FRASER (A. T., 138-139)
Fiume dell'America Settentrionale, già toccato dal Mackenzie nel 1792-93, ma percorso per la prima volta fino alla foce nel 1805 dall'inglese Simon Fraser, commerciante di pelli, che gli lasciò il proprio nome. Lungo 1200 km scende dalle Rocciose del Canada meridionale (Yellow Head Pass, 1142 m.), di cui attraversa l'altipiano basaltico, descrivendo un ampio S: l'asta mediana corrisponde a un solco tettonico, analogo a quello del Columbia, e si continua a N. negli opposti corsi del Parsnip e del Finlay, tributarî del Fiume della Pace. Numerosi gli affluenti: a destra il Nechaco, il Blackwater, il Chilcotin e il Lilloet, a sinistra il Quesnelle e il Thompson; quest'ultimo è il più importante per le vie che lo risalgono e adducono alla zona delle Rocciose verso E. (Calgary) e verso NE. (Edmonton). La valle del Fraser cominciò a essere frequentata solo dopo il 1860, quando vi si scopersero le prime sabbie aurifere; oggi è tutta percorsa da ferrovie che hanno messo in valore le risorse, soprattutto agricole, di una regione fra le più ricche del Dominion britannico, entro il cui territorio il fiume è tutto compreso. Per il Fraser è così proceduta da S. la penetrazione dei Bianchi: alla sua foce - esattamente un po' più a N., essendo questa insabbiata - è sorta Vancouver, il massimo emporio canadese sul Pacifico. Anche il Fraser ha il corso interrotto da rapide e cascate; solo la sua parte terminale è navigabile e utilizzata per il traffico. Le variazioni di portata sono però molto forti; a 100 miglia dalla foce esse oscillano in media fra 480 e 11.200 mc. al secondo.