nella sua giurisdizione, diede inizio alla guerra tra i due conquistadores. Almagro fu presto battuto in battaglia a Las Salinas dai seguaci di P. e condannato a morte (1538). Tre anni dopo i partigiani di Almagro, raccoltisi intorno al figlio di questo, Diego detto el Mozo, penetrarono nel palazzo dell’adelantado a Lima e uccisero P. a pugnalate.
Nasce a Trujillo
Parte da Panamá sbarcando sulla costa ecuadoriana a Puerto de la Hambre; primi scontri con gli indios
Seconda spedizione in Ecuador
Ottiene dal re di Spagna le «capitolazioni» che regolavano la conquista delle nuove terre e lo nominavano capitano generale e governatore di queste
Terza spedizione
Si impadronisce di Atahualpa: cade l’impero inca
Conquista Cuzco
Fonda Ciudad de los Reyes (poi chiamata Lima)
Entrato in conflitto con altri conquistadores, viene ucciso a Lima