NERO, Franco
Nome d'arte di Franco Sparanero, attore cinematografico e teatrale, nato a San Lazzaro Parmense (Parma) il 23 novembre 1941. Caratterizzato da un fisico atletico e da occhi di un azzurro intenso e profondo, N. ha rappresentato un'icona del cinema italiano di genere interpretando, fra gli anni Settanta e Novanta, numerosi ruoli da protagonista e di supporto. Diretto da registi come Marco Bellocchio, Luis Buñuel e Rainer Werner Fassbinder, ha anche tratteggiato personaggi di grande complessità psicologica che hanno contribuito al suo successo all'estero. Ha vinto un David di Donatello per Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani, tratto dal romanzo di L. Sciascia.Dopo aver interrotto gli studi universitari per seguire i corsi di recitazione teatrale presso il Piccolo Teatro di Milano, esordì sul grande schermo nel 1964 in La ragazza in prestito di Alfredo Giannetti; un debutto seguito da altri piccoli ruoli in film come La Celestina P… R… (1965) di Carlo Lizzani e Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli. Il successo e il primo ruolo da protagonista giunsero con il western Django (1966) di Sergio Corbucci dove, ispirandosi alle peculiarità dei personaggi interpretati da Clint Eastwood nei film di Sergio Leone ed estremizzandole, N. è uno spietato pistolero a caccia di vendetta. Il ruolo del cowboy Django segnò la prima significativa tappa di una lunga carriera nel corso della quale ha partecipato a film di vario genere: il western e il poliziesco all'italiana, il giallo politico e il film d'avventura. Appartengono al primo filone film come Il mercenario (1968) di S. Corbucci, western politico che lo vede nel ruolo di un rivoluzionario messicano, Vamos a matar, compañeros (1970) ancora di Corbucci, il crepuscolare Keoma (1976) di Enzo G. Castellari, e Django 2 ‒ Il grande ritorno (1987) di Nello Rossati, sequel poco fortunato e sottovalutato. Sempre ispirato dalla recitazione muscolare e dinamica degli attori statunitensi ‒ questa volta Steve McQueen di Bullitt (1968) di Peter Yates ‒ e diretto da Damiani, negli anni Settanta N. fu anche protagonista di L'istruttoria è chiusa: dimentichi (1971), film carcerario dove interpreta un architetto in attesa di giudizio, e dei drammi giudiziari a sfondo politico e sociale Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica (1971), Perché si uccide un magistrato (1975) e Gente di rispetto (1975), quest'ultimo diretto da Luigi Zampa. Ancora più sbilanciati verso una recitazione che trova nella fisicità la sua principale chiave di lettura sono gli eroi disegnati da N. nei suoi film d'avventura: dal protagonista di Zanna bianca (1973) e Il ritorno di Zanna bianca (1974), entrambi di Lucio Fulci e liberamente ispirati alle opere di J. London, all'avventuriero in cerca di un tesoro sommerso in Il cacciatore di squali (1979) di Castellari, fino all'indiano 'naturalizzato' che in Jonathan degli orsi (1995), sempre di Castellari ma scritto e prodotto dallo stesso N., lotta strenuamente contro uno speculatore in cerca di petrolio in una riserva indiana.Oltre al cliché dell'eroe senza macchia, N. ha ben rappresentato anche personaggi ricchi di sfumature psicologiche e tonalità drammatiche: è stato il pittore Horacio in Tristana (1970) di Buñuel, Giacomo Matteotti in Il delitto Matteotti (1973) di Florestano Vancini, l'ambiguo capitano Asciutto nel film antimilitarista Marcia trionfale (1976) di Bellocchio, e un tenente omosessuale segretamente innamorato di un marinaio in Querelle (1982; Querelle de Brest), ultimo film di Fassbinder. Tra i ruoli successivi vanno ricordati in special modo la caratterizzazione del generale Ramon Esperanza in Die Hard 2 (1990; 58 minuti per morire) di Renny Harlin e l'interpretazione nel 2000 di L'escluso, dall'attore anche prodotto, che ha segnato l'esordio nella regia del figlio Carlo Gabriel Nero, avuto dall'attrice Vanessa Redgrave.