FORNARI, Franco
Psicoanalista e psicologo, nato a Niviano di Rivergaro (Piacenza) il 18 aprile 1921, morto a Milano il 20 maggio 1985. Si affermò ancora giovane come uno dei migliori psicoanalisti italiani e fu nominato presidente della Società psicoanalitica italiana dal 1974 al 1978. Successore di C. Musatti nella cattedra di Psicologia e nella direzione dell'istituto di Psicologia della facoltà di Lettere e Filosofia dell'università di Milano (1972-85), contribuì in modo sostanziale alla conoscenza della psicoanalisi da parte del mondo accademico italiano.
Con La vita affettiva originaria del bambino (1963), con la trilogia sul fenomeno guerra (Psicoanalisi della guerra atomica, 1964; Psicoanalisi della guerra, 1966; Psicoanalisi della situazione atomica, 1970) e con Nuovi orientamenti della psicoanalisi (1966) F. pose per la prima volta in contatto il lettore italiano con il pensiero dell'influente psicoanalista inglese M. Klein, mostrandone la fertile applicabilità in contesti ancora poco esplorati, quali l'universo della psicosi e i fenomeni politico-sociali. L'acuta messa a fuoco della centralità degli affetti a partire dalla relazione primaria madre-bambino, l'empatica capacità di penetrare il mondo della sofferenza psichica senza però trascurarne le potenzialità di benessere e di crescita psicologica, l'attenzione per un'utilizzazione della psicoanalisi anche al di là della relazione terapeutica duale, sono tematiche che compariranno in tutta la successiva opera di F.: da Genitalità e cultura (1975) al quasi profetico La malattia dell'Europa (1981), da La riscoperta dell'anima (1984) al densissimo e finale Affetti e cancro (1985).
Attraverso una profonda rilettura dell'opera di Freud, F. elaborò nel corso degli anni una teoria della conoscenza e del linguaggio, secondo la quale ogni discorso e ogni comunicazione umana implica l'attivazione di soggiacenti strutture affettive innate che F. ricavò dal simbolismo onirico e che definì coinemi (I fondamenti di una teoria psicoanalitica del linguaggio, 1979; Coinema e icona, 1979). F. sviluppò ulteriormente la teoria coinemica (Il codice vivente, 1981; La lezione freudiana, 1983) articolandola con una più generale teoria dei ''codici affettivi'': si tratta, secondo F., di codici di origine filogenetica che presiedono alla sopravvivenza della specie (codici sessuali, derivati dal simbolismo onirico) e della famiglia (codici familiari, distinti in paterno, materno, fraterno e infantile).
F. ha lasciato molti capitoli di un inedito Trattato di psicoanalisi, che prevedeva una sistematica presentazione delle proprie teorie, in un dialogo costante con il pensiero freudiano e con quello di M. Klein: i numerosissimi libri e articoli di F. (molti dei quali tradotti in diverse lingue) rendono comunque possibile una visione globale della straordinaria ricchezza e creatività del suo pensiero.
Bibl.: Una bibliografia completa degli scritti di F. è stata pubblicata in Rivista di Psicoanalisi, 32, 1 (1986), pp. 53-71.