FABRE, François-Xavier
Nacque a Montpellier il 1° apr. 1766 da Joseph e Catherine Flori (del padre esiste un ritratto presso il Musée Fabre di Montpellier). Verso il 1779, dopo aver concluso gli studi classici, entrò nell'Ecole des beaux-arts allievo di Jean Coustou prima e di Joseph-Marie Vien poi.
Nel 1783 partì per Parigi dove frequentò i corsi dell'Accademia e l'atelier di Jacques-Louis David, il cui insegnamento influenzerà gran parte della sua produzione artistica. Nel 1784 espose a Montpellier la sua prima opera personale, una Testa di vecchio, ora al Musée Fabre della stessa città. Nel 1787, dopo due tentativi falliti negli anni precedenti, vinse il concorso al "Grand-Prix de peinture", con il quadro Nabucodonosor fa uccidere i figli Sedecia sotto gli occhi del padre (Parigi, Ecole des beaux-arts). Alla fine dello stesso anno partì per Roma, dove visse cinque anni, lavorando sia per l'Accademia di Francia, in cui prese il posto di J.-G. Drouais, e sia per i numerosi incarichi della clientela privata. Tra il 1790 e il 1791 eseguì alcune opere commissionategli in Francia: una Predicazione di s. Giovanni Battista, rimasta incompiuta (Montpellier, Musée Fabre), La morte di Adone (castello di Emkendorf; cfr. F.-X.F., 1988), Susanna e i vecchioni (Montpellier, Musée des beaux-arts): e L'Abele morente (Lione, Musée des beaux-arts): questi ultimi due ottennero grande successo al Salon del 1791.
Con la proclamazione della Repubblica in Francia, nell'agosto 1792, la situazione politica a Roma, ostile ai Francesi, obbligò il F. ad abbandonare la città per trasferirsi nei primi mesi del 1793 a Firenze, dove rimase fino al 1826. Fin dall'inizio del primo soggiorno fiorentino (1793-1800) si inserì nell'ambiente mondano ed intellettuale della città, strinse amicizia con il poeta Vittorio Alfieri e con Luisa Stolberg contessa d'Albany, che ritrasse per la prima volta nel 1793 in due celebri dipinti conservati agli Uffizi.
Il F. divenne il pittore ufficiale della cerchia della contessa, occasione che gli permise di coltivare la sua vena di pittore storico, oltre che ritrattista, e di raggiungere una posizione eminente nell'ambiente artistico fiorentino. Tra il 1794 e il 1796 eseguì diversi ritratti della nobiltà cosmopolita di Firenze, tra i quali quelli delle Principesse Menšikov, del Maresciallo Stanislaw Malachowski e il primo ritratto di Lord Holland (Londra, National Portrait Gallery).
Nel 1797 dipinse quadri di soggetto storico, tra cui Aiace e Cassandra, Menelao ed Elena, commissionatigli dal gentiluomo inglese Allen Smith, raffigurato dallo stesso F. in due ritratti (Cambridge, Fitzwilliain Museum; cfr. F.-X.F., 1988, p. 10). Il 21 ott. 1798 fu nominato professore al corso di nudo dell'accademia fiorentina, nello stesso anno realizzò il ritratto del ministro Francesco Saverio Carletti (Montepulciano, Museo civico), che rappresenta il primo ritratto ufficiale del F. e la conferma della sua fama.
Quello che viene definito il secondo periodo fiorentino (1801-1824) del F. corrisponde alla maturità artistica del pittore, la cui attività fu profondamente influenzata dagli avvenimenti politici di quegli anni.
Del 1801 sono i dipinti: La morte di Socrate e La Sacra Famiglia (Musée Fabre; cfr. F.-X.F., 1988, p. 10), del 1803 è il perduto dipinto raffigurante la Famiglia reale d'Etruria (nel 1801 si era costituito il Regno d'Etruria); in quello stesso anno il F. fu nominato ritrattista ufficiale della corte. Alla morte dell'Alfieri (8 ott. 1803) fu designato dalla contessa d'Albany suo legatario universale (22 dic. 1803) e iniziò e collaborare al progetto del monumento funebre del poeta in S. Croce, a Firenze, realizzato da A. Canova.
Dopo una pausa di qualche anno il F. riprese a dipingere nel 1805, dedicandosi soprattutto alla pittura di paesaggio. Nel 1806 fece un viaggio a Parigi e tornò a Firenze alla fine dello stesso anno.
Nel 1807 dipinse un S. Giacomo penitente (Montpellier, Musée Fabre) e il ritratto della Contessa Skotnicka nata Elzbieta Laskiewicz (Cracovia, Mus. naz.), approfondendo contemporanemente le sue ricerche legate al paesaggio attraverso la tecnica dell'incisione (F.X.F., 1988). Nel 1808 la Toscana divenne possedimento francese e Napoleone nel 1809 affidò il Granducato alla sorella Elisa Baciocchi. Il F., grazie alla protezione di E. Clarke, divenuto nel frattempo ministro della Guerra, ed ai cordiali rapporti intrattenuti dalla contessa d'Albany con la nuova sovrana, ricevette importanti commissioni come il Giudizio di Paride (Richmond, Virginia Museum of art), Edipo a Colono (Montpellier, Musée Fabre) e i ritratti del Principe Michal Kleofan Oginski (Vilna, Galleria d'arte), di Clarke, ministro della Guerra (Nantes, Musée des beaux-art) e quello della Marescialla Clarke con i quattro figli (Parigi, Musée Marmottan).
Tra il febbraio e l'aprile del 1812 Soggiornò a Napoli con la contessa d'Albany, per poi fare ritorno a Firenze, dove eseguì numerosi paesaggi, incisioni all'acquatinta, tratte dalle sue opere, e alcuni ritratti: tra questi, quello celebre di Ugo Foscolo del 1813 (Firenze, Biblioteca nazionale centrale). La Restaurazione (1815) e il ritorno del granduca di Toscana a Firenze riportarono in città la clientela abituale del F., ed in particolare gli Holland e gli Oginski. Il 1816 fu un anno difficile per la salute del F., che trascurò la pittura per dedicarsi soprattutto alla propria attività di collezionista. Osservando la raccolta delle opere che formarono la sua collezione si individuano i due filoni verso cui il F. rivolse le sue scelte: la pittura italiana del , Rinascimento e la pittura francese di paesaggio, rappresentata soprattutto da G. Dughet e N. Poussin. Nel 1817 comprò a Firenze il palazzo Mazzei in via S. Monaca (Ginori Lisci, 1985, p. 785).
Tra il 1817 e il 1824 il F. dipinse vari ritratti, tra i quali quello di Luigi XVIII (Musée Fabre), della Contessa Gouriev e il Ritratto del Bel Pirro, alano del 1823 (F.-X.F., 1988, p. 12).
Nel 1824 morì la contessa d'Albany: nello stesso anno il F. si recò a Montpellier per avviare le trattative di donazione alla città natale della propria collezione di opere d'arte e di libri. Iniziarono così i lavori per la creazione del Musée Fabre, che fu inaugurato il 2 dic. 1828. Dal 1825 al 1826 il F. si occupò della costruzione del monumento funebre della contessa d'Albany in S. Croce, terminato nel 1830. Lasciò poi definitivamente Firenze per stabilirsi a Montpellier, dove ricevette nel 1827 la Legion d'onore e nel 1828 il titolo di barone.
Negli ultimi anni della sua vita il F. fu direttore dei museo a lui intitolato e della locale biblioteca dell'Ecole des beauxarts. Si occupò febbrilmente, nonostante la salute cagionevole, dell'arricchimento della collezione del museo, abbandonando quasi completamente la pittura. Eseguì il proprio Autoritratto (Musée Fabre) nel 1835, anno in cui fece testamento, nominando legatario Emilio Santarelli, figlio dell'incisore su pietre dure che era stato suo collega all'accademia di Firenze.
Morì a Montpellier il 16 marzo 1837.
Fonti e Bibl.: G. D'Albenas, Catalogue des peintures et sculptures exposées dans les galleries du Musée Fabre de la ville de Montpellier, Montpellier 1904, pp. X-XVIII; P. Marmottan, La jeunesse du peintre F., in Gazette des beaux-arts, XV (1927), pp. 93-113; S. Pinto, in Cultura neoclassica e romantica nella Toscana granducale (catal.), Firenze 1972, pp. 113 s., 117, 196 s.; De David à Delacroix. La peinture française de 1774 à 1830 (catal.), Paris 1974, pp. 188, 407 ss.; P. Bordes, F.-X.F. "peintre d'histoire", in The Burlington Magazine, CXVII (1975), I, pp. 91-98; L. Pellicer, F.-X.F. et la peinture italienne, in Florence et la France. Rapports sous la Révolution et l'Empire, Actes du colloque (1977), Firenze-Paris 1979, pp. 159-186; P. Bordes, Les peintres F. et Benvenuti et la cour d'Elisa Bonaparte, ibid., pp. 187-207; A. Ryszkiewicz-J. K. Ostrowki, F. e la colonia polacca a Firenze, ibid., pp. 209-214; L. Pellicer, Le peintre F.-X.F. (1766-1837), tesi di dottorato, université de Paris IV, 1982; L. Ginori Lisci, I palazzi di Firenze…, Firenze 1985, ad Indicem; S. Pinto, in Bátir une ville au siècle des lumières. Carouge: modèles et réalìtés (catal.), Carouge 1986, pp. 581-584; F.-X.F. (catal. d. mostra di spoleto), a cura di L. Pellicer, Roma 1988; La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1990, pp. 708 s. e ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, pp. 163 s.