Villon, François
Poeta francese (Parigi 1431 - ivi 1465 circa); è pressoché certo che V. non conobbe né il nome né l'opera di Dante. L'affinità che alcuni lettori o critici hanno avvertito fra i due poeti è assai generica e affidata solo ad alcune suggestioni di contenuto (molti, anche in età romantica, si sono soffermati sui versi 24-25 della Ballade pour prier Notre Dame: " Paradis peint ou sont harpes et luths, / Et un enfer ou damnés sont boullus "). In realtà fra i due poeti corrono grandi differenze storiche, culturali e stilistiche.
Un punto di contatto fra i testi era stato indicato già nel 1560 da Etienne Pasquier, il quale (nelle Recherches de la France, VI 1) aveva attribuito a maligna influenza del poema dantesco (Pg XX 51) la presenza della notizia sulla bassa origine di Ugo Capeto nell'opera di V. (Question au Clerc du Guichet ou Ballade de L'Appel 9-10 " Se fusse de hours Hue Capel / Qui fut extrait de boucherie "). In realtà, gli studiosi (cfr. P. Toynbee, Dante's Studies 279) hanno dimostrato che la tradizione di questa leggenda era già assai radicata in Francia nella prima metà del Trecento. Qualcuno aveva anche istituito un rapporto fra la Beatrice di D. e la " Bietris " della Ballade des Dames du temps jadis, ma è ormai stabilito e accolto da tutti i commentatori che " Bietris ", così come gli altri due personaggi femminili ricordati nello stesso verso, e cioè " Berthe au grand pied " e " Alis ", derivano da una ‛ chanson ' francese (Hervi de Metz).
Bibl. - V. alla voce FRANCIA, particolarmente i contributi di Oelsner, Beyer, W.P. Friederich e Cattaui.