FERRAROTTI, Franco
Sociologo, nato a Palazzolo Vercellese (Vercelli) il 7 aprile 1926. Professore di sociologia nell'università di Roma. Ha insegnato anche presso numerose università straniere, specialmente nordamericane. È stato fra i fondatori del Consiglio dei Comuni d'Europa a Ginevra nel 1949; direttore dei progetti di ricerca sociologica presso l'OECE (ora OCSE) a Parigi nel 1958-59; deputato indipendente nel Parlamento per la terza legislatura, 1958-63. Si è interessato alle forme operative e ai fondamenti di legittimazione del potere in una società in trasformazione come quella moderna. Ha analizzato il tipo e la qualità di razionalità che regge le società tecnicamente orientate e post-tradizionali, ponendosi il problema dei limiti della razionalità formale, puramente tecnica, e quello del passaggio dalla razionalità tecnico-formale alla razionalità sostanziale. In questa prospettiva ha ripreso criticamente la lezione del marxismo, depurata dai meccanicismi ma anche dalle "impazienze dialettiche", nello stesso tempo analizzando il problema dei fini e dell'orientamento culturale di fondo della società industriale. Da ultimo, si è particolarmente interessato all'analisi e alla comprensione della polarità razionale-irrazionale, al di fuori di ogni catastrofismo romantico ma anche di ogni facile fede illuministica.
Fra le sue opere principali si segnalano: Sindacati e potere (1954); La protesta operaia (1955); La sociologia come partecipazione (1961); Max Weber e il destino della ragione (1965); Trattato di sociologia (1968); Roma da capitale a periferia (1970); La sociologia del potere (1972); Vite di baraccati (1974); Studenti, scuola, sistema (1976); Giovani e droga (1977). Fondatore, con N. Abbagnano, dei Quaderni di sociologia, dirige attualmente la rivista La critica sociologica.