FRANCO da Perugia
Non si conoscono la data e il luogo della nascita di F., avvenuta forse a Perugia o nel suo contado poco dopo la seconda metà del XIII secolo; non è nota neppure la data del suo ingresso nel convento di S. Domenico di Perugia.
Le indicazioni dello Iacobilli, secondo cui F. appartenne alla famiglia perugina dei Franchi e prese l'abito domenicano nel 1280, non sono suffragate da prove; mentre il Touron colloca l'entrata nell'Ordine intorno all'anno 1270. Anche l'affermazione del Masetti, secondo il quale F., morto nel 1333, visse per quarantasei anni nell'Ordine domenicano (il che indurrebbe a collocare l'entrata nell'Ordine intorno al 1287), resta priva di riscontri con le notizie relative a F. contenute nel necrologio del convento domenicano di Perugia (Loenertz, pp. 66-68).
La prima data sicura, a proposito di F., è il 1292, quando il capitolo della provincia romana, celebrato a Roma, lo assegnò come lettore delle Sentenze al convento di Firenze; l'anno successivo, il capitolo di Anagni lo inviò con lo stesso incarico nello Studium generale di Napoli; il cronista del convento di Perugia afferma che egli fu anche lettore a Orvieto, Perugia "et in pluribus aliis conventibus".
Nel 1298, ottenuti da Bonifacio VIII i privilegi dei missionari, F. partì per l'Oriente ove, col confratello Giovanni d'Orvieto, fondò nella colonia genovese di Caffa in Crimea - dove già prima del 1287 erano giunti i francescani - un convento domenicano per favorire l'evangelizzazione dei tartari Kipčak. Nel convento continuò la sua opera di insegnamento per la comunità domenicana, imparando nel frattempo il tartaro e predicando ai tartari nella loro lingua. Sempre valendosi delle conoscenze linguistiche acquisite, F. tradusse dal latino in tartaro alcuni scritti, plausibilmente di presentazione e illustrazione della fede cristiana.
Fra il 1303 e il 1312 prese intanto forma giuridica e organizzativa la Societas fratrum peregrinantium pro Christo (inizialmente costituita dai conventi di Caffa e di Pera), riunione di diverse fondazioni domenicane dedite alle missioni in Oriente. La Societas è menzionata per la prima volta nel 1304, negli atti del capitolo generale di Tolosa; il 20 ott. 1312 il maestro generale Berengario di Landorra, con lettera indirizzata a F., ne definì lo statuto. Poco prima del capitolo generale del 1304, F. venne quindi designato dal maestro generale quale primo vicario generale della Societas. Negli anni successivi F. passò dalla Crimea in Persia, ove la sua presenza pare sicura nel 1314; probabilmente governava direttamente le comunità dell'interno dopo aver delegato a Guillaume Bernard, fondatore del convento di Pera, la giurisdizione sui conventi del Bosforo e del Mar Nero. Al 1314 deve risalire la fondazione da parte di F. del convento domenicano di Sulthanyeh, divenuta nel 1313 la nuova residenza imperiale di Öljaitu-khan (che vi morì nel 1316) e dell'Il-khan Abu-Saïd (1317-35).
La S. Sede, da Avignone, seguiva intanto gli sviluppi della situazione in Persia grazie alle informazioni fornite dal domenicano Guillaume Adam che, dopo un soggiorno in Persia (1314-15), risiedeva allora nella città provenzale. Sulla base di queste informazioni, Giovanni XXII il 1º apr. 1318 eresse in Persia la metropoli e la provincia ecclesiastica di Sulthanyeh, di cui fu creato arcivescovo F. (la nomina segnò la fine del suo mandato quale vicario della Societas fratrum peregrinantium); nello stesso documento si annunciava a F. l'invio di sei vescovi suffraganei, per i quali l'arcivescovo avrebbe provveduto a erigere sedi episcopali nei centri principali della provincia, che comprendeva tutto l'impero mongolo di Persia salvo i territori situati a Ovest del monte Ararat, la Transoxiana (una parte del Turkestan) e l'intera India. Il 1° maggio vennero nominati i sei vescovi suffraganei di F., tutti domenicani.
F. rimase arcivescovo di Sulthanyeh sino al 1322, quando, "propter impotentiam corporis, quia longevus erat etate" (precisa il necrologio di Perugia), rinunciò all'incarico; il 6 ott. 1322 Giovanni XXII nominò arcivescovo di Sulthanyeh Guillaume Adam, ma il 1º giugno 1323 il papa concesse a F. di fare uso delle insegne pontificali, a esclusione del pallio, "nei paesi dei greci e degli infedeli": ciò può indurre a credere che F. abbia comunque continuato l'opera missionaria. Sembra che negli ultimi anni si sia ritirato in un convento domenicano in Oriente, ove morì - secondo il necrologio perugino - nel 1333, senza aver rivisto la sua patria.
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