Faccio, Franco
Musicista (Verona 1840 - Monza 1891). Compì gli studi al conservatorio di Milano. Legato ad Arrigo Boito, compose con lui le cantate Il quattro giugno (1860) e Le sorelle d’Italia (1861). Nel 1863 esordì alla Scala con l’opera I profughi fiamminghi, su libretto di Emilio Praga, con la quale tentò di superare le convenzioni più stereotipate del teatro musicale, aderendo alla nuova estetica proposta dalla scapigliatura. L’opera, però, sollevò vivaci discussioni. Due anni dopo ne presentò una nuova, Amleto, seguita da pezzi sinfonici, un quartetto e romanze. Nel 1866 si arruolò tra i garibaldini, insieme ad altri membri del conservatorio. L’insuccesso riportato dall’Amleto nella rappresentazione scaligera del febbraio 1871 lo indusse a rinunciare per sempre alla carriera di compositore. Raggiunse la celebrità quale direttore d’orchestra, facendosi interprete di un rinnovamento musicale, influenzato dall’estetica wagneriana, con cui mirava a stabilire uno stretto legame tra la cultura musicale italiana e quella europea. Tra i maggiori interpreti delle opere di Verdi, diresse per molti anni l’orchestra della Scala.