DONATONI, Franco
Compositore italiano, nato a Verona il 9 giugno 1927. Studiò dapprima il violino nella sua città natale, nel 1946 fu allievo di E. Desderi al conservatorio di Milano per contrappunto e fuga, passando quindi a Bologna dove studiò con A. Zecchi e L. Liviabella e si diplomò in strumentazione per banda (1949), musica corale (1950) e composizione (1951). Subito dopo seguì all'Accademia di Santa Cecilia il corso di perfezionamento di I. Pizzetti. Ma per i suoi orientamenti di compositore fu determinante il suo incontro con B. Maderna nel 1953, l'anno in cui D. seguì i Ferienkurse di Darmstadt. Compositore molto attivo fin dagli esordi, nel 1966 ha vinto con Puppenspiel II il premio Marzotto; attualmente insegna al conservatorio di Milano, dal 1970 tiene corsi di perfezionamento all'Accademia Chigiana di Siena, e dal 1971 è docente all'università di Bologna.
Partendo dalle suggestioni di B. Bartók, il cammino stilistico di D. è stato progressivamente condizionato dall'approfondita conoscenza delle opere di A. Webern che, filtrate attraverso le esperienze dei maestri di Darmstadt, di P. Boulez e di K. Stockhausen, lo hanno fatto approdare a un originale, fantasioso strutturalismo, nel quale dal 1962 in poi è lasciato anche un largo spazio alla casualità (come in Black and White del 1964, per 37 strumenti) degli eventi sonori. Ma le rigorose basi tecniche delle esperienze di D., capaci di realizzare con straordinario virtuosismo le più complesse trasformazioni del materiale, e guidate da una fantasia estrosa, hanno dato vita a uno stile musicale dai tratti chiaramente personali, tanto da poter costituire un punto di riferimento nella nascita di un vero e proprio manierismo "donatoniano" in alcuni compositori che a D. più o meno consapevolmente si richiamano. Le sue opere più importanti (e fra queste Puppenspiel II, che ha avuto larga diffusione internazionale) si caratterizzano come autentiche "meditazioni" sulle infinite possibilità di lettura del materiale sonoro, che acquista la consistenza di suggestivi pulviscoli, di imprevedibili tappezzerie e di sottilissimi giuochi, non di rado in grado di accogliere intenzioni espressive e inquietudini psicologiche.
Composizioni principali. Per orchestra: Strophes, 1959; Sezioni, 1960; Puppenspiel I (1961); Puppenspiel II con flauto solista, 1966; Per orchestra, 1962; Black and White, per 37 archi, 1964; Divertimento II, 1965; Souvenir (Kammersymphonie) op. 18,1967; To Earle, 1970, e To Earle Two, con strumenti; Voci, 1973. Musica da camera: 4 Quartetti (3 per archi, uno per 4 piste magnetiche); Movimento, per clavicembalo, pian. e 9 str., 1959-62; For Grilly, improvvisazione per 3 fiati, 3 archi e percussione, 1960; Asar, per 10 str. ad arco, 1964; Babai, per clavicembalo, 1964; Etwas ruhiger im Ausdruck, per flauto, violino, clavicembalo, violoncello e pianoforte, 1967; Solo, per 10 archi, 1969; Orts (Souvenir n. 2), per str. e lettore ad libitum; Lied, per 13 str., 1973.
Ha pubblicato saggi su varie riviste e il volume Questo, Milano 1970.
Bibl.: M. Bortolotto, Fase seconda, Torino 1969; P. Castaldi, Drei Stücke, in Lo spettatore musicale, Bologna 1970; G. Stefani, Su Questo di F. Donatoni, ibid., 1970; L. Pinzauti, A colloquio con F. Donatoni, in Nuova Rivista Musicale Italiana, anno IV, n. 2, 1970.