Uomo politico e scrittore tedesco (Schlawe, Pomerania, 1846 - Berlino 1919). Appoggiò dapprima Lassalle e la sua Associazione generale degli operai tedeschi; collaborò poi a giornali nazional-liberali per ritornare quindi alla socialdemocrazia. Direttore della Leipziger Volkszeitung, fece parte, insieme a R. Luxemburg, dell'ala sinistra del partito socialdemocratico, entrando, durante la prima guerra mondiale, nella lega spartachista; fu anche deputato per il partito socialdemocratico indipendente. Oltre all'importante ruolo svolto come storico della socialdemocrazia tedesca e del movimento operaio in Germania, è da sottolineare il tentativo da lui compiuto di dare salde basi a un'estetica marxista, studiando la letteratura tedesca da Lessing al naturalismo alla luce dei principî del materialismo storico. Opere principali: Die Lessing-Legende (1893; trad. it. 1952); Geschichte der deutschen Sozialdemokratie (1897-98; trad. it. 1917, 1961); Schiller (1905); K. Marx. Geschichte seines Lebens (1918; trad. it. 1953). Gli scritti di storia e di critica letteraria apparvero prevalentemente sulla Neue Zeit; sono stati raccolti nell'ed. completa delle opere (Gesammelte Schriften und Aufsätze, 15 voll., 1960-66).