Filosofo (Monaco 1765 - ivi 1841); addottoratosi in medicina, fece il direttore di miniere. Fallito un suo tentativo di fondare a Pietroburgo un'accademia cristiana delle scienze, nel 1826 fu chiamato a insegnare a Monaco come professore onorario di teologia e filosofia speculativa e si distinse per la sua polemica contro la politica della Chiesa cattolica; tuttavia, prima di morire, ritrattò tutte le sue dottrine anticattoliche. Nucleo della sua filosofia è la polemica contro il pensiero moderno che, fondandosi sul cogito ergo sum, negherebbe Dio e sconvolgerebbe il vero rapporto dell'uomo con la natura e la società. L'uomo, portatore dell'immagine di Dio nel cosmo, ha infatti la missione di sottomettere a sé la natura e di assoggettarsi con essa a Dio, per risanare la frattura introdotta tra creatore e creato dalla ribellione di Lucifero e di Adamo. Anche l'armonia della società si realizza solo nella libera sottomissione dei sudditi al sovrano, investito d'autorità divina, e nel loro amore reciproco; alla Chiesa viene attribuita la funzione di mediare le lacerazioni provocate dalla rivoluzione industriale, tutelando i diritti del proletariato presso la camera delle corporazioni ed egemonizzandone le rivendicazioni. Tra le sue opere (la raccolta in 16 voll. fu pubblicata postuma, 1850-1860): Beiträge zur dynamischen Philosophie, 1805; Fermenta cognitionis, 1822-25; Vorlesungen über spekulative Dogmatik, 1827-28.