FABRE, François-Xavier
Pittore, nato a Montpellier il i aprile 1766, ivi morto il 16 marzo 1837. Uscito dalla scuola del David, venne nel 1787 a Roma. Scoppiata la Rivoluzione, non volle prestare il giuramento repubblicano, e preferì lasciarsi dichiarare emigrato; più tardi Luigi XVIII lo creò barone. Venuto a Firenze (1793), frequentò la casa dell'Alfieri, e divenne il successore di lui nel cuore della contessa d'Albany parecchi anni prima della morte del poeta. L'eredità alfieriana passò dalla Stolberg al F., che donò alla città di Montpellier i libri, le carte, gli oggetti dell'Alfieri; a eccezione di quelli, ora custoditi nella Biblioteca Laurenziana, con i quali il F. pagò la gabella d'uscita per il resto.
Più che negli accademici quadri storici, biblici, mitologici, il F. mostra il suo valore nei ritratti. Ben quattro volte ritrasse l'Alfieri, come si ha dal sonetto alfieriano Al signor F. S. Fabre (1807), e più volte la contessa d'Albany. Due di questi ritratti si conservano nella Galleria degli Uffizî. Anche ritrasse il Foscolo, che scrisse un sonetto Pel ritratto dipinto dal Fabre (1813). Più che nei suoi quadri, il F. vive nel ricordo dei due grandi poeti italiani.
Bibl.: H. Vollmer, in Thieme-Becker, Künstler-Lex., XI, pp. 163-4 (con bibl.), E. Bertana, V. Alfieri, 2ª ed., Torino 1904, p. 268 segg.