De Vol, Frank
Compositore cinematografico statunitense, nato a Moundsville (West Virginia) il 20 settembre 1911 e morto a Lafayette (California) il 27 ottobre 1999. Con quell'apparente dissociazione che caratterizza i compositori disposti ad adattarsi ai generi più diversi, D. V. ottenne i risultati migliori in due campi antitetici: i film di Robert Aldrich, inquietanti e spesso violenti, e le commedie. Furono tuttavia soprattutto i primi a suggerirgli le maggiori arditezze artistiche, con un incedere aspro e asimmetrico puntellato da un frequente ricorso a taglienti dissonanze.
Dopo aver seguito per poche settimane i corsi della Miami of Ohio University, fu violinista nell'orchestra del padre e quindi svolse per molti anni attività di ghost composer, arrangiando e orchestrando, senza far figurare il suo nome, temi musicali ideati ‒ o, come spesso in questi casi, appena accennati ‒ da altri compositori. Una carriera nell'anonimato e apparentemente priva di particolari ambizioni: aveva infatti già quarantatré anni quando Aldrich si accorse di lui, imponendolo da allora nella maggior parte dei suoi film. Il cinema dinamico, ritmato, ma anche crudele e risentito del regista trovò una sorta di tautologia musicale nelle partiture di D. V. per molte delle sue opere, quali The big knife (1955; Il grande coltello), con le sue violente lacerazioni sia nella narrazione sia nella colonna sonora; Kiss me deadly (1955; Un bacio e una pistola), un'icona del gangster film, che presenta tutte le sollecitazioni musicali tipiche del genere; Attack! (1956; Prima linea); il thriller dalle atmosfere terrificanti Whatever happened to Baby Jane? (1962; Che fine ha fatto Baby Jane?), e Hush… hush, sweet Charlotte (1964; Piano… piano, dolce Carlotta), caratterizzato da un clima meno agghiacciante ma altrettanto angoscioso. Il progressivo spostamento di Aldrich verso un cinema sempre più di azione implicò una crisi della vena musicale di D. V., testimoniata da The dirty dozen (1967; Quella sporca dozzina), The longest yard (1974; Quella sporca ultima meta) e Hustle (1975; Un gioco estremamente pericoloso), mentre in un film come The choirboys (1977; I ragazzi del coro), dove la violenza più che altro implode, la sua musica, in questo caso molto vicina alle melodie di George Gershwin, portò ancora un contributo rilevante.D. V. manifestò il suo talento anche nelle commedie romantiche con Rock Hudson e Doris Day, quali Pillow talk (1959; Il letto racconta…) di Michael Gordon, Lover come back (1961; Amore ritorna!) di Delbert Mann e Send me no flowers (1964; Non mandarmi fiori) di Norman Jewison, nelle quali seppe sottolineare con la sua musica la comicità delle situazioni e delle espressioni dei personaggi. A fianco di questi due binari principali ‒ e tralasciando gli apporti di D. V., pur numerosi nella seconda parte della carriera, al TV movie ‒ spiccano esperimenti isolati come le colonne sonore di alcuni western atipici degli anni Sessanta. All'epoca il genere era entrato in crisi e una riproposizione dei suoi moduli si giustificava in chiave critica, se non parzialmente satirica: cosa che per D. V. avvenne con McLintock! (1963) di Andrew V. McLaglen e Cat ballou (1965) di Elliot Silverstein; nonché nel decennio seguente, ma ormai in chiave dichiaratamente umoristica, con The Frisco kid (1979; Scusi, dov'è il West?): un ultimo incontro con Aldrich per quello che, probabilmente, è il film più anomalo, ironico e stravagante di questo regista.
E. Comuzio, De Vol Frank, in E. Comuzio, Colonna sonora. Dizionario ragionato dei musicisti cinematografici, Roma 1992, ad vocem.