Fratellanza musulmana
– Movimento politico-religioso (aral-Ikhwān al-Muslimūn) fondato nel 1928 da Ḥasan al-Bannā’ a Ismailia (al-Ismā‛īliyya), in Egitto, e da qui diffusosi nel mondo arabo. Il movimento, noto anche con il nome di Fratelli musulmani e diventato un punto di riferimento per molte organizzazioni integraliste, teorizzava la nascita di un grande Stato islamico interpretando l’islam come un sistema totalizzante e il Corano quale fonte di ispirazione di tutti gli aspetti della vita civile, politica e religiosa. Presente anche in Libano, Iraq, Giordania, Palestina e soprattutto in Siria, dove ha rappresentato dalla fine degli anni Settanta il più vasto movimento di opposizione armata al regime, ha progressivamente attenuato le sue posizioni più intransigenti, cercando di accreditarsi come una forza islamista moderata. Nel corso della primavera araba (2011), quando la rivolta appariva ormai inarrestabile e vittoriosa in Tunisia e in Egitto, le forze islamiste tornavano a far sentire ovunque la loro voce, prima tacitate dalla spinta nuova e dirompente della contestazione, e fra tutte la F. m. in Egitto nel tentativo di incanalare la rivolta per assumerne a tempo debito le redini. Grazie a un altissimo consenso tra la popolazione egiziana, i Fratelli musulmani sembravano poter assumere la funzione di ago della bilancia all’interno, presentandosi all'esterno come interlocutori affidabili. Vittoriosi al terzo turno nelle elezioni legislative del gennaio 2012 con il loro braccio politico Libertà e giustizia, diventavano con 235 seggi la prima forza nel parlamento egiziano e si preparavano, da favoriti, alla corsa per le presidenziali del maggio 2012 che facevano registrare, infatti, il successo del loro candidato Mohammed Morsy, nuovo presidente del Paese, eletto con il 51% dei voti.