FRANCOLISE
Località a quindici km a NO di Capua, dove tra il 1962 ed il 1966 la New York University ha portato alla luce due ville romane del periodo tardo repubblicano e del primo impero. Le due ville presentano caratteristiche complementari fra loro, in quanto una (S. Rocco), era una residenza signorile, con annesse installazioni agricole, situata in bella posizione presso l'estremità occidentale del ripiano del monte Telefono, l'altra (Il Posto) era una villa rustica costruita ai piedi dello stesso ripiano nel punto in cui le colline si aprono sull'Agro Falerno.
La villa Il Posto fu costruita circa il 100 a. C. e in un primo tempo consisteva di una semplice serie di edifici adibiti ad uso domestico, che occupavano il lato settentrionale di un cortile rettangolare comprendente un pozzo e varie installazioni agricole, tra cui una tettoia in legno. Le fondamenta ed i muri esterni erano tutti in opus quadratum di tufo, ma vi sono indizî che le mura di elevato consistessero di pannelli di pietrisco calcareo inseriti in un'armatura lignea (opus craticium). Nella seconda fase (tardo periodo preaugusteo) gli edifici di uso domestico furono quasi del tutto ricostruiti e, con la messa in opera di una grande cisterna, la riserva d'acqua aumentò. In una terza fase (metà del I sec. d. C.) si aggiunse un piccolo edificio termale, si allargò il cortile e si aumentarono le installazioni per l'agricoltura. Una parte dell'edificio fu rioccupata per un breve periodo verso il 350-70.
La villa S. Rocco fu costruita pochi decenni più tardi della villa Il Posto e fu ricostruita e molto allargata subito dopo, probabilmente durante il terzo venticinquennio del I sec. a. C. Verso la metà del I sec. d. C. si aggiunse un piccolo complesso termale e, come a Il Posto, si aumentarono le installazioni agricole. Gli edifici furono abbandonati ben presto, forse già durante il II sec. d. C.
Il primo edificio era molto piccolo, occupava una superficie di circa 20 × 29 m con gli annessi per l'agricoltura uniti all'edificio principale, ma a un livello inferiore. Gli ambienti erano pochi, disposti irregolarmente e piccoli, ad eccezione dell'ambiente che - a quanto sembra - avrebbe potuto essere un atrio. L'acqua proveniva da un pozzo e da una piccola cisterna.
Nel secondo edificio il terrapieno fu allargato fino a coprire un'area di circa 2000 m2 e gli ambienti furono raggruppati intorno a un peristilio ad eccezione di una serie di stanze e di un portico costruiti in posizione panoramica a O ed a S. Le installazioni agricole occuparono un'ala separata ad E e vi si sistemarono nuove cisterne molto capienti. Benché socialmente molto differenti, l'economia delle due ville si basava sulla produzione di olio e grano (non vino). I dispositivi per la lavorazione dell'olio (pressa e filtro) sono estesi e molto ben conservati.
I mosaici databili ai primi due periodi della villa S. Rocco offrono un prospetto insolitamente chiaro del repertorio decorativo nella Campania tardo-repubblicana e del primo periodo imperiale, grazie ad una sequenza di edifici cronologicamente ben individuati. I pavimenti più antichi consistono di crustae di pietra colorata posti su sfondo di tessere bianche, quadrate o rettangolari, disposte in coppia; quelli più tardi sono geometrici e policromi con elaborati effetti di prospettiva.
Bibl.: P. v. Blanckenhagen, M. A. Cotton, J. B. Ward-Perkins, Two Roman Villas at Francolise, in Papers of the British School at Rome, 33, Londra 1965, pp. 55-69; M. A. Cotton, P. v. Blanckenhagen, J. B. Ward Perkins, Francolise (Caserta). Rapporto provvisorio del 1962-64 sugli scavi di due ville romane ella Repubblica e del Primo Impero, in Notizie Scavi, 1965, pp. 237-252.