HEMSTERHUIS, Frans
Filosofo olandese, figlio del filologo classico Tiberio H., nato a Groninga il 27 dicembre 1721, morto all'Aia il 7 luglio 1790. Ebbe cariche politiche in Olanda, ma visse soprattutio a Monaco di Baviera, dedito ai suoi studî filosofici e artistici e in contatto col gruppo intellettuale che si raccoglieva intorno alla principessa Amalia Gallitzin. A questo appartenevano, fra gli altri, Goethe e Herder, che subirono per certi aspetti l'influsso delle idee filosofiche, ispirate da un estetismo fra neoplatonico e shaftesburiano, del H.
L'opera principale del H. è la Lettre sur l'homme et ses rapports (Parigi 1772); fra le altre sono da ricordare: Lettre sur la sculpture (ivi 1769); Lettre sur les desirs (ivi 1770); Sophyle ou de la philosophie (ivi 1778); Aristée ou de la divinité (ivi 1779); Alexis ou sur l'âge d'or (ivi 1787), Lettre de Dioclès à Diotime sur l'athéisme (ivi 1787); Simon ou des facultés de l'âme (ivi 179o). Un'edizione completa delle Œuvres philosophiques (poi tradotte più volte in tedesco) fu curata prima dal Jansen, nel 1792, e poi dal Meyboom (voll. 3, Leeuwarden 1846-50).
Bibl.: E. Grucker, F. H., sa vie et ses oeuvres, Parigi 1866; E. Meyer, Der Philosoph F. H., Breslavia 1893; Funder, Die Aesthetik des F. H. und ihre histor. Beziehungen, Bonn 1913; J. Poritzky, F. H., seine Philosophie und ihr Einfluss auf die deutschen Romantiker, Berlino 1926.