CERNIVEZ, Franco
Nacque a Trieste il 28 genn. 1876 da Matteo e da Maria Medved. Di famiglia modesta e rimasto orfano in tenera età, fu allevato da parenti che però contrastarono la sua precoce inclinazione al disegno. Frequentò le scuole reali, ma non ultimò gli studi; dopo aver fatto molti umili lavori, trovò alla fine un impiego modestissimo presso l'amministrazione della Finanza. All'inizio del secolo sposò Noemi Bonnes, e nel 1902 gli nacque il figlio Saverio. Non risulta che si allontanasse mai da Trieste, dove morì il 20 giugno 1923 (necrologio in Il Piccolo, 22 giugno 1923; cfr. anche C. Sofianopulo in La Sera, 21 luglio 1923).
Praticamente autodidatta, il C. visse isolato dall'ambiente artistico e frequentò solamente per un certo periodo l'Accademia del nudo istituita dal Circolo artistico di Trieste. Ottenne peraltro risultati degni di nota sia nella pittura sia nella scultura, che praticò marginalmente ma con continuità: si ricordano i modelli anatomici ("scuoiati") di cavalli e le sculture in legno di piccolo formato, scheletri, cavalli e soprattutto le caricature in cui, con arguzia penetrante, coglieva i tratti fisionomici dei suoi concittadini. Con tali caricature appunto il C. ottenne il primo successo di pubblico nella Mostra di caricature tenuta alla Permanente nell'aprile del 1910, tanto da essere giudicato superiore anche ai contemporanei I. Grünhut e C. Wostry, per una resa fisionomica più ricca e graffiante, conseguente alla tecnica dell'intaglio agile e sicura. Nel campo della pittura il C. trattò con pari maestria sia il ritratto sia il paesaggio: profondo conoscitore della figura umana e interessato alla rappresentazione selettiva dei tratti significanti, riesce ad esprimere i caratteri con tecnica sicura; temperamento ipersensibile e particolarmente reattivo al colore, riesce sempre a conciliare nel paesaggio l'esigenza di una puntuale descrizione con la registrazione di uno stato d'animo.
Il C. si occupò anche di scenografia, firmò manifesti pubblicitari e disegnò una notevole quantità di vignette caricaturali per il giornale politico-satirico Marameo!; risentì di varie maniere e coltivò le più svariate tecniche e forse proprio questa padronanza di molti "strumenti linguistici" lo fa meno definito e meno definibile nella sua specifica individualità. Per l'intensità espressiva dei suoi ritratti (Ritratto della nonna, Trieste, coll. privata; Ritratto di Leo Krausz, Ibid., coll. privata; Autoritratto, Ibid., Civico Museo Revoltella) e per la pulizia degli accordi cromatici, mostra di aver partecipato di certo "manierismo impressionistico" di radice tedesca (Liebermann), già divulgato in Trieste da U. Veruda e ivi riproposto, in quegli anni, da A. Fittke e da A. Rietti. Attraverso l'opera di C. Sofianopulo e quella di A. Orell, il C. subì anche l'influsso del simbolismo e in particolare di F. von Stuck.
Bibl.: D. Finzi, Un artista bizzarro, in L'Indipendente (Trieste), 16 luglio 1912; S. Sibilia, Pittori e scultori di Trieste, Trieste 1922, p. 67; La mostra delle opere di F. C.,in Il Piccolo (Trieste), 17 nov. 1923; La mostra postuma di F. C.,in Il Piccolodella sera (Trieste), 21 nov. 1923; L'arte contemporanea alla mostra del ritratto femminile, in Il Piccolo, 27 giugno 1933; C. Wostry, Storia del Circolo artistico di Trieste, Trieste 1934, pp. 174, 183, 231, 234, 236, 257; H. Vollmer, Künstlerlexikondes XX. Jahrh.s, I, p.413.