François Gabart
Il giro del mondo in 78 giorni
Record assoluto per vincere una delle più impegnative e rischiose imprese velistiche del mondo: la regata Vendée Globe, in solitaria, senza attracco e senza nessuna assistenza esterna. Un’impresa che ha dell’incredibile e che prevede pochi margini per essere superata.
François Gabart tutto sembra meno che un marinaio. Faccia da ragazzino americano, sorriso in 3D, occhi azzurri, profilo da modello e guance apparentemente implumi. 30 anni trascorsi con la racchetta in mano sulla terra rossa, diresti. E invece è francese e ha saputo navigare intorno al mondo tra onde alte come palazzi, da solo, senza assistenza, senza mai fare scalo, per 78 giorni. Un nipotino fuoriclasse di Robin Knox-Johnston (n. 1939) e Bernard Moitessier (1925-1994), che il giro lo fecero per primi nel 1968-69. Loro la faccia da lupo di mare l’avevano.
Qualcosa tuttavia lo lega ai mitici pionieri della navigazione in solitaria: l’impresa.
François Gabart non si è accontentato di essere il più giovane vincitore della Vendée Globe e di aver polverizzato il record di circumnavigazione su monoscafo di Michel Desjoyeaux, suo idolo e mentore (78 gg 2 h 16 m di François contro gli 84 gg 3 h 9 m di Michel), ma ha voluto aggiungere alla sfida una massiccia dose di epica, l’ingrediente che rende irresistibile ciò che è già straordinario: la sfida ‘mano a mano’ per tutte le 25.000 miglia del giro con Armel Le Cléac’h, bretone doc, altro marziano della vela, lineamenti appena più duri e di 6 anni più esperto, capace di giungere al traguardo di Les Sables-d’Olonne soltanto 3 h e 17 m dopo di lui. Un duetto senza precedenti, barche sempre appaiate lungo tutti gli oceani Atlantico, Indiano, Pacifico, alternandosi decine di volte al comando anche solo per pochi metri, doppiando Capo Horn una accanto all’altra per poi separarsi lungo 2 diverse rotte solo nella fase finale della competizione.
In Bretagna, nei giorni del Capodanno 2012-13, si poteva avvertire l’eccitazione della gente, l’emozione febbrile della quotidiana rincorsa agli aggiornamenti dal mare, le foto in prima pagina delle 2 barche, a vista, allineate sul Capo Horn. Un Coppi e Bartali del mare, un Muhammad Ali e George Foreman delle onde, ma con, in più, il lungo perdurare dell’incertezza, per giorni, settimane, e il fascino misterioso del più inospitale dei terreni di gioco: l’Oceano. Qualcosa di memorabile, che consegna François Gabart, e il suo antagonista, al mito imperituro della vela e, in generale, delle imprese umane.
François Gabart nasce il 23 marzo del 1983 a Saint- Michel-d’Entraygues, nel Poitou-Charentes, a non troppi chilometri da una delle patrie mondiali della vela, La Rochelle. Idealmente la Bretagna inizia qui, e termina nel mare tumultuoso di fronte a Finisterre, dove è nato Le Cléac’h e dove Gabart oggi vive. A 7 anni il padre di François si concede un anno sabbatico a vela con la famiglia per Canarie, Capo Verde, Antille, Stati Uniti e ritorno. È la folgorazione: «In un anno in mare la normalità letteralmente esplode. È per questo che ho intrapreso questa strada».
Già a 12 anni François è sui Tornado, classe olimpica, e prova sulla pelle la difficoltà di studiare e regatare da professionista. Ma François ha testa ed è un predestinato: «Regatare, farlo per lavoro, è una mentalità, una scelta di vita, a volte difficile e dura. Passione, piacere sono intimamente legati alla competizione».
Ancora giovanissimo, Gabart è la rivelazione del circuito Bénéteau Figaro; è 3° alla Cap Istanbul nel 2008; 3° nella Transat BPE e 2° nella Transat Jacques Vabre nel 2009; nel 2010 è 1° alla Cap Istanbul, Campione di Francia Offshore Racing e soprattutto 2° nella Solitaire du Figaro, proprio alle spalle di Armel Le Cléac’h. La sfida è iniziata. Troppi piazzamenti, troppo velocemente, perché non ci siano tutte le premesse di un fuoriclasse. Compresa una laurea, nel frattempo, in ingegneria meccanica all’INSA di Lione.
Il 2011 è l’anno della costruzione di Macif, il 60 piedi con cui vince la Vendée Globe 2012-13, stabilisce il record assoluto di percorrenza, quello delle miglia percorse in 24 ore (545,3 a 22,72 nodi di media) e quello del minor tempo tra Les Sables-d’Olonne e l’equatore (66 gg 1 h 39 m), disintegrando il primato di Desjoyeaux (81 gg 17 h 12 m). Numeri da brivido, che in molti, per mare, si chiedono come possano essere nuovamente abbassati.
Chissà cosa avrebbe pensato Jules Verne il 27 gennaio 2013, sulla linea d’arrivo del giro del mondo, compiuto in soli 78 giorni. Due in meno del suo leggendario eroe Phileas Fogg.
La Vendée Globe
Fondata dal velista francese Philippe Jeantot (n. Antananarivo, 1952) nel 1989, la Vendée Globe è una regata per barche a vela consistente nella circumnavigazione in solitaria del mondo senza possibilità di attracco né di assistenza esterna, pena l’esclusione. La gara inizia e finisce a Les Sables-d’Olonne, nel dipartimento francese di Vendée. La gara generalmente dura da novembre a febbraio, in modo che i partecipanti affrontino i mari antartici durante l’estate australe. A partire dalla seconda edizione, quella del 1992-93, si disputa una volta ogni 4 anni. Tutte le edizioni disputate sinora sono state vinte da velisti francesi.