franco
Il vocabolo ricorre solo in rima, e con poche occorrenze; D. preferisce come equivalente ‛ libero '. I due aggettivi stanno insieme in Rime CXI 10 Però nel cerchio de la sua [d'Amore] palestra / liber arbitrio già mai non fu franco. In If Il 132 i' cominciai come persona franca, il senso di f., riferito allo stato d'animo del poeta, è " rinfrancato ", e quindi " risoluto ", " deciso ", perché liberato dai dubbi e dai timori. Cfr. il libero piglio di Virgilio (Pg III 64).
In If XXVII 54 si allude a Cesena, che tra tirannia si vive e stato franco. Il senso dell'espressione, " governo libero ", è letteralmente chiaro, ma storicamente si presta a interpretazioni diverse. L'Anonimo spiegava: " Al tempo dell'autore viveva a libertà per sé medesima, et perché ell'era intorno circondata da tiranni, dice che tra tirannia viveva libera et a popolare stato ". Il Lana invece intendeva: " vive tra la signoria de' suoi gentili, ch'elli appella tiranni, et del popolo; quasi a dire ella è a comune ". Degl'interpreti moderni alcuni (Casini-Barbi) stanno per la prima spiegazione, altri (Sapegno, Chimenz, Mattalia) per la seconda.
L'aggettivo, nel significato di " sincero ", " leale ", " nobile ", ricorre anche nel Fiore, riferito due volte ad Amante, che è prode e franco, santa villania (XIII 8), cortese, franco e pro' di buona fama (XVIII 6); quest'ultima formula si ripete testualmente in Detto 403 Cortese e franco e pro' / convien che sia. In CLXXIII 1 Da l'altra parte elle son franche nate, l'aggettivo è riferito alle donne, in quanto create " libere " dalla natura, secondo gli spregiudicati insegnamenti della Vecchia.